Dopo aver tentato 50 volte il suicidio, Kirsty Thain è morta per soffocamento. La ragazza, 36enne, era stata ricoverata volontariamente al Fieldhead Hospital all’inizio del 2019 quando, un anno dopo, è deceduta per asfissia. Sul caso è stata aperta un’inchiesta che vedrà nella giornata di oggi, 14 febbraio, l’ultima udienza. Al personale del centro di cura psichiatrico era stato raccomandato di prestare molta attenzione ai pasti di Kirsty perché, a più riprese, aveva cercato di togliersi la vita (anche) soffocandosi. La morte sarebbe avvenuta perché la paziente non sarebbe più riuscita a respirare dopo aver mangiato un panino con le patatine. La vicenda però non ha convinto a fondo gli inquirenti, che stanno cercando di capire eventuali responsabilità della struttura per il decesso dell’ospite.
Le autorità sostengono che alla donna sia stata somministrata – erroneamente o meno – una dose di farmaci cinque volte più elevata rispetto a quella prevista: “Il giorno del decesso alla signora Thain erano stati somministrati erroneamente 125 mg di pregabalin, cinque volte la dose prescritta“, ha spiegato il sergente James Bailey, della polizia del South Yorkshire anche se, durante l’udienza, il medico che aveva la presa in carico di Kirsty ha sollevato le proprie responsabilità sulla presunta ipotesi che, dopo la somministrazione delle medicine, alla ragazza siano venuti pensieri suicidi: “I pensieri suicidi sono un effetto collaterale raro“. Il personale della struttura ha poi spiegato di aver a più riprese salvato la vita della ragazza da diversi, passati, soffocamenti ma che, in questa circostanza, non sarebbe riuscito ad evitarne la scomparsa. “Aveva cercato di nascondere parte di un hamburger vegetariano nei suoi vestiti e aveva tentato di soffocarsi due volte prima di strozzarsi con il panino contenente delle patatine“, hanno raccontato i medici.