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Mara Venier: “Nessuna censura, eravamo in ritardo ed se l’ad mi chiede di leggere un comunicato io lo faccio…”. E Amadeus a Porta a Porta dice la sua: “D’accordo con Ghali”

"Nulla di più estraneo a me e alla mia vita della censura. Ho sentito mie molte cause, molte battaglie civili, a cominciare dai diritti delle donne", le parole della conduttrice a Repubblica

di Giuseppe Candela

Rispetto le decisioni di tutti, ma non sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, nella maniera più totale. Il Festival di Sanremo non ha mai promosso l’odio, ha sempre parlato di inclusione, di libertà: i cantanti che sono saliti sul palco hanno chiesto la fine della guerra, hanno chiesto la pace, richiedere la pace vuol dire seminare odio? Esattamente il contrario”, Amadeus, nel corso della tradizionale ospitata a “Porta a Porta“, ha replicato alle critiche dell’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar, convinto che il palco dell’Ariston “sia stato sfruttato per diffondere odio”.

“Mai mi sarei sognato, ma neanche i cantanti, di portare odio, anzi noi portiamo esattamente l’opposto, i ragazzi che vengono in gara lanciano messaggi e appelli di pace, di libertà, di libertà di idee, di pensiero, di uguaglianza di pelle, di valori. Mi sento di dire che nella storia di Sanremo, senza sembrare presuntuoso, in questi anni c’è stato un grande senso di inclusione che va assolutamente rispettato e mai cambiato, sennò torniamo indietro”, ha aggiunto il conduttore e direttore artistico di “Sanremo 2024”.

Stop al genocidio“, aveva detto il cantante Ghali sul palco dell’Ariston, facendo riferimento ai fatti di Gaza. Argomento commentato nel corso dello speciale di “Domenica In“, da qui la decisione di Roberto Sergio, amministratore delegato Rai, di inviare un comunicato pro-Israele, letto in diretta dalla conduttrice. Una polemica che campeggia sui media e ha travolto Mara Venier: “Sto male. Soffro molto, perché mai in vita mia ho censurato qualcuno, né sono mai stata accusata di censura”, spiega la conduttrice in un’intervista al Corriere della Sera. Dargen D’Amico era stato interrotto mentre parlava di migranti ma per Venier era solo questione di tempi: “Eravamo in ritardo, molti artisti dovevano ancora cantare, e quattro di loro non sono riusciti a farlo, infatti torneranno da me domenica. Si figuri se ho paura ad affrontare il tema dei migranti. L’ho fatto molte volte. Ora ho invitato Dargen D’Amico in trasmissione domenica prossima, spero che venga».

Venier difende la decisione di leggere quel comunicato: “Io sono una conduttrice Rai. Se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio. Quanto al contenuto, forse qualcuno non è d’accordo con la condanna del massacro del 7 ottobre? Certo, è doveroso ricordare anche le vittime innocenti di Gaza. (…) Io piango per le mamme di Gaza che hanno perso i loro figli bambini, come piango per le donne ebree stuprate e prese in ostaggio. Piango per tutte le vittime civili. E se c’è qualcuno che al tema delle violenze sulle donne è sempre stata sensibile e ha sempre dato spazio, sono io. Vorrei che gli ostaggi fossero liberati. E vorrei che si fermassero i bombardamenti sui civili e si trovasse una soluzione politica. Mi riconosco nelle parole di Papa Francesco, nei suoi appelli alla pace”.

Domenica da me Ghali ha potuto parlare in piena libertà, ha risposto alle critiche dell’ambasciatore di Israele, ha concluso il suo ragionamento senza che nessuno lo interrompesse”, aggiunge Venier che ribadisce di non aver zittito nessuno: “L’imbarazzo non era per il tipo di domande, ma per i ritmi, il tempo che passava, gli artisti che stavano lì e dovevano cantare….”.

Repubblica l’aveva definita “vestale del melonismo”, una “definizione che mi fa sorridere”, aggiunge la conduttrice ricordando il suo lungo curriculum e smentendo l’aria di censura presente nella televisione pubblica: “Io non lo avverto. E poi, ripeto, nulla di più estraneo a me e alla mia vita della censura. Ho sentito mie molte cause, molte battaglie civili, a cominciare dai diritti delle donne. Da ragazza con Gabriella Ferri occupammo la vecchia pretura del centro di Roma, proprio per avere un posto dove riunirci noi donne… Accetto le critiche, nessuno è perfetto, tutti possiamo sbagliare; ma la censura, proprio no”.

Mara Venier: “Nessuna censura, eravamo in ritardo ed se l’ad mi chiede di leggere un comunicato io lo faccio…”. E Amadeus a Porta a Porta dice la sua: “D’accordo con Ghali”
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