“Un servizio importante non solo per la nostra cittadina, ma anche per le persone di tutti i paesi limitrofi”, ha detto il sindaco di Guardiagrele (Chieti), Donatello Di Prinzio, quando il 2 febbraio la Regione Abruzzo ha riaperto la sede coordinata del centro per l’impiego, chiusa ormai da tre anni. Così, ha spiegato il primo cittadino, “ora le persone possono evitare di recarsi nei centri più lontani, come Chieti e Ortona”. Sempre che non si tratti di persone con disabilità, perché in quel caso non riuscirebbero nemmeno ad accedere. A verificare l’inabilità del centro, riaperto nei locali del palazzo municipale, è stato Lorenzo Torto, residente a Rapino nella provincia teatina e disabile agli arti inferiori per una tetraparesi spastica. Ma soprattutto alfiere dei diritti delle persone con disabilità, una battaglia che ha portato fino a Bruxelles.
“Serve una rampa di accesso, manca il wc per i disabili e il piano di emergenza deve prevedere specifiche procedure per l’assistenza nei casi di incendio alle persone diversamente abili con ridotte capacità motorie e sensoriali presenti nei locali”, ha dichiarato Torto all’Ansa al termine del suo sopralluogo (foto). Così, dopo anni a denunciare l’inaccessibilità del centro per l’impiego di Ortona, a 50 chilometri da casa sua, la nuova sede di Guardiagrele, a soli 9 chilometri, poteva rappresentare la svolta. Al contrario, sembra uno scherzo di pessimo gusto. Presente all’inaugurazione, l’assessore regionale alle Attività produttive, Daniele D’Amario, non si è accorto di nulla. Eppure l’ingresso del centro costringe a superare un alto gradino, tanto per cominciare. Una svista da riconsiderare, ora che Torto ha inviato un esposto al presidente della Regione Marco Marsilio e allo stesso comune di Guardiagrele, elencando tutte le difformità della struttura, dalla necessità di una rampa a quella di adeguare l’impianto elettrico.
“Una situazione inaccettabile. Vorrei che tutti i cittadini italiani vivessero la mancata accessibilità non come una scortesia verso un disabile ma come un oltraggio a se stessi, un’offesa alla cittadinanza tutta”, ha scritto nell’esposto dove chiede un intervento immediato “per tutelare gli utenti disabili”. Parole che pesano, tanto più se a pronunciarle è la persona che lo scorso 24 ottobre è stata ascoltata dalla Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo (video) “L’Italia non rispetta le disposizioni europee in materia di accessibilità per le persone con disabilità. Siamo pronti a inviare una richiesta formale di non conformità se l’Italia non rispetta la legislazione vigente”, aveva dichiarato la Commissione dopo l’audizione di Torto, che si era rivolto all’Europarlamento nell’aprile del 2023 proprio per denunciare il mancato rispetto della legislazione europea da parte del nostro Paese. La nuova direttiva 882/2019 andava recepita entro giugno 2022 e integrata negli ordinamenti nazionali. In altre parole, si rischia la procedura di infrazione. La Commissione sta attualmente verificando che tutti gli stati membri la stiano applicando, e chissà che non arrivi fino a Guardiagrele.