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San Valentino, i consigli per trovare l’amore sulle app: “Ecco i giorni d’oro per Tinder, per Bumble il martedì dopo le 18. Le emoji? Hanno significati nascosti”

Li abbiamo chiesti a Bumble, una delle più famose app di incontri (spoiler: no) insieme a qualche dritta su quello che cercano davvero gli utenti delle dating app

di Beatrice Manca

Per un curioso caso, il martire della chiesa San Faustino si è trovato a essere due volte patrono: della città di Brescia, dove è vissuto, e dei single. Il 15 febbraio, subito dopo San Valentino, si festeggia una giornata dedicata a chi non ha trovato l’anima gemella. Anche i single, giustamente, hanno bisogno di un santo a cui votarsi per destreggiarsi tra pressione sociale, occhiatacce dei familiari e consigli non richiesti. E, soprattutto, per arginare l’ansia di migliorarsi continuamente. Fateci caso: sui social è esploso un filone di consigli motivazionali che rischiano di essere più distruttivi che d’ispirazione. Alzati prima, lavora di più, taglia i dolci, sii sempre produttivo e concentrato. I più coinvolti sono proprio i single per l’implicita promessa che, una volta trovata la fantomatica “versione migliore di noi stessi” allora troveranno anche l’anima gemella. Ma è vero? Lo abbiamo chiesto a Bumble, una delle più famose app di incontri (spoiler: no) insieme a qualche dritta su quello che cercano davvero gli utenti delle dating app.

L’ansia del costante miglioramento – Secondo una ricerca condotta nel 2022 da Time2play, il 30% dei single italiani usa le dating app. Il sospetto che il numero sia sottostimato è forte per via del vecchio pregiudizio per cui si fa, ma non si dice. Il monopolio di Tinder oggi è insidiato da diversi concorrenti, come Hinge, Grindr e Bumble, app nata nel 2014 ed esplosa per via di una caratteristica unica: in caso di match, solo le donne possono fare il primo passo. In un recente sondaggio condotto dall’app, emerge che più della metà dei single (52%) italiani sente la pressione di doversi perfezionare e migliorare costantemente. Capire il perché è facile: ovunque ti giri, c’è qualcuno che ti ricorda che è ora di mettere la testa a posto. Aggiungeteci poi il combinato disposto dei podcast motivazionali e dei social media, dove ultimamente è tutto un fiorire di consigli per diventare “that girl” (o “that man”) tra sveglie all’alba, journaling, docce gelate, meditazione e bibitoni verdi. “’L’idea alla base di questa visione dogmatica è semplice: se io sono la miglior versione di me stesso, se posso dare il meglio in tutto, sicuramente anche gli altri se ne accorgeranno e quindi sarà più facile trovare un partner – spiega la psicoterapeuta ed esperta di relazioni Valeria Locati di Bumble – In realtà è proprio il contrario: stiamo bene in una relazione nel momento in cui sperimentiamo e capiamo cosa funziona di noi e cosa invece non ci fa stare bene”. Ma, nel 2024, si cambia registro: stando ai dati raccolti da Bumble sarà l’anno dell’accettazione di sé.

Basta col singleshaming (soprattutto sulle donne) – Basta burnout da miglioramento e, soprattutto, basta col singleshaming. “Una ricerca ci dice che più di una donna su tre si è sentita giudicata per il fatto di essere single almeno una volta – prosegue l’esperta – e la cosa molto interessante è che questa percentuale sale tra gli utenti della GenZeta. Quindi possiamo anche iniziare a pensare che questa idea di singleshaming in qualche modo debba essere ridimensionata”. Anche se sembra controintuitivo che le donne più giovani sentano di più la pressione sociale a ‘sistemarsi’, il dato in realtà ci dice un’altra cosa: le ragazze più giovani non sono più disposte ad accettare certi commenti. “Di base – continua Locati – l’atteggiamento che le giovani leve’ stanno tenendo sulle app è un atteggiamento di scoperta. Quindi: no all’idea di avere una timeline da rispettare per le tappe della vita secondo dei canoni prestabiliti da altri. Ci aiutano a vedere delle prospettive differenti, perché c’è spazio anche per la scoperta di parti del proprio sé che non siano necessariamente quelle dedicate al partner”. E pazienza se la zia Pina continua a dirvi che morirà senza vedervi sposati/e. La dottoressa offre anche un nuovo punto di vista a chi sta aspettando la persona giusta: “Non si deve cadere nell’idea di dover fare tutto in solitudine. O finire nello stereotipo per cui chi è da solo stia ancora lavorando su degli aspetti individuali e non è ancora pronto a una relazione”. Che è un po’ una versione del classico ‘non sei tu, sono io’. “Al contrario, è la possibilità di non cascare nell’idea che se arrivato a 30/35 anni ancora non hai una relazione stabile significa che c’è qualcosa che non va. In questo senso lo sforzo è davvero quello di tentare di rinnovare i paradigmi a cui eravamo abituati”.

Sport, divertimento e intimità emotiva: cercano i single sulle app – Le periodiche ricerche di Bumble ci svelano anche cosa cercano gli utenti quando fanno swipe. Innanzitutto, qualcuno che non li giudichi e che non cerca di cambiarli. Poi, persone capaci di entrare in contatto con se stessi. Un terzo degli intervistati da Bumble ritiene che l’intimità emotiva sia più importante del sesso e addirittura più dell’attrazione fisica. Il match perfetto deve anche essere informato sull’attualità: impegnarsi per una causa rende i potenziali partner più attraenti. Un’altra ottima freccia nell’arco digitale di Cupido è lo sport: il 24% delle persone intervistate considera un plus poter guardare gli eventi sportivi insieme. In Italia il 62% dei profili su Bumble include un badge di interesse sportivo. Sul podio calcio, pugilato e rugby. Infine, non sottovalutate il divertimento degli appuntamenti. Cioè: uscire per il gusto di uscire, senza preoccuparsi troppo sull’esito. A sottolinearlo è un report stilato Tinder: la tendenza del 2023 è stata “do it for the plot”. Cioè: fare qualcosa ‘per la trama’, cogliere un’occasione senza pensarci troppo su. I single intervistati sono sempre più orientati a godersi il tempo passato insieme – che sia una notte, un mese o un pezzo di vita – piuttosto che pensare al finale.

I significati nascosti delle emoji nelle bio – La stessa ricerca di Tinder svela anche qualche trucco prezioso per ‘leggere tra le righe’ di una bio prima di fare swipe. Molti indizi si trovano infatti nelle emoji. Direbbero gli adolescenti che faccine&co sono roba da millennial e quindi, obsolete. Ma siccome non abbiamo più vent’anni, ecco una breve guida ai significati dei simboli più usati. Il cerotto significa “in recovery”, cioè una persona in via di guarigione da una precedente relazione ma pronta a rimettersi in gioco. Se cercate un’avventura, puntate al simbolo “On” con la freccina bi-direzionata. Significa: “Io ci sto!”. Se invece preferite qualcosa di più tranquillo, cercate l’emoticon del prayer beads (cioè del rosario viola): è un simbolo zen che rappresenta il benessere mentale e la consapevolezza. Niente montagne russe, insomma. Il simbolo universale per i romantici, invece, è il mazzo di fiori. Un’ultima dritta: l’orario migliore per fare swipe sulle dating app è la sera. Per Tinder i giorni d’oro sono la domenica e il lunedì, per Bumble è il martedì dopo le 18. Lo aggiungiamo nel calendar?

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