La battaglia di Vincenzo De Luca nel nome del Sud (con il no all’autonomia differenziata), del terzo mandato (per sé stesso) e della scalata per contare nel Pd nazionale, inizia – simbolicamente – domani mattina alle 11 da Piazza Santi Apostoli a Roma, dove il Presidente della Regione Campania arriverà – con circa 500 primi cittadini della Regione – dopo settimane in cui da una parte attacca Giorgia Meloni per l’autonomia e Raffaele Fitto per il blocco dei Fondi di sviluppo e di coesione (e dunque per il mancato arrivo delle risorse), dall’altra lavora ai fianchi Elly Schlein, tenendo di fatto bloccato il rinnovamento da lei annunciato con il commissariamento campano dopo il congresso. Arrivo che si preannuncia, però, meno trionfale del previsto, almeno per quel che riguarda la partecipazione dei big dem a lui vicini. Con De Luca si è schierata l’Anci Campania, presieduta dal sindaco di Caserta, Carlo Marino. Cosa che non ha evitato di suscitare polemiche da parte di diversi esponenti del centrodestra, che hanno contestato l’utilizzo – per una iniziativa di questo tipo – sia dei simboli istituzionali della Regione Campania che della stessa associazione dei Comuni presentando anche una interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Hanno aderito alla manifestazione sia i consiglieri regionali che i parlamentari campani del Pd. E poi ha ottenuto il via libera del M5S, che è all’opposizione nel Consiglio regionale della Campania.
Perché rispetto a una mobilitazione di questo tipo i distinguo non sono facilissimi. Eppure non ci sarà Elly Schlein: in sua rappresentanza Antonio Misiani (Responsabile Economia) e Marco Sarracino (Responsabile Mezzogiorno). Il tentativo è quello di non permettere a De Luca di intestarsi la battaglia contro l’autonomia differenziata, aderendo a un’iniziativa lanciata da lui. Non ci sarà neanche Giuseppe Conte, pure se per qualche ora si era sparsa la voce che il leader M5S ci stesse pensando. Non ci sarà neanche Antonio Decaro, presidente dell’Anci, in prima battuta per evitare polemiche sulla sua presenza in quanto figura istituzionale. Ma poi, Decaro è già in campagna elettorale per le Europee e per molti in corsa per succedere a Schlein. In questa fase, meglio non procedere troppo appaiato con De Luca, in parte anche un competitor. Schlein deve fare le liste. E anche se De Luca deve garantire i suoi voti, si va per obiettivi progressivi. Michele Emiliano sarebbe andato, ma invece deve ricevere il ministro della Salute, Schillaci, in Puglia. Soprattutto, non ci sarà Gaetano Manfredi, il sindaco di Napoli. Che – per quanto si sia espresso in maniera netta contro l’autonomia (e pure per il terzo mandato) – preferisce evitare di partecipare a una mobilitazione che appare più strumentale, che foriera di risultati e presentare al governo richieste sui tavoli che contano. Ma poi, anche lui si sta giocando una partita personale: è in pole position per succedere a Decaro all’Anci, il prossimo autunno. Meglio mantenere un profilo istituzionale.

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