Accade tutto all’improvviso durante una pausa dei lavori. Il parlamentare si alza, scende le scale dell’emiciclo, si avvicina ai banchi del governo e ‘punta’ il sottosegretario alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, passato alle cronache per essersi vestito da nazista in un Carnevale di diversi anni fa. Lo guarda e gli urla: “Meglio che ti vesti da nazista che da coglione come sei…”. L’episodio, raccontato dall’Ansa, è avvenuto martedì sera alla Camera durante l’infuriata discussione sulla discussione della commissione d’inchiesta sul Covid.
Nel mezzo di un dibattito accalorato, arriva il momento del discorso conclusivo di Alice Buonguerrieri e la polemica diventa scontri, quasi fisico. La parlamentare, l’ultima ad intervenire prima del voto finale del provvedimento, che passa con 132 sì, 86 no e un astenuto diventando legge, attacca direttamente Giuseppe Conte e Roberto Speranza definendoli “il peggior presidente del Consiglio e il peggior ministro della Salute della storia”. Quindi dichiara, tra i cori di “vergogna-vergogna” che si alzano dai banchi del centrosinistra, che i due sono stati “condannati”. Ed è a questa affermazione che alcuni deputati, urlando, si scagliano nell’emiciclo scatenando una tale confusione che alla fine il presidente di turno Fabio Rampelli è costretto a sospendere la seduta per diversi minuti.
In questo frangente avviene l’episodio che vede protagonista il deputato dem (si tratta di Arturo Scotto, come ha confermato lui stesso nel pomeriggi di giovedì) e il sottosegretario Bignami. Durante lo stop, fonti Pd raccontano anche che lo stesso Rampelli sia sceso dallo scranno della presidenza per affrontare faccia a faccia Speranza e Conte, che cercavano di difendersi dalle accuse di Buonguerrieri. Ma, alla ripresa dei lavori, la deputata è ancora un fiume in piena e gridando assicura che “lei ci vuole vedere chiaro” su quello che è successo, “che lei vuole sapere come mai in Italia ci siano stati più morti che in tutti gli altri paesi d’Europa”. Affermando che “solo FdI è riuscito a trascinare in tribunale Conte e Speranza dove sono stati condannati”, ribadendo di nuovo l’accusa fatta poco prima che aveva mandato l’opposizione su tutte le furie.