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Fedez in Tribunale nel 2020: “Sono nullatenente. È tutto intestato alle mie società”. E il Codacons fa un esposto alla Finanza

L’associazione consumatori chiede di fare luce sulle società riconducibili a Fedez allegando alle proprie supposizioni generali un rapporto tecnico stilato da Gian Gaetano Bellavia - già consulente di Report – dove viene ricostruito lo schema in cui sarebbero riassunti tutti “gli asset riconducibili al rapper"

di Davide Turrini

Fedez si dichiara “nullatenente”. Questa la risposta di Federico Leonardo Lucia ad una domanda ricevuta in tribunale a Milano nel 2020. La dichiarazione è riportata in un esposto che il Codacons ha inviato alla Fiamme Gialle di Roma e Milano nei giorni scorsi. “Nullatenente direi, perché è tutto intestato alle società mie, quindi nullatenente”, rispose quindi Fedez ai magistrati di fronte alla richiesta di delucidazioni sul fatto se fosse intestatario di beni immobili o beni mobili registrati come navi, motociclette, automobili, ecc… A questo punto il Codacons, che non ha mai avuto con il rapper un rapporto di grande sintonia e stima, ha scritto nel suo esposto che il cantante avrebbe usato “un’espressione che, in maniera sintetica ma efficace, fa emergere una personalità incline a “sfruttare” a proprio vantaggio i meccanismi mediante cui si celano le ricchezze personali, situazione questa dove è molto frequente possano annidarsi situazione di elusione fiscale o di vera e propria evasione”.

L’associazione consumatori chiede allora di fare luce sulle società riconducibili a Fedez allegando alle proprie supposizioni generali un rapporto tecnico stilato da Gian Gaetano Bellavia – già consulente di Report – dove viene ricostruito lo schema in cui sarebbero riassunti tutti “gli asset riconducibili a Fedez e tutte le modifiche degli assetti societari che hanno coinvolto le società del rapper”. Dalla relazione di Bellavia, scrive il Codacons, si deduce che tutta la situazione finanziaria del rapper è riconducibile alla società Zedef. Società che fa capo alla famiglia di origine di Fedez ovvero al padre e alla madre, a loro volta investiti da importanti cariche nella Zedef stessa.

Secondo il Codacons in cinque anni si sarebbero succedute numerose operazioni straordinarie che hanno portato il gruppo ad assumere assetti sempre diversi adottando pratiche che evidenziano “la padronanza con sistemi consulenziali raffinati e di elevato grado di complessità che vanno oltre una semplice esigenza economica o di sviluppo, come peraltro emerge dalla lettura dei relativi atti notarili (estremamente articolati) e dai flussi finanziari, ben rappresentati negli allegati documenti, che restituiscono un’operatività fiscale molto molto complessa”. Come riporta il Corriere dela sera, l’esposto è stato presentato in coincidenza con l’udienza davanti al Gup del Tribunale di Roma per decidere sul rinvio a giudizio di Fedez per il reato di calunnia ai danni del Codacons. Infatti il rapper e l’associazione consumatori sono ai ferri corti da tempo, ovvero da quando Fedez accusò il Codacons di un presunto banner ingannevole pubblicato nel 2020 sul loro sito in tema di Coronavirus. La Procura di Roma chiese poi al Tribunale di processare Fedez per calunnia.

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