Julian Assange è cittadino onorario di Roma. L’assemblea capitolina, con 27 voti favorevoli e due contrari, ha deciso di lanciare un segnale in favore della libertà di stampa dopo altre città italiane come Napoli e Reggio Emilia. Una decisione che è sembrata in bilico fino all’ultimo, con il Pd che aveva rimandato il voto dopo aver firmato la delibera e oggi ha appoggiato la decisione come tutta l’Assemblea, tranne Italia Viva.
“Finalmente ce l’abbiamo fatta. La delibera per il conferimento della cittadinanza onoraria a Julian Assange è stata approvata – ha commentato l’ex sindaca M5s di Roma Virginia Raggi, prima firmataria assieme alla capogruppo M5s Linda Meleo e al capogruppo della Civica Raggi Antonio De Santis – È un momento di grande soddisfazione per chi, come noi, crede che la Capitale debba lanciare un segnale importante a favore di un uomo i cui diritti fondamentali sono stati ripetutamente violati. Adesso Gualtieri convochi la moglie di Assange, Stella Moris, entro venti giorni per conferirle l’onorificenza. Sarà un grande giorno per Roma e per la libertà di informazione”.
Chi invece si è opposto al riconoscimento della cittadinanza onoraria al fondatore di Wikileaks, in carcere in Gran Bretagna con il rischio sempre più alto di essere estradato negli Stati Uniti, dove lo attende una condanna a vita in una prigione di massima sicurezza, è Italia Viva: “Abbiamo votato contro – hanno spiegato i consiglieri Valerio Casini e Francesca Leoncini – Non si tratta di mettere in discussione la centralità di valori universali come la libertà di stampa, la democrazia e il rispetto dei diritti umani. Quella di Assange è infatti una vicenda ben diversa, dai contorni opachi, ancora da definire dal punto di vista giudiziario e soprattutto che nulla c’entra con una battaglia in difesa di quei valori. Le sue azioni hanno messo a repentaglio la sicurezza e la vita di molti”.