“La nostra riforma sulle intercettazioni ha attuato solo il minimo sindacale e quindi sarà seguita da altre ben più importanti. Mi riferisco a tutta la parte relativa alla disciplina del sequestro dei telefonini e degli smartphone“. Lo dice ai microfoni di 24 Mattino, su Radio 24, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, confermando, come anticipato dal Fatto Quotidiano, la volontà del governo di intervenire per limitare le informazioni utilizzabili dopo il sequestro di un cellulare e renderle segrete almeno fino a un’udienza davanti alle parti.
Il Guardiasigilli spiega: “Sulle intercettazioni noi ragioniamo e abbiamo ragionato fino a ieri in termini abbastanza grossolani, pensando al maresciallo che ascolta le telefonate. Oggi in realtà le comunicazioni avvengono sostanzialmente con un cellulare e sequestrare un cellulare non implica solo captare le conversazioni tra tizio e caio, ma significa anche sequestrare una vita. E non solo quella dell’indagato, ma anche degli altri, perché in un cellulare vi sono chat che con la funziona ‘Inoltra’ sono inviate a un’altra persona. Ma in quelle conversazioni ci possono essere addirittura immagini radiografiche, foto intime, dichiarazioni di redditi”.
E chiosa: “Insomma, in un cellulare c’è una vita intera e questa non può essere messa nella mani di un pm che poi con una firma se ne impossessa e magari dopo non vigila abbastanza sulla sua divulgazione“.