Una confessione, le scuse e una ironica rettifica. Arturo Scotto viene allo scoperto: è lui il deputato del Pd che mercoledì sera, durante l’infuocata seduta parlamentare sull’istituzione della commissione d’inchiesta Covid, ha detto “meglio vestito da nazista che da c…e quale sei” al sottosegretario alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, noto per essersi vestito da SS in un Carnevale di tanti anni fa. “Ho pronunciato senz’altro nella stessa frase le due espressioni”, dice Scotto in un post su Facebook dopo aver ripercorso la genesi della sua espressione. “Vorrei tuttavia rettificare. In ogni caso, è comunque meglio andare in giro da c…e che da nazista. Scelga lui, ma secondo me peggio di nazista non c’è nulla. E con i nazisti non sono abituato a parlare”, ha scritto sui social.

Il deputato dem aveva spiegato in precedenza come si era arrivati a quella espressione, non rinnegata: “Durante il pessimo dibattito alla Camera dei Deputati sulla Commissione Covid, mi sono avvicinato ai banchi del Governo per sollecitare il sottosegretario alla Salute Gemmato a far abbassare i toni. Lo stesso hanno fatto successivamente il collega Sarracino e il collega Pagano, animati dallo stesso obiettivo”.

La seduta, prosegue, “era diventata una bolgia ed emergeva in maniera evidente la voglia di vendetta che attraversava questa forzatura della destra”. L’intervento della collega di Fratelli d’Italia, Buonguerrieri, “era un comizio in piena regola che oltre a riecheggiare i soliti slogan dei no vax era pieno di notizie false”, precisa in riferimento all’inesistente condanna di Giuseppe Conte e Roberto Speranza alla quale ha fatto riferimento la deputata meloniana.

E qui inizia la vicenda con il membro del governo, anche lui di Fdi: “Accanto a lui c’era il viceministro Bignami, evidentemente tronfio per aver portato a casa questa specie di Tribunale speciale contro gli avversari politici, che si è intromesso nel colloquio tra me e Gemmato rivendicando che le denunce a Conte e Speranza le aveva fatte lui e che era meglio che non gli rompevo i coglioni. Esattamente così. Non proprio una frase degna di chi siede al governo, come gli ha detto il collega Pagano diviso dai banchi del Governo dal collega Sarracino che ha fatto da forza di interposizione, diciamo”.

Momenti concitati: “Gli ho risposto per le rime, sicuramente sbagliando. E me ne scuso perché è un linguaggio che preferisco sempre evitare nella vita pubblica come in quella privata. Meglio quando si veste da nazista a carnevale che da c…e qual è: più o meno mi sarebbe scappata questa battuta nella foga del diverbio, secondo le cronache”. E lì, la nuova battuta: “Vorrei tuttavia rettificare. In ogni caso, è comunque meglio andare in giro da c…e che da nazista. Scelga lui, ma secondo me peggio di nazista non c’è nulla. E con i nazisti non sono abituato a parlare”.

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