Quattro pazienti sono morti nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, a causa dell’interruzione dell’elettricità e del flusso di ossigeno. L’esercito israeliano ha preso d’assalto la struttura sostenendo di avere informazioni sulla presenza di corpi degli ostaggi presi il 7 ottobre. Intanto lo scenario più temuto sta diventando realtà: dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha dato istruzione all’esercito di presentare un piano di evacuazione della città di Rafah, ora dal ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz arriva un aut aut. “O i nostri ostaggi torneranno o espanderemo l’operazione a Rafah”. Venerdì 16 febbraio i media israeliani hanno riferito di un sospetto attacco terroristico avvenuto a Kiryat Malachi, a est di Ashdod: un attentatore palestinese ha aperto il fuoco vicino a una fermata dell’autobus uccidendo due civili israeliani.
“Riteniamo le forze di occupazione israeliane responsabili della vita dei pazienti e del personale, considerando che il complesso è ora sotto il loro pieno controllo”, ha affermato in una nota il ministero della Sanità di Gaza, come riporta Al Jazeera. “Facciamo appello a tutte le istituzioni internazionali affinché intervengano rapidamente per salvare i pazienti e il personale dell’ospedale Nasser prima che sia troppo tardi”, ha aggiunto il Ministero affermando che due donne hanno partorito in condizioni “disumane”, senza elettricità, acqua e riscaldamento.
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato il raid: “Ribadiamo ancora una volta che gli ospedali devono essere tenuti fuori dai combattimenti, non devono essere soggetti ad alcun tipo di azione militare. Qualsiasi tipo di azione militare contro un ospedale deve essere condannata”, ha affermato il portavoce Stephane Dujarric citato dai media internazionali. Un corrispondente di Al Jazeera ha parlato di “presenza di militari” e con “tank pesanti ed artiglieria che hanno aperto il fuoco” in diversi reparti. “Decine sono rimasti feriti negli attacchi – riferisce ancora l’emittente – questa è la più grande struttura sanitaria del sud di Gaza che ora è completamente fuori servizio, l’intero staff medico è stato circondato, con le mani legate dietro la schiena”.
Medici senza frontiere aveva già segnalato morti e feriti nel complesso ospedaliero: “Siamo stati costretti a lasciare la struttura”, sottolinea l’Ong, mentre dall’ospedale avevano fatto sapere che i generatori elettrici non funzionavano più e che la vita di diversi pazienti, inclusa quella di tre bambini nati prematuri e di sei ricoverati in terapia intensiva, era a rischio. Giovedì sera il ministero della Sanità di Gaza ha affermato che l’ospedale “è diventato una base militare” e ha riferito che centinaia di pazienti e membri del personale sono stati trasferiti in un vecchio edificio nel complesso ospedaliero, dove scarseggiano cibo, acqua e latte per i bambini. “Le forze israeliane hanno istituito un posto di blocco per le persone che lasciavano il complesso e uno dei nostri colleghi è stato arrestato. Chiediamo di preservare la sua sicurezza e di proteggere la sua dignità. Chiediamo di fermare immediatamente questo attacco, che minaccia il personale medico e i pazienti intrappolati all’interno della struttura”, scrive Msf su X.
L’esercito israeliano sostiene di avere informazioni credibili che corpi degli ostaggi catturati il 7 ottobre da Hamas si trovino nella struttura. “Portiamo a termine operazioni di recupero mirate, come abbiamo fatto nel passato, dove la nostra intelligence ci indica che vi possano essere corpi degli ostaggi”, recita un comunicato dell’Idf. Un portavoce ha annunciato che sono stati arrestati più di venti uomini accusati di essere coinvolti nel massacro del 7 ottobre. Il portavoce ha anche precisato che i militari hanno trovato un deposito di armi all’interno del complesso ospedaliero.
Intanto i media israeliani hanno riferito del sospetto attacco terroristico avvenuto a Kiryat Malachi, località a est di Ashdod, non lontano dalla Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato, un attentatore palestinese ha aperto il fuoco vicino a una fermata dell’autobus uccidendo due civili israeliani. Il servizio di soccorso israeliano Magen David Adom ha riferito che i suoi medici stanno inoltre curando 4 persone ferite. Lo riporta il Times of Israel, citando l’Ospedale Kaplan, secondo cui due dei feriti sono in condizioni serie e altri due in condizione moderate. L’assalitore, precisa il sito, è stato colpito e ucciso da un civile sul posto. L’attentatore è un palestinese del campo profughi di Shuafat, nei sobborghi di Gerusalemme. Lo fa sapere la polizia, che ha chiuso l’ingresso al campo per agevolare le indagini e comprendere se l’uomo abbia agito da solo o con la complicità di altri. “Continueremo a combattere fino alla vittoria con tutte le nostre forze, ovunque, su tutti fronti, fino a che non riporteremo sicurezza e pace per tutti i cittadini di Israele” ha affermato Netanyahu commentando l’attacco.