Maurizio, 68 anni, dal 2019 soffre di una patologia degenerativa incurabile. “Ho scritto una lettera al ministro della Salute Orazio Schillaci e alla ministra della Ricerca Annamaria Bernini per chiedere di rimuovere il divieto di donazione alla ricerca scientifica degli embrioni non idonei per una gravidanza. Perché questo ci toglie la speranza di trovare una cura definitiva per chi, come me, soffre di malattie oggi incurabili come il Parkinson”, racconta nel corso di una conferenza stampa alla Camera, organizzata dall’Associazione Luca Coscioni, nel ventennale della legge 40 sulla fecondazione assistita. Norma, già smontata da varie sentenze della Corte costituzionale, che presenta però ancora molti divieti discriminatori “contro il diritto alla salute e alcune libertà fondamentali sancite dalla nostra Costituzione”, rivendicano. Maurizio non è l’unica vittima della legge 40 a raccontare la sua storia. C’è Ludovica, che con la sua compagna è stata costretta ad andare all’estero per accedere alle tecniche di fecondazione assistita, dal momento che in Italia è vietato alle persone single e alle coppie dello stesso sesso di accedere alla PMA: “Mio figlio è tale a tutti gli effetti: ha il mio patrimonio genetico, portato in grembo dalla mia compagna. Eppure all’anagrafe, nell’atto di nascita, risulta figlio di genitore single, è riconosciuta soltanto la madre partoriente. In pratica, per lo Stato noi non siamo nessuno, io non sono nessuno per lui, lui nessuno per me”, denuncia. Per questo, è ricorsa in tribunale per ottenere il riconoscimento della genitorialità nei confronti di suo figlio.
Per superare il divieto di accesso alla fecondazione assistita ai danni delle persone singole, l’Associazione Luca Coscioni sta assistendo anche Maria Sole Giardini, affetta dalla sindrome di Rokitansky (nata senza utero, ma fertile in quanto produce ovociti, di fatto impossibilitata a portare avanti una gravidanza) e Christian De Florio e Carlo Tumino (“Papà per scelta”), genitori grazie alla gravidanza per altri negli Stati Uniti. “L’attuale esecutivo sta portando avanti una crociata contro le nostre famiglie, contro i nostri bambini. La proposta di legge Varchi (quella sul ‘reato universale, già passata alla Camera, ndr) ci spaventa, criminalizza scelte libere e consapevoli”, spiegano. L’Associazione Luca Coscioni, come ha ricordato la segretaria Filomena Gallo, “ha depositato in Parlamento una legge per regolamentare la gravidanza per altri solidale, perché se con le persone siamo insieme a combattere nei tribunali, quando ci vuole una norma dovrebbero essere Camera e Senato a esprimersi, allo stesso modo come anche la Consulta ha chiesto – invano – al Parlamento di legiferare, per eliminare le discriminazioni”. Eppure, come precisa anche Benedetto Della Vedova (+Europa) c’è la consapevolezza che in Aula poco si potrà fare, considerata sia la maggioranza di governo di destra, sia il fatto che anche nel centrosinistra il tema sia a dir poco divisivo. Basta ricordare come nel passaggio a Montecitorio, durante il dibattito sulla proposta di legge del centrodestra che introduce il ‘reato universale’, il centrosinistra finì frantumato sull’emendamento Magi sulla gpa solidale.
Eppure, ricorda Gallo, “sono ancora tantissime le discriminazioni. Più volte si è però riusciti a scardinare divieti incostituzionali. Con l’intervento della Corte costituzionale e con i divieti cancellati, dal 2010 nascono circa 14 mila bambini ogni anno che altrimenti non sarebbero mai nati”, ha sottolineato. Tante le richieste oggi rilanciate, dall’inserimento nei livelli essenziali di assistenza della diagnosi pre-impianto dell’embrione, “dato che i Lea emanati nel 2017 non prevedono a carico del Servizio sanitario nazionale le tecniche di indagine clinica diagnostica sull’embrione, nonostante siano lecite e previste dalla Legge 40”. E ancora, continua Gallo, “nel nostro paese per l’applicazione delle tecniche eterologhe i centri di fecondazione autorizzati sono costretti a importare dall’estero i gameti. Così come manca anche un censimento aggiornato degli embrioni crioconservati non idonei per una gravidanza e di quelli cosiddetti in stato di ‘abbandono'”.