Mentre l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva è ormai alle porte, continua lo scontro tra Acciaierie d’Italia e i tre commissari straordinari: la società, in una lettera firmata dall’amministratore delegato Lucia Morselli e dal direttore Affari legali e societari Giuseppe Montin, ribadisce di non avere intenzione di fornire le informazioni da loro richieste il 13 febbraio scorso per poter continuare l’ispezione del sito di Taranto, effettuata il 2 febbraio scorso e finita anzitempo causa rifiuto dei vertici di AdI di fornire dati su produzione e giacenze. Rivendicando che non sussiste “qualsivoglia obbligo ai sensi del contratto di fornire le predette informazioni”. Venerdì mattina, poi, Morselli ha querelato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, per un’intervista a Repubblica in cui afferma che la manager “in parlamento ha detto solo bugie” quando ha sostenuto che non ci sono problemi produttivi e di mercato ma solo di “liquidità per far funzionare la macchina”.
All’affermazione dei commissari secondo i quali “in assenza delle informazioni preliminari richieste, continuare l’ispezione sarebbe stato del tutto inutile, posto che il team ispettivo non sarebbe stato in grado di verificare lo stato di conservazione degli impianti e la conformità della gestione al piano industriale concordato”, Acciaierie d’Italia oppone che “è evidente come le informazioni richieste non siano in alcun modo conditio sine qua non per l’effettuazione dell’ispezione. Ribadiamo quindi che non esiste alcun obbligo imposto alla scrivente di fornire prima, durante o dopo l’ispezione una o più informazioni da voi richieste e che altre ispezioni sono state eseguite indipendentemente dai dati forniti”. E questo è “di per sé ampiamente sufficiente a delegittimare in toto” ogni pretesa. Non solo: al rilievo mosso dai commissari “di non avere ancora consegnato i Programmi delle manutenzioni, tanto che” Ilva in As ” è stata costretta ad incardinare un giudizio sommario di cognizione innanzi al Tribunale di Milano per ottenerne la consegna coattiva”, Adi riferisce di aver provveduto a “inviarVi, nell’ambito dei report trimestrali (da ultimo, in data l° febbraio 2024 e relativamente al quarto trimestre 2023)”.
Adi risponde anche a quanto scritto da Ilva in as relativamente al fatto che “nell’ambito della procedura di composizione negoziata della crisi avviata da Acciaierie d’Italia S.p.A., quest’ultima ha presentato un piano che si discosta sostanzialmente dal piano industriale applicabile allegato al contratto di affitto”: “Ci limitiamo a ricordarVi che il Contratto non attribuisce al Piano Industriale Applicabile carattere immodificabile, ma contempla espressamente la possibilità che vi siano degli scostamenti necessari a far fronte al mutevole contesto economico e di mercato come peraltro già ripetutamente avvenuto in passato”, sottolinea Acciaierie d’Italia.
Intanto le aziende dell’indotto dell’ex Ilva sono state convocate a Palazzo Chigi per un incontro con i rappresentati del governo lunedì 19 febbraio, alle 18. Al tavolo sono state chiamate Aigi, Casartigiani Puglia, Cna Taranto, Confindustria Taranto, Confapi Taranto, Confartigianato Puglia e Federmanager. Al centro del confronto rimane la richiesta già da tempo avanzata delle imprese: avere garanzie certe che i crediti vantati con Acciaierie d’Italia non saranno persi nell’eventualità in cui l’esecutivo decisa di ricorrere all’amministrazione straordinaria. Lo stesso giorno, a stretto giro, seguirà l’incontro con i sindacati per fare il punto sulla vertenza. Nelle stesse ore attivisti e delegati Usb saranno davanti alla Prefettura di Taranto per protestare “affinché si decida e si proceda velocemente e in maniera efficace a sostegno dei lavoratori che, non avendo le retribuzioni e quindi gli strumenti necessari per andare avanti, rischiano il fallimento delle rispettive famigli”, scrivono in una nota Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’esecutivo confederale Usb.