Il calo dei prezzi energetici dopo la fiammata seguita all’invasione russa dell’Ucraina si fa sentire sui conti dell’Eni. Il gruppo dell’oil&gas partecipato da Cassa depositi e prestiti ha registrato nel 2023 un utile netto di 4,7 miliardi, in calo del 66%, mentre l’utile netto adjusted è sceso del 38% a 8,2 miliardi. Nel 2023 il Cane a sei zampe ha aumentato del 3% la produzione di idrocarburi a 1,65 milioni di barili di olio equivalenti al giorno. Nel solo quarto trimestre dell’anno scorso la crescita è stata del 6% a 1,70 milioni di barili rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel quarto trimestre l’utile operativo adjusted del settore E&P (esplorazione e produzione) è stato di 2,4 miliardi (-17% rispetto al quarto trimestre 2022), “impattato dall’indebolimento dei prezzi di realizzo, in parte compensato dalla notevole ripresa della produzione di idrocarburi”.
L’ad Claudio Descalzi ha rivendicato “un altro anno di eccellenti risultati, nonostante uno scenario incerto e volatile” e ha detto che ci sono stati progressi “nella nostra strategia di creazione di valore, di decarbonizzazione e di contestuale garanzia di stabilità e affidabilità delle forniture energetiche”. Il piano di decarbonizzazione, giudicato del tutto insufficiente dalle associazioni ambientaliste, prevede “progetti a gas e a contenute emissioni” e impegno per “aumentare in maniera rilevante la presenza nel settore delle nuove energie. Enilive, attiva nei business dei biocarburanti e dei servizi di mobilità, ha ampliato la propria presenza internazionale attraverso l’acquisizione della partecipazione del 50% nella bioraffineria di Chalmette negli Stati Uniti e l’accordo di joint venture con LG Chem per la realizzazione di un nuovo impianto in Corea del Sud. Plenitude ha raggiunto i 3 GW di capacità rinnovabile”.
“Abbiamo recentemente finalizzato l’acquisizione di Neptune che, con il suo portafoglio prevalentemente a gas, e sinergico ai nostri asset in Nord Europa, Indonesia e Nord Africa, costituirà un elemento chiave per i nostri piani di sviluppo”, ha aggiunto Descalzi. “Nel 2023 abbiamo avviato nel rispetto dei tempi e dei budget i due rilevanti progetti Baleine in Costa d’Avorio e Floating GNL Congo (fase 1). Grazie agli straordinari successi esplorativi in Indonesia e in altre geografie abbiamo confermato la nostra leadership nel settore”. Nessun riferimento alla contestata licenza per l’esplorazione delle acque antistanti Gaza a un consorzio che comprende Eni e altri operatori internazionali. “Il contratto è ancora in via di finalizzazione”, ha spiegato il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, al question time alla Camera. “Il consorzio non ha perciò alcuna titolarità sull’area né sono in corso operazioni, che avrebbero comunque funzione esplorativa”.