Fuori Luigi Valerio Sant’Andrea, ex commissario alle opere che ha provato per quasi tre anni a barcamenarsi fra i ritardi dei lavori e le richieste della politica, per poi essere alla fine travolto da entrambi; dentro Fabio Massimo Saldini, direttamente dal vertice di Pedemontana Lombarda, dunque un esperto di strade gradito alla Lega. Così Matteo Salvini ha messo le mani sui Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. L’ennesimo ribaltone olimpico è cosa fatta. Dopo la Fondazione – cioè il Comitato organizzatore vero e proprio, con l’avvicendamento la scorsa estate fra l’ex ad Vincenzo Novari e il nuovo, scelto dal governo Meloni, Andrea Varnier – cambiano i vertici anche di Simico, la società pubblica che si occupa degli appalti. Insomma, per fare un paragone calcistico è come se una squadra cambiasse due volte allenatore nel corso dello stesso campionato. Il che la dice lunga sulla situazione disperata a Milano-Cortina. Più che tecnica, però, la svolta in questo caso sembra soprattutto politica. Dettata dalla voglia di Salvini di incidere direttamente su quelli che in fondo dovevano essere i Giochi dell’autonomia.
Il prologo c’era stato un paio di settimane fa, quando come un fulmine a ciel sereno era arrivato in Consiglio dei ministri un decreto d’urgenza su Simico, partecipata del Ministero dei Trasporti (e quindi di competenza di Salvini). Il provvedimento spostava la competenza di alcune opere in capo ad Anas, ma si trattava solo di 5 interventi su oltre 70 programmati. Evidente che il vero motivo fosse un altro: rivoluzionare i vertici della società e piazzare i propri uomini di fiducia. Come anticipato dal Fatto, il commissario Sant’Andrea aveva i giorni contati, visto che la modifica statutaria azzerava automaticamente il Cda. Così è stato. Paradossalmente, Sant’Andrea viene scaricato proprio dalla politica che così tanto ha assecondato negli ultimi mesi, andando dietro alle follie sulla pista di bob, da mantenere in Italia a ogni costo, per cui Simico ha bandito non una ma due gare. Paga poi le sue aderenze, lui, romano, uomo dell’ex ministro Luca Lotti, con buoni contatti anche in Veneto e nella Lega, ma nella corrente che fa riferimento al governatore Zaia, non certo gradito a Salvini. Oltre al generale ritardo dei lavori, ereditato dal passato ma ancora clamoroso sotto la sua gestione.
Spazio dunque alle nuove nomine, in cui si vede chiaramente la matrice salviniana e lombarda. Se alla presidenza è confermata Veronica Vecchi, profilo tecnico, come amministratore delegato con poteri commissariali viene scelto Fabio Saldini, dirigente di Pedemontana Lombarda: sui suoi profili social, spiccano le foto con Salvini e l’amicizia con Paolo Berlusconi. Un tecnico, dunque, ma di area. L’altra casella ministeriale invece è riempita da Manuela Manenti, ingegnera storicamente vicina a Guido Bertolaso, di cui è stata braccio destro ai tempi della Protezione Civile e più di recente anche in Lombardia durante l’emergenza Covid. Completano il Cda Angelo de Amici (confermato come rappresentante della Lombardia) e Maria Rosaria Anna Campitelli, manager di Cav (Concessioni Autostradali Venete), citata nelle carte della recente inchiesta su Anas (ma totalmente estranea all’indagine), perché quella poltrona era finita nel mirino del giro di Verdini jr. I ministri Matteo Salvini ed Andrea Abodi esprimono “soddisfazione per il rinnovo degli organi sociali avvenuto con la massima celerità”. Contenti loro: a meno di due anni dall’inaugurazione anche Simico riparte praticamente dal via.