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Morte Navalny, la Lega si smarca dal coro di accuse a Putin. Crippa: “Presto per parlare, non ci sono ancora prove”

Mentre dalla Casa Bianca il presidente Usa Joe Biden punta il dito contro Vladimir Putin, accusandolo di essere il “responsabile della morte di Alexei Navalny“, in contemporanea in Italia la Lega si smarca dal coro di accuse. “Aspettiamo che si faccia luce, non additiamo responsabili finché non ci saranno prove oggettive“, dichiara il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa. Una posizione molto diversa non solo rispetto a quella dei partiti di opposizione e di vertici dell’Unione europea ma anche rispetto agli stessi alleati di governo.

Mentre da Matteo Salvini non arriva alcun commento, neppure sui social, sulla morte del dissidente russo, il partito si era limitato a una nota dove esprimeva “profondo cordoglio”, ritenendo “doveroso” fare “piena luce” sulla scomparsa “sconcertante” di Navalny. Ma è il vicesegretario della Lega ad entrare nel merito della vicenda, contestando anche le dichiarazioni del “giustizialista” Partito democratico, secondo cui il governo russo sarebbe responsabile della morte del dissidente: “Additare colpevoli mi sembra prematuro e inopportuno“, afferma Crippa: “Io non ho la sfera di cristallo – precisa – e non so cosa succede in Russia. Mi chiedo come lo facciano a sapere qui in Italia. Il Pd con una mentalità giustizialista, è già alla ricerca di colpevoli”.

Non solo, si spinge anche a definire positive le condizioni di detenzione del dissidente. A chi gli chiede se le condizioni di prigionia possano aver contribuito al decesso di Navalny, infatti, l’esponente leghista risponde: “Se stava bene due giorni fa, vuol dire che le condizioni di prigionia lo facevano stare bene“. “Se le condizioni in carcere in Russia sono pessime – conclude – non sarebbe dovuto stare bene due giorni fa. A meno che le condizioni di prigionia non siano cambiate in questi due giorni. Non lo so“.