di Sergio Ciliegi
Opporsi al premierato modello Meloni è legittimo, ma va precisato che opporsi in nome dei “Padri costituenti” rischia di essere solo retorica. L’articolo 138 della Costituzione che fissa le procedure per le revisioni della Carta è stato scritto proprio dai Padri costituenti, per cui una revisione adottata nel rispetto della lettera di quell’articolo sarebbe perfettamente legittima.
Io sono di sinistra, e a chi dell’attuale minoranza leva alte grida sui pericoli per la democrazia dico che chi è senza peccato scagli la prima pietra. Perché dev’essere chiaro che il più grave vulnus alla democrazia e alla sovranità popolare fu portato nel 1993 con la legge elettorale proposta da Sergio Mattarella (Mattarellum), con l’introduzione delle liste bloccate insieme alla abolizione delle preferenze – parte rigidamente mantenuta con le leggi elettorali successive, una di centrodestra (Porcellum) e una di centrosinistra (Rosatellum) e assai benvoluta da tutti i partiti, compresi i sedicenti eredi di Enrico Berlinguer, dimentichi del suo monito sui rischi per la democrazia derivanti da quella che definì occupazione dello Stato e delle istituzioni da parte dei partiti.
Quindi se i partiti del centrosinistra vogliono essere credibili nell’opposizione al premierato modello Meloni per amore della democrazia devono mettere in campo contestualmente una proposta di riforma elettorale che restituisca all’elettore la possibilità di scegliere i deputati tra più candidati del partito preferito, realizzando lo spirito (e forse anche la lettera: “La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto”) dell’articolo 56.
Diversamente può sorgere il dubbio che sia una opposizione di facciata, che nasconde l’inconfessabile logica perversa “potrebbe venirci utile se vinciamo noi le elezioni”.