Ha confessato e raccontato la 17enne fermata per la strage di Altavilla Milicia, di cui sono anche accusati il padre e una coppia. La ragazzina è stata considerata subito dopo il ritrovamento dei corpi straziati dei due fratelli e dei resti carbonizzati della madre, una sopravvissuta all’esorcismo messo in atto da Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Alla procuratrice Claudia Caramanna l’adolescente ha offerto “racconto spontaneo” per rivelare il suo “pieno coinvolgimento”. Ha raccontato che la madre e il fratellino erano “posseduti”.

“Atroci sofferenze delle vittime” – La ragazza, interrogata in presenza del suo avvocato, ha fornito un “resoconto agghiacciante, anche rispetto al suo contributo personale”, di quanto avvenuto nella casa di Altavilla a partire dal 1 febbraio. La ragazza, spiega una nota della procura, ha raccontato delle “torture subite dalla madre e dei fratelli, delle loro atroci sofferenze e dell’agonia fino alla morte”. Ha anche raccontato del modo in cui è stato dato fuoco al corpo della madre e di come hanno sepolto i resti. La 17enne è indagata per concorso in omicidio e occultamento di cadavere.

I due ragazzini, Kevin 16 (che avrebbe partecipato alle sevizie), ed Emanuel, 5 anni, sono stati trovati senza vita sui loro letti. Soffocati con una sciarpa e incaprettati con delle catene, probabilmente venerdì, il giorno del ritrovamento. Nella casa sono stati sequestrati attrezzi da camino coi quali sarebbero stati picchiati. Kevin ed Emanuel avevano anche degli strofinacci in bocca. L’assassinio della madre, Antonella Salamone sarebbe avvenuto, secondo gli inquirenti, prima di quello dei figli.

“I demoni in casa” – Secondo la ragazzina da anni, “i demoni” abitavano la sua casa e dovevano essere scacciati dalla madre e dal piccolo Kevin, particolarmente legato alla donna e quindi “abitato” dalle stesse figure demoniache. Una convinzione anche di Kevin che ad alcuni compagni del liceo artistico Renato Guttuso aveva mandato messaggi inquietanti. Uno degli alunni ha riferito l’ultimo ricevuto il 4 febbraio, pochi giorni prima del delitto che i carabinieri del reparto operativo di Palermo stanno ancora cercando di ricostruire. “Kevin scriveva che il suo fratellino di cinque anni gli diceva che c’erano i demoni in casa – racconta il compagno di scuola -. Demoni che avrebbero ucciso e distrutto la loro famiglia. Mi aveva anche detto che erano entrate in casa due persone che, se non sbaglio, venivano chiamate fratelli di Dio“.

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