La Cassazione ha dichiarato inammissibile l’istanza presentata dai legali di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, che chiedevano di poter analizzare i reperti dell’indagine. La difesa potrà solo visionare gli abiti e il Dna della vittima, ma non sottoporli a nuovi accertamenti. Si tratta di una sconfitta per Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che speravano di ottenere nuove prove a favore del loro assistito. Nel ricorso, i legali sottolineavano come una precedente sentenza della Cassazione – depositata il 26 luglio del 2023 – avesse autorizzato l’analisi dei reperti (leggings, slip, scarpe, felpa e giubbotto) “deve ritenersi irrevocabile, valida, vigente, intangibile e non può essere in alcun modo discussa”, ma avevano commesso un “evidente errore di fatto” facendo sì riferimento al provvedimento del 27 novembre 2019 – emesso dal presidente del tribunale di Bergamo – ma inserendo “erroneamente” la ‘nota’ del 2 dicembre 2019 (indirizzata esclusivamente all’Ufficio corpo di reati e non alla difesa).
Nota, e non decisione, in cui lo stesso giudice orobico aveva ‘rettificato’ la decisione di soli cinque giorni prima precisando “che l’autorizzazione concerne la mera ricognizione dei corpi di reato, rimanendo esclusa qualsiasi operazione di prelievo o analisi degli stessi”. In sintesi, a poche ore di distanza, il giudice aveva corretto se stesso e non era più possibile toccare gli abiti di Yara, né provare a ottenere nuove risposte dai campioni di Dna.
“Al netto della lettura delle motivazioni per esprimere un giudizio ponderato, la prima impressione è che quanto accaduto sia incredibile al punto di farmi dubitare che la giustizia esista. Il potere vince sempre”, ha commentato a caldo l’avvocato Salvagni. E ancora: “Se su Massimo Bossetti possono esserci ancora colpevolisti e innocentisti magari al 50 e 50, al 100% si può affermare che in quei reperti c’è qualcosa che noi non possiamo accertare: c’è la risposta che Massimo è innocente”. L’avvocato ha concluso: “Quei reperti sono sempre stati intoccabili e il perché è ormai evidente“. La difesa di Bossetti si è sempre detta convinta che l’analisi dei reperti avrebbe potuto scagionare il loro assistito, e la decisione della Cassazione rappresenta un duro colpo alle loro speranze.
La palla passa ora al Tribunale di Bergamo, che dovrà fissare una data per consentire alla difesa di visionare i reperti di Yara Gambirasio. La battaglia legale per Massimo Bossetti è destinata a continuare.