È giallo sulla fiction Rai dedicata a don Andrea Gallo. A scatenare la polemica, senza nemmeno volerlo, è stato un semplice interrogativo posto da Domenico Chionetti, braccio destro del prete di strada morto nel 2013, al sindaco di Genova Marco Bucci che in un post su Facebook annunciava nei giorni scorsi la messa in onda sul primo canale della serie dedicata a Goffredo Mameli: “La Rai avrebbe dovuto fare una fiction su don Gallo prima del Governo Meloni, questa è la produzione sostitutiva, un’occasione positiva senza dubbio ma perché cancellare e perdere l’altra?”. Una domanda per sapere che fine avesse fatto il lavoro già messo in campo dalla casa di produzione Titanus, che aveva contattato nel 2022 proprio la Comunità di San Benedetto al Porto e – nel novembre di quell’anno – aveva definito 27 giorni di lavorazione in 16 location diverse; erano pronte anche 185 pose per complessive ottantadue persone, fra attori e comparse.

A confermare il tutto a ilfattoquotidiano.it è proprio Chionetti: “Era ormai noto a tutti che si sarebbe girata in città una fiction per fare memoria della figura di don Andrea. La casa di produzione, pur non chiedendoci nulla in merito alla stesura dei testi, ci aveva chiesto la collaborazione per poter realizzare delle scene nei luoghi dove ha vissuto il don e avevamo dato la nostra approvazione. Poi non abbiamo saputo più nulla…”. A detta del braccio destro del sacerdote la realizzazione di uno sceneggiato in due serate non sarebbe stata esaustiva per narrare la vita di don Gallo, ma quel progetto sarebbe stato “generativo di memoria”.

La “sparizione” della produzione di don Gallo ha spinto il gruppo Verdi-Sinistra a chiedere ai vertici della Rai se la fiction sul prete di strada genovese sia stata sospesa e per quali motivi non sia stata ancora messa in onda, mentre il M5s ha presentato un’interrogazione (a firma Luca Pirondi). L’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un video sui social spiega di aver chiesto ai membri Pd della commissione di Vigilanza di porre direttamente la questione ai vertici della Rai. “È evidente che Don Andrea Gallo dà ancora fastidio ai potenti e fa ancora paura, se dopo undici anni dalla sua morte, ci si affretta a mettere in soffitta la fiction Rai che racconta la sua vita – scrive sui social il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni – Vorrei davvero capire per quale ragione un lavoro che era in fase avanzata già alla fine del 2022, sia scomparso così, dalla sera alla mattina. Fino ad adesso la Rai ha solo balbettato qualche motivazione, che però non convince. Dovranno adesso dare spiegazioni più chiare, perché di questo passo finiranno per distruggere il servizio pubblico. Non possono pensare di silenziare tutti quelli che a loro non piacciono”. A vedere un lato positivo della vicenda, in maniera ironica, è proprio Chionetti: “Don Gallo è riuscito a unire tutto il centrosinistra italiano. La verità è che la memoria della sua figura è temuta dai vertici Rai perché non conforme ai valori di questo Governo. Andrea è stato antifascista, partigiano, aveva una visione non proibizionista, era vicino al mondo dei trans, era a favore dell’educazione e non della punizione”.

Resta il fatto che sulla fiction si è aperto un caso nazionale. Massimo Veneziano, amministratore delegato della Titanus spa, ha sottolineato in un articolo riportato su La Stampa che “Rai Fiction non ha annullato il progetto ma lo ha posticipato. Contiamo di poterlo fare quest’anno o al più tardi nel 2025. Nessun retroscena politico, visto che la storia di don Gallo è bellissima e trasversale. Anche a noi non fa piacere questo rinvio ma capisco che far quadrare conti e produzioni Rai Fiction non sia facile”.

Diversa la versione ufficiale della Rai che in un comunicato stampa scrive: “In riferimento a interrogazioni parlamentari, dichiarazioni e comunicati sulla fiction dedicata a Don Gallo, si precisa che tutta la vicenda relativa alla produzione ha avuto il suo inizio e la sua fine nel 2018, sei anni fa, con una governance del tutto diversa da quella attuale e in base a considerazioni editoriali fatte allora. La volontà di creare una polemica su decisioni maturate e prese da altri vertici aziendali ormai molti anni fa, pertanto, appare del tutto strumentale e ingiustificata”. Il giorno prima in un altro comunicato la Rai aveva precisato che “l’idea risalente al 2020 non è mai stata concretizzata. Di conseguenza nessun progetto produttivo è stato preso in considerazione da Rai Fiction”.

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