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“Non chiamatelo caso Ghali, per me era solo il caso di parlarne”. Le parole del cantante dopo le polemiche

Il cantante replica a chi lo ha criticato per lo "Stop al Genocidio" dal palco del Teatro Ariston di Sanremo

di Paolo Aruffo

“Quando penso che va tutto bene nella mia vita mi ricordo che nel mondo c’è qualche problema che non posso ignorare: non chiamatelo caso Ghali, per me era solo il caso di parlarne“. Queste le parole pubblicate su Instagram da Ghali, ieri venerdì 16 febbraio. Così il cantante – nato nel 1993 a Milano – torna sulle polemiche sanremesi. Dal palco del Teatro Ariston, infatti, Ghali non solo ha intrattenuto il pubblico con la canzone “Casa Mia” ma ha anche provato a sensibilizzare su un tema molto importante: la guerra. Così il suo “stop al genocidio”, a fine esibizione, ha fatto discutere. In molti hanno apprezzato il gesto, mentre qualcun altro no. Come l’ambasciatore israeliano, che subito era intervenuto dicendo: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”.

Allora Ghali aveva replicato così: “Mi dispiace che abbia risposto in questo modo, c’erano tante cose da dire. Ma per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista prima di salire su questo palco: ho sempre parlato di questo fin da quando sono bambino”. E ancora: “Il fatto che l’ambasciatore parli così non va bene, continua la politica del terrore, la gente ha paura di dire stop alla guerra, stop al genocidio, stiamo vivendo un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono viva la pace. Ci sono dei bambini di mezzo: quei bambini che stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, insegnanti, quanti geni ci sono lì in mezzo”.

Poi ancora polemiche con il comunicato Rai letto in diretta da Mara Venier, durante la puntata sanremese di Domenica In: “L’amministratore delegato Roberto Sergio ha dichiarato questo: ‘Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta”. Quindi Venier aveva concluso: “Sono le parole, che ovviamente condividiamo tutti, del nostro amministratore delegato Roberto Sergio”. Questo comunicato stampa aveva suscitato indignazione tra molti e Mara Venier aveva scelto di chiudere i commenti sotto le ultime foto pubblicate sui social, evidentemente diventate ritrovo di contestatori e – in taluni casi – hater.

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