Un cadavere nascosto, la “sindrome da morte improvvisa”, la testimonianza di un detenuto che sostiene sia sbagliato anche l’orario del decesso, i lividi sul corpo. Come è morto Alexei Navalny nella colonia penale IK-3 dove era detenuto da dicembre? E perché la Russia non restituisce la salma alla famiglia? A due giorni dal decesso dell’oppositore politico di Vladimir Putin, condannato a 19 anni di carcere, ci sono poche certezze, molti sospetti e diverse ipotesi sulle sue ultime ore di vita. Il giorno precedente a quella che secondo le autorità russe è stata una morte dovuta a problemi cardiaci arrivata dopo una passeggiata, Navalny era in forma ed era apparso in udienza sembrando in buone condizioni. Poi cosa è accaduto? E se il suo è stato un omicidio, cosa ha spinto Mosca a eliminare il dissidente a un mese dalle elezioni presidenziali?
L’ultima ipotesi
Ai misteri e alle incongruenze finora inestricabili – e che con ogni probabilità tali resteranno – si è ora aggiunta un’ipotesi rilanciata dal quotidiano popolare tedesco Bild, secondo il quale Navalny sarebbe morto “forse poco prima di una sua possibile liberazione” nell’ambito di uno “scambio di detenuti” tra Usa, Russia e Germania. “Putin voleva riavere l’assassino di Tiergarten”, Vadim Krasikov, sicario accusato di aver freddato un dissidente georgiano-ceceno nel parco del Tiergarten. “Lo ha persino accennato pubblicamente in un’intervista con Tucker Carlson. Si parlava della possibilità che Putin, in cambio, rilasciasse Navalny”, scrive il sito del giornale senza fornire altri dettagli in proposito. Navalny, è il ragionamento della Bild, è morto nel giorno dell’apertura della conferenza di Monaco, “esattamente un mese prima delle elezioni presidenziali in Russia e forse poco prima della sua possibile liberazione”. Solo due giorni prima, era circolato sui media un no-comment del Cremlino su un possibile scambio di prigionieri con gli Stati Uniti che chiedono il rilascio dell’ex marine Paul Whelan e del giornalista Evan Gershkovich, entrambi detenuti nelle carceri russe con accuse di spionaggio. Il giorno prima il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva dichiarato di aver parlato con Whelan in una rara telefonata concessa dalle autorità russe.
La pista dell’omicidio
“Un omicidio pianificato”, altro che “morte improvvisa” come sembra Mosca voglia liquidarla: il team di Navalny non ha dubbi che l’oppositore sia stato deliberatamente ucciso e accusa le autorità di non volere riconsegnare il corpo alla famiglia per “nascondere le tracce” del delitto. Il lungo viaggio notturno intrapreso dalla madre di Navalny e dal suo avvocato verso il distretto artico di Yamalo-Nenets, dove sorge la colonia penale IK-3 di Kharp in cui era rinchiuso, non ha fruttato notizie certe, a parte la conferma della morte, comunicata ufficialmente alla donna. Dal momento del loro arrivo nella regione, anzi, il viaggio si è trasformato in un’odissea, con il susseguirsi di notizie contraddittorie.
Dov’è la salma del dissidente?
Dalla città di Salekhard, dove sono atterrati, la madre di Navalny e il legale hanno raggiunto il carcere, distante 50 chilometri. Qui, ha fatto sapere la portavoce dell’oppositore, Kira Yarmysh, hanno dovuto aspettare due ore prima che un funzionario uscisse per dire loro che il corpo era stato portato in un obitorio a Salekhard, a disposizione del Comitato investigativo, che sta conducendo l’inchiesta. Tornati a Salekhard, i due hanno trovato la camera mortuaria chiusa, e alla richiesta di notizie ad un numero telefonico affisso alla porta qualcuno ha risposto che la salma non si trovava là. Ivan Zhdanov, dirigente della Fondazione anticorruzione di Navalny, ha riferito che però già alla colonia penale alla madre qualcuno aveva detto che Navalny era deceduto per una “sindrome da morte improvvisa”. Mentre all’avvocato, aggiunge il team di Navalny, è stato detto che“la causa della morte non è stata stabilita” e che la salma sarà trattenuta fino alla fine dell’inchiesta. Ovvero fino almeno alla settimana prossima, quando dovrebbero esserci i risultati degli esami istologici.
“Il corpo ha dei lividi”
Il suo corpo, secondo Novaya Gazeta Europe, si trova attualmente nell’ospedale di Salekhard, proprio dove sabato è stata negata la visita alla madre. L’autopsia non è stata ancora effettuata, almeno fino a sabato, riferisce il periodico indipendente, aggiungendo che, apparentemente, la salma presenterebbe diversi lividi, di cui uno sul petto. Novaya Gazeta cita un dipendente anonimo del servizio di emergenza secondo cui i lividi indicano che Navalny avrebbe avuto delle convulsioni prima della sua morte e potrebbe essere stato trattenuto dai dipendenti del campo di prigionia. Il livido sul petto indicherebbe che sono stati effettivamente effettuati tentativi di rianimazione. Tuttavia, l’informatore di Novaya Gazeta non avrebbe visto direttamente il corpo di Navalny dopo il decesso, ma è stato informato delle sue condizioni solo dai colleghi.
Il precedente avvelenamento
L’impossibilità che la famiglia e i legali possano vedere la salma di Navalny alimenta ovviamente i sospetti su una morte non naturale. Da un lato non si può escludere che l’oppositore sia deceduto per una morte violenta e, soprattutto, che sia stato vittima di un nuovo avvelenamento, come quello dell’agosto del 2020 in Siberia, quando gli fu somministrato il novichok, un agente nervino usato anche per cercare di sbarazzarsi di Sergei Skripal, un ex agente del Kgb accusato di essere un doppiogiochista a disposizione dell’Occidente, avvelenato insieme alla figlia Yulia a Salisbury, in Inghilterra. Far passare del tempo prima di far vedere e restituire il cadavere alla famiglia – che poi dovrebbe trovare il modo di eseguire un’autopsia indipendente – potrebbe essere una mossa funzionale a cancellare le tracce di un possibile avvelenamento. Dall’altro lato, è bene ricordare che Navalny era comparso in udienza il giorno precedente al decesso ed era sembrato in ottima salute. Misteri, sospetti e incongruenze che le autorità russe non stanno aiutando a fugare.