Le immagini sono inequivocabili. A gennaio 2024 la qualità dell’aria nella Pianura Padana è stata da maglia nera. In più casi, infatti, è stata superata la soglia critica delle concentrazioni di PM10. A riportarlo è un report dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che ha elaborato un’animazione che mostra l’andamento delle concentrazioni orarie del particolato nella Pianura Padana dal 1 gennaio al 31 gennaio 2024. I dati provengono dal servizio europeo di monitoraggio dell’atmosfera Copernicus noto come Cams, che monitora e prevede la qualità dell’aria su scala globale e regionale combinando osservazioni satellitari e sul posto di inquinanti atmosferici chiave.
A questo si aggiunge il dato di oggi registrato dal sito svizzero IQAir, che rileva la qualità dell’aria nel mondo basandosi sull’indice di qualità dell’aria degli Usa (Us Aqi): Milano sarebbe oggi tra le città più inquinate con un punteggio di 199, preceduta solo da Dacca in Bangladesh, Lahore in Pakistan e Delhi in India. La qualità dell’aria di Milano è indicata con il colore rosso e rientra nella categoria “non salutare”. IQAir indica che attualmente la concentrazione di PM2.5 a Milano è 29.7 volte il valore guida annuale della qualità dell’aria indicato dall’Oms. IQAir consiglia quindi di evitare l’esercizio fisco all’aperto, di chiudere le finestre in casa, di indossare una mascherina all’aperto e di utilizzare i purificatori d’aria. Va sottolineato che nessun ente istituzionale, a quanto è dato sapere, ha dato alcun tipo di raccomandazione come queste alla cittadinanza in queste settimane.
Il problema in Pianura Padana, una regione densamente popolata e altamente industrializzata, sottolinea l’Esa, è acuito dalla sua geografia e dalle sue caratteristiche meteorologiche. Circondata dalle Alpi a nord e dagli Appennini a sud, infatti, la Pianura Padana funge da bacino naturale, creando un microclima che spesso “intrappola gli agenti inquinanti”. In pratica durante determinate condizioni meteo, come le inversioni di temperatura, la valle diventa una conca dove gli agenti inquinanti, tra cui il particolato appunto e gli ossidi di azoto, si accumulano, determinando la crescita della concentrazione di inquinanti atmosferici. L’inquinamento, spesso, è maggiore in inverno quando si utilizza il riscaldamento e a causa delle inversioni di temperatura. In questo periodo, le concentrazioni di particolato fine e grossolano (PM2,5 e PM10) tendono ad aumentare, causando problemi per la salute.
Il PM10, infatti, si riferisce alle particelle sospese nell’aria ambiente con un diametro medio di 10 μm o inferiore e comprende polvere, polline e sottoprodotti della combustione ed, essendo inalabile, può avere un impatto sulla salute respiratoria. Il PM2,5, invece, compreso nel PM10, è costituito da una miscela di carbonio elementare, composti organici, metalli, nitrati e solfati, con particelle inferiori a 2,5 μm, e comporta rischi per la salute entrando nel flusso sanguigno attraverso i polmoni, causando malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e allergie. L’accumulo sia di PM2,5 che di PM10 costituisce quindi una seria preoccupazione per la salute umana. Il monitoraggio dei livelli di inquinamento è dunque fondamentale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Commissione Europea hanno fissato limiti rigorosi alla concentrazione media annuale di PM2,5 in prossimità della superficie (rispettivamente 5 µg/m3 e 25 µg/m3). Concentrazioni di PM10 superiori a 50 µg/m3 sono considerate pericolose e questa soglia non dovrebbe essere superata in nessun luogo per un numero specifico di giorni all’anno, generalmente fissato a 35 giorni.
“L’animazione mostra le concentrazioni orarie di PM10 nella Pianura Padana dal 1° gennaio al 31 gennaio 2024 – spiega infine l’Esa – Si può vedere chiaramente che la topografia e le condizioni meteorologiche uniche della valle contribuiscono all’accumulo di inquinamento da particolato e al degrado della qualità dell’aria, in particolare durante il clima stagnante”.