“È stata torturata con il phon, con la padella e con la pinza per il camino ed io ho assistito“. Sono i nuovi angoscianti dettagli raccontati della ragazza 17enne che ha partecipato all’assassinio della madre Antonella Salamone e dei due fratelli Kevin ed Emanuel seviziati e uccisi durante un folle rito di liberazione dal demonio ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. “Eravamo in cucina, mia madre era a terra con il volto in giù, ed erano presenti anche Sabrina, Massimo, Kevin e mio padre. La torturavano a turno, sia Sabrina che Massimo”, racconta ancora la ragazza parlando della coppia di palermitani, considerati gli ispiratori della strage. “Le passavano l’asciugacapelli con la massima temperatura in un punto del corpo, con la padella la colpivano sulla schiena. Hanno anche riscaldato la pinza per il camino con il fuoco e gliela hanno messa addosso. Mio padre guardava, io e Kevin eravamo in piedi e ci scambiavamo sguardi, capendo che la cosa non fosse normale“.
I delitti sono stati commessi dal padre Giovanni Barreca e da una coppia di amici, Massimo Carandente e Sabrina Fina. La ragazza e i tre adulti, fanatici religiosi, sono in carcere. “Io infatti ho detto a Kevin che volevo andarmene di casa“, prosegue: “Mia madre mi diceva di chiamare i carabinieri, ma io per paura di essere torturata non l’ho fatto. Mentre la torturavano le dicevano che era un demone. Questo fatto è avvenuto qualche giorno fa. Mia madre è morta il 9 febbraio. Sabrina e Massimo mi hanno detto che ha avuto un infarto, mentre si trovava distesa a terra in cucina”. La ragazza non chiamerà mai i soccorsi, neppure quando rimarrà sola in casa. Accanto al suo letto i carabinieri troveranno anche i telefoni delle tre vittime.
Il drammatico racconto prosegue poi con tutto il procedimento per liberarsi del corpo della madre. “Volevano farla cremare – racconta ancora la 17enne – l’hanno messa su delle tavole di legno e l’hanno portata nella parte sopra la mia casa, un terreno in salita, e l’hanno seppellita li, precisamente vicino ad una cascina. Hanno scavato la buca con piccone e pala, mio padre li aveva perché ogni tanto scavava buche. La buca l’hanno scavata mio padre e Kevin, e sempre loro l’hanno messa nella buca. Sabrina e Massimo guardavano, e dicevano di portare li tutte le cose di mia madre e metterle nel pozzo. Erano ad esempio tazze da collezione, attrezzi da cucina che dicevano fossero maledetti, alcune bomboniere. Poi hanno coperto e dato fuoco a tutto, compresa mia madre”. Questo è avvenuto “venerdì, mattina, tempo di fare tutto si è fatto venerdì pomeriggio”.
Poi è stata la volta anche del piccolo Manuel, anche lui torturato con il phon, e infine del fratello più grande. Chi era entrato per primo in quella casa aveva parlato di una scena raccapricciante. Una visione sconvolgente confermata anche dalle parole del procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio nel corso della conferenza stampa: “In tanti anni di carriera non ho mai visto nulla di più orribile“. L’autopsia sui corpi martoriati di Kevin ed Emanuel si è conclusa sabato sera. Per quanto riguarda i resti della mamma, si dovranno attendere ancora l’esame del dna e tutta una serie di indagini sulle ossa trovate seppellite e bruciate a poca distanza dalla villa degli orrori. Per stabilire invece le cause esatte che hanno provocato il decesso (gli investigatori hanno parlato di strangolamento o soffocamento) saranno necessari esami più approfonditi. I periti dovranno consegnare la loro relazione entro 90 giorni.