Chiama i Carabinieri e confessa subito il massacro: “Buonasera mi devo consegnare. Anche se vi dico perchè non ci credete”, dice al telefono Giovanni Barreca raccontando dell’uccisione della moglie Antonella Salamone, e dei suoi due figli, Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5 anni. “Quando uno vuole fare la volontà di dio gli spiriti si ribellano. Mia moglie era posseduta. In pratica è morta mia moglie. I demoni mi stanno mangiando pure a me. C’ho mio figlio, ho due morti e una l’ho lasciata lì“, continua Barreca, tra farneticazioni religiose, parlando con i Carabinieri.
L’unica rimasta viva nella casa ad Altavilla Milicia (nel palermitano) è la figlia maggiore, anche lei arrestata insieme alla coppia palermitana, Sabrina Fina e Massimo Carandente, che ha partecipato alle torture e alle uccisioni. È l’1.30 di domenica 11 febbraio quando al centralino del 112 arriva la telefonata di Giovanni Barreca: “La volontà di dio è fare le cose giuste. Gli spiriti mi hanno bloccato pure la macchina perchè non vogliono che vado avanti a fare la volontà di dio”, aggiungeva l’uomo cercando di spiegare ai carabinieri cosa era accaduto. “Mio figlio più piccolo è morto“, proseguiva. E il carabinieri dall’altro lato del telefono: “Dove è in questo momento lei?”.”A Casteldaccia“, rispondeva Barreca prima di essere raggiunto e arrestato. In realtà anche il secondo figlio era morto.
Antonella Salamone è stata uccisa giovedì scorso. Per prima. Il suo corpo è stato poi fatto a pezzi e bruciato prima di essere nascosto nel giardino di casa sotto un cumulo di pietre, terra e arbusti. Poi è toccato ai due fratellini. Sono stati seviziati e torturati per ore prima di essere uccisi. Un racconto horror confermato non solo dalla 17enne che ha confessato di avere partecipato al massacro insieme al padre e alla coppia di “amici” di famiglia ma anche dall’autopsia. “Rifarei tutto, dovevamo liberali dal diavolo”. È quanto ha raccontato la diciassettenne figlia primogenita di Giovanni Barreca. Per tutti loro l’accusa è di concorso in omicidio plurimo e aggravato e concorso in soppressione di cadavere.