“Sul palco sono disinvolti e sicuri di sé, ma spesso manca di identità. Molti vivono il rap da dietro un telefonino, poi quando sono sul palco hanno difficoltà a creare delle barre”. Parola di Fabri Fibra a FqMagazine. Il maestro del rap italiano è uno dei giudici speciali con Geolier e Rose Villain, entrambi reduci dal Festival di Sanremo 2024, di “Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia”. Il format, che sta collezionando successi in Francia, sbarca in Italia prodotto da Fremantle per Netflix, per cercare i nuovi protagonisti che segneranno la nuova scena rap italiana, con un premio in palio per il vincitore di 100mila.
Lo show in 8 episodi in totale è diviso in tre parti. Negli episodi 1-4, già disponibili, Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain partono da Roma, Napoli e Milano alla ricerca del miglior talento da portare sul palco. I tre giudici vengono aiutati nella scelta da Ernia, Fred De Palma, Ketama126, Lazza, Lele Blade, Nayt, Nitro, Rocco Hunt, Squarta e Yung Snapp.
Negli episodi 5, 6, 7 – disponibili da lunedì 26 febbraio – i rapper in erba si dovranno misurare con prove di freestyle, rap battle, videoclip e, soprattutto, nel featuring con Guè, Madame, Marracash e Noyz Narcos. La finale, disponibile da lunedì 4 marzo, vedrà al centro della battaglia i tre più meritevoli chiamati a presentare un brano originale.
FABRI FIBRA: “PRIMA DI FAR RAPPER SCRIVEVO SUL DIARIO” – Il maestro del rap nelle puntate di “Nuova Scena” dà anche preziosi consigli: “Cerco il politicamente severo e il giustamente scorretto. Per essere un rapper completo non devi semplicemente seguire un cliché vincente. Il cliché vincente già esiste e tu, invece, devi proporre qualcosa di tuo (…) Roma è stato teatro del mio battesimo musicale, avevo circa 20 anni. Ricordo di essere partito in macchina con altre persone, senza neanche sapere dove avrei dormito. Tutto perché volevo cantare al Circolo degli Artisti”.
E poi un aneddoto curioso: “Le prime cose che scrivevo non erano testi rap, erano dei pensieri che scrivevo in un diario segreto. Frasi personali, pensieri appunto. Il rap mi ha dato la forza di esprimermi, di aprirmi al mondo. Riuscire a farsi capire dalla gente non è così scontato a volte rimani vittima delle parole che usi. Dietro ci sono sempre delle scelte emotive”.
ROSE VILLAIN: “PER ME LA MUSICA NON È UN GIOCO” – “Io cerco l’autenticità, l’unicità, il contenuto e la tecnica. Vivo, scrivo e compongo a NY ma sono nata e cresciuta a Milano, in ogni angolo di questa città si respira musica, ogni strada ricorda che se vuoi fare questo nella vita è qui che ci devi provare. È la città delle case discografiche, delle opportunità, sono una stakanovista per me la musica non è un gioco e mi fa incazzare quando la gente non si impegna e la prende come fosse uno scherzo, ci sono responsabilità. La scena rap italiana è prettamente dominata dagli uomini”.
GEOLIER: “LA PERIFERIA TI REGALA IL SOGNO” – “Io cerco il cuore e il coraggio. Le strade sono il terreno fertile del rap, Secondigliano è periferia ma in fondo Napoli stessa è una periferia. Il quartiere ti dà tanto perché ti dà appartenenza. La cosa più importante che ti regala è il sogno. Se nasci in periferia sogni di andare in centro ma se nasci in centro cosa sogni?”. Sul concetto del rap anche nelle immagini il secondo classificato a Sanremo 2024 ha le idee chiare: “Se ci sta qualche video gang pistole e bandane mi alzo e me ne vado, è facile fare un pezzo di strada gang style e mettere un fucile come ho fatto io in “Narcos”. Se tornassi indietro non rifarei quella roba là. Vorrei raccontare altre cose della mia vita”.