Televisione

Ghali a Che Tempo che Fa: “Le polemiche a Sanremo? La pace è per tutti, lo abbiamo imparato a scuola. Strano ritrovarsi oggi in un mondo così”

Alla fine l'artista è tornato a parlare della pace e lo ha fatto nel contenitore di Fabio Fazio. Ma né il conduttore né Ghali hanno accennato alla parola genocidio che tanto clamore ha suscitato in Rai. Ottimi gli ascolti con 2.075.000 spettatori e il 10.2% di share

di Andrea Conti

C’era grande attesa per la partecipazione di Ghali a “Che Tempo Che Fa” specialmente dopo le (assurde) polemiche per il suo appello alla pace e allo stop al genocidio con riferimento anche all’esplosiva situazione in Israele e in Palestina. Il comunicato spedito dall’amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, letto da Mara Venier, due domeniche fa durante lo speciale dedicato a Sanremo, sul generico appello alla pace e in appoggio a Israele (e non col riferimento al genocidio) è stata la ciliegina sulla torta sull’onda delle parole pacifiste di Dargen D’Amico e Ghali in trasmissione.

“La pace è per tutti, è quello che abbiamo imparato a scuola, – ha detto Ghali a Fazio, evitando esplicitamente però la parola genocidio – è strano ritrovarsi oggi in un mondo così. Ci hanno insegnato una cosa per tutta la vita e ad un certo punto sentiamo che non si può. Per me è la cosa più importante: qualsiasi cosa è da condividere. Il successo, tutti i beni che abbiamo su questo pianeta, non sarebbero delle ricchezze se non fossero condivisibili. Sono condivisibili solo se stiamo tutti bene e se c’è pace, se in una stanza siamo in 10 e 7 persone stanno male pure le altre 3 staranno male. Se in una stanza di 10 persone 7 stanno bene, le altre 3 anche se stanno male inizieranno a riprendersi. È importante stare tutti bene per quanto sembri banale”.

Poi la confessione: “Mi ritrovo in un momento che fa parte di un processo iniziato un anno fa, o anche di più. Dopo il mio successo del 2016 ho fatto tour e ho fatto uscire tanta musica, rotto tanti record e fatto delle bellissime cose, a un certo punto ero annebbiato da tutto. Inizi a rotolare e vai avanti per inerzia, non hai più tempo per ragionare e per fare una vita normale, perché alla fine siamo persone normali. Io arrivo da un quartiere di periferia di Milano come tante persone e a un certo punto ho dovuto fare i conti con la mia vita personale: c’è stato un momento in cui mia madre si è riammalata, un momento in cui sono dovuto andare dalla psicologa, vita normale. Mi sono staccato un attimo dalla musica perché volevo smettere di rotolare, volevo fermarmi e ragionare, tornare alla mia essenza, che dopo un po’ ho perso sotto i riflettori tutti i giorni. Ho iniziato davvero molto giovane e il successo che ho avuto in quegli anni era senza precedenti, non avevo le spalle larghe abbastanza per poter reggere tutto”.

Per questo la musica è stata una valvola di sfogo importante per Ghali: “L’arte esiste per questo, è una valvola di sfogo, una stanza creativa per chi soffre e capisce che può trarre vantaggio dalle proprie ‘sfortune’. L’arte oggi è l’unico modo che abbiamo per far diventare una pietra preziosa il nostro dolore. Sento che le persone riescono a percepire questo perché lo sono veramente”.

Poi la ripartenza: “Un anno e mezzo fa mi sono veramente fermato con il mio team a ragionare su come tornare a fare qualcosa di straordinario, non è facile uscire dalla mediocrità, dalla superficialità e farlo. Siamo in un momento in cui c’è tanta superficialità, tante cose che escono sono mediocri e ci si accontenta, ma accontentarmi non mi fa stare bene e so che per fare qualcosa di straordinario devo tornare puro e me stesso. Il successo ti porta dopo un po’ a toglierti quell’innocenza e io non voglio credere che non si possa rifare due volte. Ho fatto questa cosa ed è stato un esperimento molto forte su me stesso e sulle persone che hanno lavorato con me per tutto questo tempo, persone che devo ringraziare perché le ho portate al limite, sono uno di quei registi che porta gli attori al limite e non sai se hanno voglia poi di ri-lavorare con te, ma ci tengo talmente tanto a dare il massimo della mia arte che ho dovuto lavorare molto su me stesso per creare un qualcosa di speciale”. Successo per la puntata di ieri sera che ha raccolto 2.075.000 spettatori e il 10.2% di share sul Nove.

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