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La sfida di Yulia Navalnaya: “Putin ha ucciso mio marito, continuerò il lavoro di Alexei”

Mentre la famiglia lotta ancora per avere accesso alla sua salma, Yulia Navalnaya, la vedova di Alexei Navalny lancia una sfida a tutto campo contro il presidente russo. “Putin ha ucciso mio marito” afferma la moglie del dissidente russo, morto in circostanze ancora da chiarire nella prigione di Kharp, nella regione artico di Yamalo Nenets, in un video postato su Youtube. La donna ha annunciato che continuerà “il lavoro di Alexei. Continuerò a lottare per il nostro Paese. E ti invito a starmi accanto”, ha detto rivolgendosi ai sostenitori di Navalny che anche in questi giorni hanno manifestando finendo in arresto.

Yulia Navalnaya denuncia che il marito è stato avvelenato con il “Novichok” e che le autorità russe stanno nascondendo il corpo del marito, in attesa che spariscano le tracce dell’agente nervino dal cadavere. Nel video Yulia Navalnaya – oggi a Bruxelles per incontrare i ministri degli Esteri della Ue – fornisce anche il nome delle persone coinvolte nella morte del marito, e le motivazioni del nuovo avvelenamento. Navalny era stato avvelenato il 20 agosto 2020 durante un suo viaggio in Siberia, anche in quel caso i suoi sostenitori denunciarono l’uso del Novichock da parte delle autorità russe.

Il giorno dell’annuncio della morte del marito la donna si trovava alla conferenza per la Sicurezza di Monaco aveva detto: “Vorrei chiedere all’intera comunità internazionale, a tutti i popoli del mondo: dobbiamo unirci e combattere contro questo male. Dobbiamo combattere contro l’orribile regime della Russia di oggi. Questo regime, e Vladimir Putin, devono essere considerati responsabili personalmente per tutte le atrocità commesse nel nostro Paese”.

*la traduzione del video è generata in automatico con i sottotitoli di YouTube e sistemata solo in alcune parti per rendere più fruibile la lettura