Confermando la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28, che il 30 luglio del 2018, dopo avere soccorso 101 persone nel Mediterraneo centrale, li consegnò alle autorità libiche, la Cassazione ha definitivamente chiarito che la Libia non è un porto sicuro e che favorire il rientro nel Paese dei migranti soccorsi nel Mediterraneo è un reato. Una sentenza che impatta sulle politiche di contrasto all’immigrazione irregolare attuate dall’Italia e dall’Unione europea, perché, stabilisce la Cassazione, la cosiddetta guardia costiera libica non è in grado di garantire la tutela dei diritti umani, a maggior ragione se i migranti finiscono rinchiusi nei centri di detenzione dove subiscono violenze d’ogni genere. Manco a dirlo, per il governo è acqua passata. La pensa così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che a Milano ha risposto alle domande del Fatto relegando la sentenza alla situazione della Libia nel 2018. Situazione, assicura, che gli investimenti di Italia ed Europa hanno permesso di superare. Insomma, essere riportati in Libia non è più una tragedia.
Piuttosto, continua Piantedosi, “la sentenza della Cassazione afferma principi ai quali il governo si è sempre attenuto: chiunque interviene deve coordinarsi con le autorità competenti in materia“. Cosa che non avvenne nel caso del rimorchiatore Asso 28. Ma c’è dell’altro. La Cassazione dice che la cosiddetta guardia costiera libica non è nelle condizioni di coordinare il soccorso in mare, perché mette a repentaglio le persone e la tutela dei diritti umani. Il coordinamento va bene anche se porta al rientro dei migranti in Libia? “L’importante è che ci sia un coordinamento che poi venga fatto proprio per evitare che ci siano poi delle cose che non sono corrispondenti a quelle che sono le situazioni…”, risponde il ministro, qualunque cosa voglia dire. Che l’Italia finanzi, promuova fino ai ringraziamenti pubblici, e sostenga l’attività della guardia costiera libica, che nel 2023 ha riportato in Libia più di 20mila persone, lo dicono i fermi amministrativi e le multe imposti dall’Italia alle navi delle Ong, proprio per aver “ostacolato il coordinamento delle attività di soccorso libiche”. Sanzioni comminate nonostante le prove video e documentali smentiscano le accuse.
Documentate sono anche le attività delle autorità italiane di collaborazione al coordinamento o addirittura di coordinamento diretto di operazioni di soccorso concluse col rientro in Libia dei migranti. “Non è vero“, ribatte il ministro. E rilancia: “Se lei mi trova un caso in cui ci sia stato un coordinamento delle autorità nazionali che poi abbia previsto un trasferimento in Libia di persone…”. Detto, fatto. Uno su tanti, quello del mercantile P.Long Beach che il 24 maggio scorso ha tratto in salvo 27 migranti per poi dirigersi verso la Libia. Un comunicato della guardia costiera italiana ha precisato che “il Centro di coordinamento e soccorso marittimo di Roma ha cooperato con l’omologo Centro di coordinamento marittimo della guardia costiera libica. Le unità mercantili coinvolte in questa attività di soccorso, sebbene inizialmente contattate dal Centro di soccorso italiano, hanno successivamente ricevuto le istruzioni direttamente dalle autorità libiche”. Nel video reso pubblico da Sea Watch in cui la ong comunica con il mercantile, la stessa riferisce che gli ordini li ha presi solo dalle autorità italiane. E che contatti con le autorità libiche, fino a quel momento, non c’erano stati. Eccolo, dunque, il caso. “A me non risulta, le dico che a me non risulta”, taglia corto Piantedosi.
Nemmeno fosse un caso isolato. A marzo 2023 al mercantile Basilis L è stato chiesto dalla sala operativa dell’Imrcc Roma (il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo) di restare a monitorare un gommone con 47 migranti in attesa che le motovedette della guardia costiera libica non arrivassero per riportarli in Libia. Tutto filmato da Sea Watch. E poi il caso del dal mercantile panamense Nivin, 79 migranti tra cui 28 bambini riportati in Libia con la forza, o quello della nave Vos Triton, 170 migranti. Non si può, ma si fa. Chimarsi fuori è impossibile. L’Agenzia europea Frontex ha ammesso che dal 2021 ha inviato circa 2.200 mail per segnalare ai libici la posizione di natanti in pericolo. Un modo come un altro per condannare i migranti al rientro in Libia, un modo come un altro per operare respingimenti illegali. Sentito in udienza la settimana scorsa nel processo a Matteo Salvini, accusato del sequestro di 147 persone alle quali fu impedito lo sbarco nel 2019, quando era ministro dell’Interno, Piantedosi ha detto che il destino delle persone in Libia cambia a seconda che finiscano nei centri di detenzione gestiti dai trafficanti o in quelli gestiti dal governo. Nei rapporti delle Nazioni Unite, corredati ormai da migliaia di testimonianze, i tanti migranti ripresi nel Mediterraneo e rinchiusi nei centri “ufficiali” hanno subito estorsioni, violenze, stupri al pari di quelli finiti nei centri non governativi. Ma, forse, nemmeno questo risulta.
Politica - 19 Febbraio 2024
“L’Italia non ha mai coordinato respingimenti di migranti in Libia”. Piantedosi si smarca dalla Cassazione sul caso Asso 28
La Playlist Politica
Confermando la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28, che il 30 luglio del 2018, dopo avere soccorso 101 persone nel Mediterraneo centrale, li consegnò alle autorità libiche, la Cassazione ha definitivamente chiarito che la Libia non è un porto sicuro e che favorire il rientro nel Paese dei migranti soccorsi nel Mediterraneo è un reato. Una sentenza che impatta sulle politiche di contrasto all’immigrazione irregolare attuate dall’Italia e dall’Unione europea, perché, stabilisce la Cassazione, la cosiddetta guardia costiera libica non è in grado di garantire la tutela dei diritti umani, a maggior ragione se i migranti finiscono rinchiusi nei centri di detenzione dove subiscono violenze d’ogni genere. Manco a dirlo, per il governo è acqua passata. La pensa così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che a Milano ha risposto alle domande del Fatto relegando la sentenza alla situazione della Libia nel 2018. Situazione, assicura, che gli investimenti di Italia ed Europa hanno permesso di superare. Insomma, essere riportati in Libia non è più una tragedia.
Piuttosto, continua Piantedosi, “la sentenza della Cassazione afferma principi ai quali il governo si è sempre attenuto: chiunque interviene deve coordinarsi con le autorità competenti in materia“. Cosa che non avvenne nel caso del rimorchiatore Asso 28. Ma c’è dell’altro. La Cassazione dice che la cosiddetta guardia costiera libica non è nelle condizioni di coordinare il soccorso in mare, perché mette a repentaglio le persone e la tutela dei diritti umani. Il coordinamento va bene anche se porta al rientro dei migranti in Libia? “L’importante è che ci sia un coordinamento che poi venga fatto proprio per evitare che ci siano poi delle cose che non sono corrispondenti a quelle che sono le situazioni…”, risponde il ministro, qualunque cosa voglia dire. Che l’Italia finanzi, promuova fino ai ringraziamenti pubblici, e sostenga l’attività della guardia costiera libica, che nel 2023 ha riportato in Libia più di 20mila persone, lo dicono i fermi amministrativi e le multe imposti dall’Italia alle navi delle Ong, proprio per aver “ostacolato il coordinamento delle attività di soccorso libiche”. Sanzioni comminate nonostante le prove video e documentali smentiscano le accuse.
Documentate sono anche le attività delle autorità italiane di collaborazione al coordinamento o addirittura di coordinamento diretto di operazioni di soccorso concluse col rientro in Libia dei migranti. “Non è vero“, ribatte il ministro. E rilancia: “Se lei mi trova un caso in cui ci sia stato un coordinamento delle autorità nazionali che poi abbia previsto un trasferimento in Libia di persone…”. Detto, fatto. Uno su tanti, quello del mercantile P.Long Beach che il 24 maggio scorso ha tratto in salvo 27 migranti per poi dirigersi verso la Libia. Un comunicato della guardia costiera italiana ha precisato che “il Centro di coordinamento e soccorso marittimo di Roma ha cooperato con l’omologo Centro di coordinamento marittimo della guardia costiera libica. Le unità mercantili coinvolte in questa attività di soccorso, sebbene inizialmente contattate dal Centro di soccorso italiano, hanno successivamente ricevuto le istruzioni direttamente dalle autorità libiche”. Nel video reso pubblico da Sea Watch in cui la ong comunica con il mercantile, la stessa riferisce che gli ordini li ha presi solo dalle autorità italiane. E che contatti con le autorità libiche, fino a quel momento, non c’erano stati. Eccolo, dunque, il caso. “A me non risulta, le dico che a me non risulta”, taglia corto Piantedosi.
Nemmeno fosse un caso isolato. A marzo 2023 al mercantile Basilis L è stato chiesto dalla sala operativa dell’Imrcc Roma (il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo) di restare a monitorare un gommone con 47 migranti in attesa che le motovedette della guardia costiera libica non arrivassero per riportarli in Libia. Tutto filmato da Sea Watch. E poi il caso del dal mercantile panamense Nivin, 79 migranti tra cui 28 bambini riportati in Libia con la forza, o quello della nave Vos Triton, 170 migranti. Non si può, ma si fa. Chimarsi fuori è impossibile. L’Agenzia europea Frontex ha ammesso che dal 2021 ha inviato circa 2.200 mail per segnalare ai libici la posizione di natanti in pericolo. Un modo come un altro per condannare i migranti al rientro in Libia, un modo come un altro per operare respingimenti illegali. Sentito in udienza la settimana scorsa nel processo a Matteo Salvini, accusato del sequestro di 147 persone alle quali fu impedito lo sbarco nel 2019, quando era ministro dell’Interno, Piantedosi ha detto che il destino delle persone in Libia cambia a seconda che finiscano nei centri di detenzione gestiti dai trafficanti o in quelli gestiti dal governo. Nei rapporti delle Nazioni Unite, corredati ormai da migliaia di testimonianze, i tanti migranti ripresi nel Mediterraneo e rinchiusi nei centri “ufficiali” hanno subito estorsioni, violenze, stupri al pari di quelli finiti nei centri non governativi. Ma, forse, nemmeno questo risulta.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Hamas espone gli ostaggi morti in 4 bare nere su un palco. Tra loro la famiglia Bibas, rapita il 7 ottobre. Israele “protesta” con i mediatori
Mondo
‘Trump vuole sostituire Zelensky col generale Zaluzhny’. E vuole alleggerire le sanzioni contro Mosca. Che attacca l’Ue: “Inaccettabili truppe Nato in Ucraina”
Economia & Lobby
Concessioni, il Tar boccia il ricorso dei balneari: “Intesa con l’Ue per la proroga al 2027? Nulla di scritto”
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - "La vera impresa è coinvolgere la cittadinanza anche nelle attività di messa a dimora di nuovi alberi e soprattutto, nel mantenerli in vita per il tempo necessario all’attecchimento", ha dichiarato Simone Cretella, assessore al Verde pubblico, Ambiente, Decoro e Arredo urbano del Comune di Campobasso, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, in programma a Fiera Milano Rho fino al 21 febbraio 2025.
L’assessore è intervenuto al panel 'Il Paesaggio e la bellezza delle città - Piantare gli Alberi è facile giusto?', che si è tenuto nella prima giornata di lavori presso la Landscape area della fiera. Diverse le iniziative messe a terra dal comune di Campobasso per contrastare la sempre più frequente siccità e le alte temperature che, soprattutto in estate, mettono a rischio il verde urbano. Una di queste è "Il giardino della rinascita -racconta l’assessore-. Abbiamo messo a disposizione alcune aree, prima dismesse e ora attrezzate e arredate per dare la possibilità ai cittadini di mettere a dimora uno o più piante in memoria di persone care scomparse. Una bella novità a Campobasso che ha trasformato un’area prima incolta in un giardino meraviglioso".
Quella descritta da Cretella è solo una delle iniziative del Comune diventate "motivo di aggregazione sociale" che consentono al cittadino "di condividere con l'Amministrazione -aggiunge- la possibilità di contribuire in maniera veramente fattiva" alla cura del verde urbano.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - "La vera impresa è coinvolgere la cittadinanza anche nelle attività di messa a dimora di nuovi alberi e soprattutto, nel mantenerli in vita per il tempo necessario all’attecchimento", ha dichiarato Simone Cretella, assessore al Verde pubblico, Ambiente, Decoro e Arredo urbano del Comune di Campobasso, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, in programma a Fiera Milano Rho fino al 21 febbraio 2025.
L’assessore è intervenuto al panel 'Il Paesaggio e la bellezza delle città - Piantare gli Alberi è facile giusto?', che si è tenuto nella prima giornata di lavori presso la Landscape area della fiera. Diverse le iniziative messe a terra dal comune di Campobasso per contrastare la sempre più frequente siccità e le alte temperature che, soprattutto in estate, mettono a rischio il verde urbano. Una di queste è "Il giardino della rinascita -racconta l’assessore-. Abbiamo messo a disposizione alcune aree, prima dismesse e ora attrezzate e arredate per dare la possibilità ai cittadini di mettere a dimora uno o più piante in memoria di persone care scomparse. Una bella novità a Campobasso che ha trasformato un’area prima incolta in un giardino meraviglioso".
Quella descritta da Cretella è solo una delle iniziative del Comune diventate "motivo di aggregazione sociale" che consentono al cittadino "di condividere con l'Amministrazione -aggiunge- la possibilità di contribuire in maniera veramente fattiva" alla cura del verde urbano.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - "Se dovessimo tutti attenerci a quelle che sono le regole del Coni, per quanto riguarda il calcio, il 90% degli impianti li dovremmo chiudere. Dobbiamo trovare la via di mezzo e quelle che possono essere le modalità migliori per dare la sicurezza dell'omologazione dell'impianto di gioco e dare, senza dover strozzare le società, quelle che possono gli adempimenti per mettere il più possibile in sicurezza le strutture". Lo sostiene Giacomo Pompili, di Lnd Impianti e Federcalcio servizi, intervenendo al panel 'Sicurezza e impianti sportivi: un confronto tra federazioni, enti e progettisti' che si è svolto durante la prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde. Un incontro che si configura tra i numerosi appuntamenti che riempiono il variegato palinsesto della manifestazione, a Fiera Milano Rho fino al 21 febbraio 2025.
L'attività di controllo sull’impiantistica è nata nel 2020 sulla base della raccomandazione del Coni, diffusa con una circolare, di omologare gli impianti sportivi. "Oggi credo che ogni federazione si stia muovendo con un suo regolamento, che però non è esattamente preso da quello che il Coni ci chiede -spiega Pompili-. E' importante confrontarsi anche con gli amici delle altre Federazioni sulle problematiche da affrontare", dice.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - "Se dovessimo tutti attenerci a quelle che sono le regole del Coni, per quanto riguarda il calcio, il 90% degli impianti li dovremmo chiudere. Dobbiamo trovare la via di mezzo e quelle che possono essere le modalità migliori per dare la sicurezza dell'omologazione dell'impianto di gioco e dare, senza dover strozzare le società, quelle che possono gli adempimenti per mettere il più possibile in sicurezza le strutture". Lo sostiene Giacomo Pompili, di Lnd Impianti e Federcalcio servizi, intervenendo al panel 'Sicurezza e impianti sportivi: un confronto tra federazioni, enti e progettisti' che si è svolto durante la prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde. Un incontro che si configura tra i numerosi appuntamenti che riempiono il variegato palinsesto della manifestazione, a Fiera Milano Rho fino al 21 febbraio 2025.
L'attività di controllo sull’impiantistica è nata nel 2020 sulla base della raccomandazione del Coni, diffusa con una circolare, di omologare gli impianti sportivi. "Oggi credo che ogni federazione si stia muovendo con un suo regolamento, che però non è esattamente preso da quello che il Coni ci chiede -spiega Pompili-. E' importante confrontarsi anche con gli amici delle altre Federazioni sulle problematiche da affrontare", dice.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - "Come Federazione italiana tennis, padel, pickleball, che comprende gli sport di racchetta come tennis, padel beach, tennis beach e tennis in carrozzina, abbiamo adattato le nostre carte federali ai regolamenti dell'impiantistica e alle procedure per l'omologazione degli impianti. Sul territorio abbiamo messo in piedi una rete di tecnici, sotto un coordinamento di 21 comitati regionali, che procede alla verifica delle migliaia di impianti federali presenti. Circa 100 tecnici vanno giornalmente presso tutti gli impianti a verificarne l’omologazione. Questo è un modo anche per avere un censimento di quelli che sono gli impianti sul territorio". Sono le dichiarazioni di Silvia Torrani componente della Fitp, la Federazione italiana tennis, padel, pickleball, intervenendo al panel 'Sicurezza e impianti sportivi: un confronto tra federazioni, enti e progettisti' che si è svolto nell’ambito della prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, presso la Sala Verde sportivo allestita nel padiglione 20 della fiera.
L’incontro si configura tra i numerosi appuntamenti che riempiono il ricco palinsesto della manifestazione che si svolge a Fiera Milano Rho fino al 21 febbraio 2025. "Tutta l'attività sull’impiantistica -riprende Torrani- è nata in pieno Covid, quando il Coni ha mandato una circolare a tutte le federazioni sportive nazionali raccomandando l’omologazione degli impianti. Omologare un impianto vuol dire attestare in unità lo svolgimento delle competizioni o l'esercizio della pratica sportiva -spiega-. Gli impianti vengono omologati per tipologia, quindi se abbiamo un circolo che ha campi da tennis, campi da padel o campi da beach, abbiamo tre diverse omologazioni per il tennis, per il padel e per il beach. Siamo nel vivo di questa attività, ma c’è ancora tantissimo da fare", conclude.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - "Come Federazione italiana tennis, padel, pickleball, che comprende gli sport di racchetta come tennis, padel beach, tennis beach e tennis in carrozzina, abbiamo adattato le nostre carte federali ai regolamenti dell'impiantistica e alle procedure per l'omologazione degli impianti. Sul territorio abbiamo messo in piedi una rete di tecnici, sotto un coordinamento di 21 comitati regionali, che procede alla verifica delle migliaia di impianti federali presenti. Circa 100 tecnici vanno giornalmente presso tutti gli impianti a verificarne l’omologazione. Questo è un modo anche per avere un censimento di quelli che sono gli impianti sul territorio". Sono le dichiarazioni di Silvia Torrani componente della Fitp, la Federazione italiana tennis, padel, pickleball, intervenendo al panel 'Sicurezza e impianti sportivi: un confronto tra federazioni, enti e progettisti' che si è svolto nell’ambito della prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, presso la Sala Verde sportivo allestita nel padiglione 20 della fiera.
L’incontro si configura tra i numerosi appuntamenti che riempiono il ricco palinsesto della manifestazione che si svolge a Fiera Milano Rho fino al 21 febbraio 2025. "Tutta l'attività sull’impiantistica -riprende Torrani- è nata in pieno Covid, quando il Coni ha mandato una circolare a tutte le federazioni sportive nazionali raccomandando l’omologazione degli impianti. Omologare un impianto vuol dire attestare in unità lo svolgimento delle competizioni o l'esercizio della pratica sportiva -spiega-. Gli impianti vengono omologati per tipologia, quindi se abbiamo un circolo che ha campi da tennis, campi da padel o campi da beach, abbiamo tre diverse omologazioni per il tennis, per il padel e per il beach. Siamo nel vivo di questa attività, ma c’è ancora tantissimo da fare", conclude.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Tra il 2018 e il 2024, si sono verificate complessivamente 394 segnalazioni di aggressioni agli operatori Cri. Attacchi verbali e fisici che, nella maggior parte dei casi, vedono come autori gli stessi beneficiari del soccorso. Stando ai dati in nostro possesso, dal 2023 al 2024 le aggressioni sono passate da 63 a 68. Un aumento di circa l’8% in appena un anno. Un trend preoccupante che racconta un fenomeno che non sembra accennare ad arrestarsi". E' l’allarme lanciato dal presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, in occasione della Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato.
“Ogni atto di violenza a danno degli operatori sanitari compromette, oltre che la loro sicurezza, quella dei pazienti. Questi episodi ostacolano l’operato del personale sanitario a supporto di chi ha bisogno di assistenza e cure - aggiunge - È già grave che ciò accada in contesti ordinari, in ospedale, in ambulanza, mentre si interviene per soccorrere qualcuno, lo è ancora di più in quei contesti emergenziali dove l’aiuto di un sanitario può fare la differenza tra vivere e morire”, ha detto facendo riferimento ai 32 operatori umanitari del Movimento internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa morti nel 2024 mentre prestavano servizio di assistenza alla popolazione in zone di conflitto.