Il problema di Giorgia Meloni in Campania non è il governatore Vincenzo De Luca che la chiama “stronza”, ma il nuovo coordinatore di Fratelli d’Italia a Napoli. L’ex consigliere regionale Marco Nonno, decaduto nel 2023 dopo una condanna definitiva a due anni per resistenza a pubblico ufficiale, ha stravinto il congresso cittadino, superando Diego Militerni, il candidato sostenuto dai vertici e in particolare da Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e plenipotenziario della premier nella regione. Nonostante i big lo definissero “un outsider”, Nonno ha battuto Militerni con una maggioranza larghissima, 604 voti contro 388: “Per non farlo eleggere, Cirielli avrebbe dovuto chiamare tutti gli iscritti uno a uno”, spiega con pragmatismo un esponente di FdI. Oltre alla condanna passata in giudicato, però, la figura di Nonno imbarazza il partito anche per altre ragioni: come ha raccontato ilfattoquotidiano.it, il neo-coordinatore è stato immortalato più volte tra immagini del Duce, croci celtiche e saluti romani. E anche tra i sostenitori della sua candidatura c’è qualche nome problematico.
Il primo sponsor della corsa vincente di Nonno è stato l’ex presidente della provincia Luigi Rispoli, fotografato a sua volta mentre faceva il saluto fascista nel 2021. Nel giorno del voto, poi, è emerso un altro supporter discutibile, anche se meno noto: Giuseppe Savuto, candidato alle politiche del 2022 con Casapound, arrestato nel 2013 per associazione sovversiva e banda armata. Il pm che lo accusava, Catello Maresca, che due anni dopo si è candidato sindaco con il centrodestra, sostenuto anche da FdI, e oggi è consigliere comunale. Nel 2019 Savuto è stato assolto, ma in alcune intercettazioni agli atti dell’indagine lo si ascoltava negare l’esistenza dell’Olocausto: “Con i professori a scuola se tu dici una cosa del genere, pure a livello didattico… Pure per te, una cosa personale, i voti. Perchè io pure sono d’accordo che non sono mai esistite le camere a gas e non c’è mai stata nessuna deportazione, sono il primo a dirtelo… Però in questo caso davanti a un professore…”, diceva a un giovane militante.
Al congresso di Napoli è circolato un fac-simile che invitava a votare per Savuto come membro del coordinamento, in tandem con la candidatura di Nonno: il nominativo poi è stato cancellato e sostituito con un altro, dopo che – a quanto si apprende – da Roma i vertici del partito sono intervenuti chiedendo che almeno lui non si presentasse. Il coordinatore regionale Antonio Iannone, raggiunto da ilfattoquotidiano.it, minimizza: “Savuto non so neanche chi sia. Mi occupo solo dell’organizzazione e come commissario sono super partes, l’attività collegata ai candidati non la so e non la dovevo nemmeno sapere. Le persone iscritte hanno tutto il diritto di candidarsi”, dice.
Al congresso napoletano non si è presentato nessun rappresentante del governo, nemmeno i campani, Cirielli e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Il commissario cittadino uscente, il senatore Sergio Rastrelli, ha espresso soddisfazione “per la partecipazione e per l’entusiasmo che hanno caratterizzato lo svolgimento del congresso”, augurandosi che ci sia stretta collaborazione tra Nonno e Militerni. Il candidato “dell’establishment”, infatti, è comunque destinato a entrare nel direttivo. Nel frattempo però Nonno si conferma ras delle preferenze, e Giorgia Meloni scopre di non controllare l’anima del partito in Campania.