La protesta dei trattori continua e porta con sé strascichi e tensioni. E travolge i bersagli di un certo malcontento palesato dagli agricoltori, ossia il ministro Francesco Lollobrigida e la Coldiretti, a cui l’esecutivo è sempre stato molto vicino. E così, in queste ore, mentre non è passata inosservata una infuocata riunione del Consiglio dei ministri abbandonata dal ministro Lollobrigida in polemica con la premier (nonché cognata) Meloni, c’è chi chiede lumi – anche al ministro dell’Agricoltura – sull’incarico di capo di gabinetto andato a Raffaele Borriello, ex direttore generale dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) e, poi, capo dell’area legislativa e relazioni istituzionali di Coldiretti. È un’interrogazione parlamentare sul sistema di porte girevoli, ma anche su possibili conflitti d’interesse quella di Angelo Bonelli, deputato di Verdi e Sinistra, che chiede di far luce su uno degli aspetti contestati nelle scorse settimane proprio dai piccoli agricoltori e che, secondo le organizzazioni minori, avrebbe contribuito al potere accumulato nei decenni dalla Confederazione nazionale dei lavoratori diretti. Perché il caso di Borriello non è l’unico. Prima di essere capo dell’Area Economico-Sindacale di Coldiretti, Ezio Castiglione è stato capo gabinetto degli ex ministri per l’Agricoltura Gianni Alemanno e Paolo De Castro, oggi presidente di Filiera Italia. Anche il responsabile dell’Agricoltura di Fratelli d’Italia, Aldo Mattia, è stato per quasi mezzo secolo nella Coldiretti, ricoprendo anche ruoli al vertice.

Il passaggio da Ismea a Coldiretti – Nella sua interrogazione, rivolta ai ministri per la Pubblica amministrazione, dell’Agricoltura e dell’Economia e delle Finanze, Bonelli si concentra sul ruolo ricoperto dall’attuale capo di gabinetto, un incarico su cui pone anche una questione di opportunità dati gli interessi in gioco proprio in questi mesi, con i bandi che vanno a finanziare i progetti del settore e su cui ci sono già forti polemiche. L’incarico a Borriello è stato conferito con un decreto ministeriale di Lollobrigida del 13 settembre 2023 (con decorrenza dal 18 settembre). Ma Bonelli ricostruisce quanto avvenuto prima, quando l’attuale capo di gabinetto del ministero dell’Agricoltura ha lasciato il ruolo di direttore generale dell’Ismea il 30 dicembre 2020, per assumere il 15 gennaio 2021 l’incarico di capo dell’area legislativa di Coldiretti. Il deputato ricorda quanto dettato dalla norma sulle ‘revolving doors’ nell’articolo 53, comma 16-ter del decreto legislativo 165 del 2001: i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato “poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni” non possono svolgere, nei tre anni successivi alla fine del rapporto di pubblico impiego “attività lavorativa o professionale presso soggetti privati destinatari dell’attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri”. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto sono nulli. “Borriello non avrebbe potuto essere assunto da Coldiretti prima di tre anni dalla cessazione del suo rapporto di lavoro con un ente pubblico economico come Ismea” scrive Bonelli.

L’interrogazione sull’incarico di capo di gabinetto – Nell’interrogazione, si fa anche riferimento all’articolo 4 del decreto legislativo 39 del 2013, in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico. Cosa dispone il decreto? Non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente pubblico, di livello nazionale, regionale o locale a chi “nei due anni precedenti, abbia svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall’amministrazione o dall’ente pubblico che conferisce l’incarico” oppure che abbia svolto in proprio “attività professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico”.

Bonelli interroga i ministri sul possibile conflitto di interessi – Come sottolinea Bonelli, sull’incarico al ministero c’è una questione anche di opportunità, legata alla definizione da parte del dicastero guidato da Francesco Lollobrigida dell’ultima graduatoria provvisoria per erogare 690 milioni di euro di contributi per i cosiddetti ‘contratti di filiera’. “Progetti che mettono insieme tutti gli attori della filiera produttiva – commenta il deputato – diversi dei quali ammessi a finanziamento avrebbero come soggetti proponenti dirigenti di Coldiretti”. Il riferimento è alla graduatoria provvisoria del quinto bando su cui sono piombate polemiche e ricorsi. Come raccontato da ilfattoquotidiano.it, fra i 38 progetti approvati, sette sono stati presentati da Raffaele Grandolini, responsabile della Finanza di Coldiretti e quattro da Davide Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Coldiretti Lazio. Per prevenire la corruzione, rispettare i principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento sono previste precise misure di trasparenza che “nel caso del dottor Borriello non sembrano in passato essere state rispettate e il fenomeno rischia di ripetersi” scrive Bonelli, chiedendo ai ministri interrogati se il ruolo ricoperto da Borriello “non configuri un possibile sostanziale conflitto d’interessi” e quali iniziative “si intendano adottare, anche attraverso i servizi ispettivi di finanza pubblica e dell’Ispettorato della funzione pubblica, per verificare se Borriello abbia percepito compensi in violazione della norma in materia del revolving doors”.

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