Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio, perde qualcosa per strada, ma – sorpresa – la fiducia nei confronti del governo di Giorgia Meloni è in salita. Emerge dall’Osservatorio politico che l’istituto Ixè pubblica ogni mese e che arriva in questo caso a una settimana dalle elezioni regionali in Sardegna e a poco più di tre mesi dalle elezioni europee. Da una parte, quindi, il sostegno all’esecutivo – a prescindere da qualche variazione di ciascun partito – non sembra scalfito. Dall’altra la fiducia nei confronti delle opposizioni – indipendentemente dal consenso delle varie forze politiche – rappresenta uno stato di salute pessimo per il campo progressista, largo o no che sia.
A febbraio dunque, secondo Ixè, il governo Meloni può contare su un gradimento del 44 per cento, due punti in più dello scorso mese, sei punti in meno dello scorso anno nello stesso mese. La fiducia per l’esecutivo di destracentro è stabile su queste cifre ormai da giugno. Ne viene che chi non ha fiducia nel governo è il restante 56 per cento (il 25 per cento in particolare risponde “nessuna fiducia”). E però questo non produce un effetto diretto sulla forza di attrazione delle opposizioni. Solo il 2 per cento dice di avere “molta fiducia“, al quale si aggiunge un 22 che ne ha “abbastanza“. La voce in assoluto più citata è “poca fiducia“, risposta preferita del 47 per cento degli intervistati. Il 28 e spiccioli che resta risponde di non avere alcuna fiducia nelle opposizioni. Se quest’ultima opzione è più o meno sovrapponibile con l’elettorato di centrodestra, si capisce che il 47 per cento che indica “poca fiducia” arriva in gran parte da elettori che non sceglierebbero nessuno dei partiti attualmente al governo ma non vedono un’alternativa credibile dall’altra parte.
Più composita la tabella sulla fiducia nei leader politici. Al primo posto rimane l’ex capo del governo Mario Draghi, attualmente consulente per la competitività della Commissione europea. Al secondo posto – staccata di 11 punti – l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al terzo posto un altro predecessore della premier, il presidente del M5s Giuseppe Conte (anche lui lontano di 11 punti da Meloni). Al quarto posto spunta il leader della Lega Matteo Salvini che precede la segretaria del Pd Elly Schlein.
Per la prima volta negli ultimi 5 mesi Fratelli d’Italia – pur rimanendo di gran lunga il primo partito – scende sotto la soglia del 29 per cento: nell’ultimo mese, secondo l’istituto Ixè, ha perso un punto e mezzo. Al secondo posto, più o meno stabile, c’è il Pd, anche se distaccato ancora di 9 punti. Perde terreno invece il M5s che torna sotto quota 16 per cento, circostanza che non accadeva – secondo i dati Ixè – dal marzo 2023. Sembra rianimarsi il consenso per la Lega che si riavvicina timidamente al 9 per cento grazie a un aumento dello 0,8 nell’ultimo mese. In questo momento i leghisti sembrano parare il colpo di Forza Italia, nel duello tutto interno al centrodestra su quale sia la seconda forza della coalizione. Gli azzurri registrano un incremento di voti dell’1,3 per cento: è il balzo più ampio.
I partiti più piccoli sono tutti più o meno stabili: l’unica lista che al momento appare in grado di raggiungere la soglia di sbarramento delle Europee (al 4 per cento) è peraltro l’alleanza Verdi-Sinistra. A farsi notare è però Italia Viva che nell’ultimo mese mette insieme un +0,8 e tocca di nuovo il 3 per cento. Notazione doverosa per il debutto della lista pacificista dopo la presentazione ufficiale da parte di Michele Santoro: al momento il consenso è di poco superiore all’1 per cento. Vale la pena sottolineare che secondo i dati Ixè coloro che si dicono sicuri di andare a votare l’8 e il 9 giugno supera di poco il 44 per cento del campione.