Assange, manifestazione in suo sostegno anche a Roma: “Su di lui applicano un principio di vendetta, non di giustizia”
È iniziata oggi, 20 febbraio, l’udienza finale del processo in cui l’Alta Corte di Giustizia britannica per decide sull’estradizione negli Usa di Julian Assange. Per chiedere l’immediata liberazione del fondatore di WikiLeaks, in 56 città del mondo sono stati organizzati presidi e manifestazioni. Anche a Roma diverse associazioni, tra cui Free Assange Italia organizzatrice dell’evento, si sono date appuntamento di fronte all’ambasciata britannica in via XX settembre dove hanno liberato 15 colombe bianche. “Con questo gesto simbolico vogliamo omaggiare Assange dalla capitale – spiega Paolo Capezzali di Free Assange Italia – e allo stesso tempo sentirci vicini alle altre 56 città che oggi stanno manifestando per la sua liberazione”. Juliane Assange è ricercato per aver violato il National Espionage Act, la legge sullo spionaggio, per la pubblicazione nel 2010 di file relativi alle guerre guidate dagli Usa in Iraq e in Afghanistan. I documenti riguardavano attività militari e diplomatiche, inclusi crimini di guerra attribuiti alle forze americane nei due paesi. Il fondatore di WikiLeaks rischia fino a 175 anni di carcere.
Londra, nel corso dell’udienza di due giorni in programma per martedì 20 e mercoledì 21 febbraio, dovrà esprimersi sulla possibilità di concedere al giornalista australiano il permesso di presentare ricorso contro l’estradizione. Se i giudici dovessero respingere la richiesta di appello avanzata dagli avvocati di Assange, è possibile che l’attivista, non presente in aula per problemi di salute, venga immediatamente trasferito negli Stati Uniti.