“Difficilmente riesco a sapere cosa succede in Italia, non posso giudicare cosa è successo dall’altra parte del mondo”. Intervistato su Rtl 102.5, il leader della Lega Matteo Salvini si allinea alla posizione espressa dal suo capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, secondo cui non c’è “nessuna certezza” che sia Vladimir Putin il responsabile della morte di Alexei Navalny, come grida sua moglie Yulia Navalnaya. “Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. È chiaro che c’è un morto e quindi bisogna fare assolutamente chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi”, dice Salvini.
Il primo a rispondergli sui social è il leader di Azione Carlo Calenda, organizzatore della fiaccolata tenuta lunedì a Roma in ricordo del dissidente morto in carcere in circostanze misteriose: “Adesso hai rotto le balle”, scrive Calenda su X rivolgendosi a Salvini. “1) Il giudizio dei magistrati di una dittatura non conta nulla. a) Ieri hai mandato i tuoi ad una manifestazione contro l’assassinio di Navalny. 3) Dacci evidenza che l’accordo con Russia Unita (il partito di Putin, ndr) è stato disdetto”, scrive.
Adesso @matteosalvinimi hai rotto le balle. 1) il giudizio dei magistrati di una dittatura non conta nulla. 2) ieri hai mandato i tuoi ad una manifestazione contro l’assassinio di Navalny. 3) dacci evidenza che l’accordo con Russia Unita è stato disdetto. 4) ora chiedo al mio… pic.twitter.com/AjqqWvcFPs
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 20, 2024
Nell’intervista a Rtl, il leader leghista minimizza sulle contestazioni ricevute alla fiaccolata da Romeo, a cui sono stati contestati i vecchi legami tra Putin e il Carroccio: “Le contestazioni alla Lega da parte della sinistra ci sono tutti i giorni, sulla Tav, sul Ponte sullo stretto, sulla riforma del fisco e della giustizia. Noi eravamo in piazza per chiedere chiarezza e la fine di tutti i conflitti aperti. Tutte le fesserie in questi anni sui legami con la Russia, i finanziamenti inesistenti sulla Russia, sono state archiviate, i giudici hanno detto che non è successo nulla, sono palle“. Il riferimento è all’inchiesta sul caso dell’hotel Metropol, l’albergo di Mosca in cui Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, trattava con intermediari russi un finanziamento milionario al Carroccio. Quella trattativa è accertata: l’indagine per corruzione internazionale aperta dalla Procura di Milano è stata archiviata a causa della mancata collaborazione delle autorità russe, che non hanno mai risposto alle rogatorie inviate dai pm italiani per verificare se i russi con cui parlava Savoini fossero al Metropol su mandato del Cremlino.
Al di là della sostanza giudiziaria, le parole di Salvini non sono piaciute all’interno della stessa maggioranza di governo. Da Maurizio Lupi secondo cui “sull’indipendenza della magistratura russa – e di tutte quelle che operano in regimi autoritari – è lecito nutrire più di qualche dubbio”. Per Lupi “non è il momento dei distinguo, la politica, tutta, ha dato ieri un bel segnale di unità alla fiaccolata in Campidoglio: sui valori di democrazia e libertà non ci possono essere tentennamenti”. Ancora più inconciliabili con quelle del segretario leghista sono le parole del leader di Forza Italia Antonio Tajani che taglia corto sulle responsabilità del Cremlino: “La Russia non tollera nessun vero elemento di democrazia, Navalny di fatto è stato ucciso dal sistema. E quel sistema è pericoloso per l’Europa”. Europa, peraltro, che a sua volta ha mostrato di non apprezzare le parole del leghista. “La posizione dell’Ue sui dossier di politica estera, incluso quello relativo alla morte o all’assassinio di Navalny, è stata oggetto di una dichiarazione a 27. E vuol dire che è stata concordata anche dall’Italia”, ha detto Peter Stano, del servizio dei portavoce della Commissione Ue, rispondendo ad una domanda sulle parole di Matteo Salvini: “Non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la sua morte”, ha spiegato, ricordando come l’oppositore sia stato oggetto “di continue intimidazioni”. “Non dimentichiamo che era stato avvelenato con il Novichok, qualche anno fa, che ancora oggi non è stato indagato in maniera propria dalla Russia. C’è stato un attentato alla sua vita con un agente nervino. E quando guardiamo questi precedenti è molto chiaro chi è responsabile di questa morte. E i 27 Stati Ue sono stati molto chiari in merito. Forse la raccomandazione per i membri del governo è di leggere cosa i loro governi stanno adottando”, ha aggiunto Stano nel corso del briefing quotidiano con i giornalisti.