Un sequestro da 20 milioni di euro ai danni del colosso dei buoni pasto e dei suoi vertici. La Edenred Italia Srl, società che emette i mini assegni meglio noti come Ticket Restaurant, è finita al centro di un’inchiesta della Procura di Roma con l’accusa di turbativa d’asta e truffa ai danni dello Stato. L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, riguarda 4 lotti regionali di una maxi-gara Consip del 2019 – assegnata nel 2021 – per complessivi 578 milioni di euro. Secondo le accuse, i vertici della società avrebbero, in sostanza, stipulato accordi paralleli, mai dichiarati, con gli esercizi commerciali, alterando così l’offerta di gara ed evitando di dichiarare gli sconti pattuiti con i gestori (ignari) dei supermercati. Anche perché questi sconti, se si voleva partecipare al bando, non si potevano proprio effettuare.
I quattro lotti contestati riguardano gli enti pubblici presenti nelle regioni Lazio (lotto 7), Marche, Abruzzo, Molise, Umbria (lotto 8), Campania (lotto 9) e Sicilia (lotto 12). Tradotto, chi avrebbe vinto il bando si sarebbe aggiudicato la fornitura di buoni pasto alla gran parte dei dipendenti pubblici di queste regioni. Indagati per truffa, in particolare, vi sono l’attuale Ad, Fabrizio Ruggiero, e l’attuale presidente del Cda, Mari Gildas Erulin Arnaud, oltre agli gli ex Ad Luca Albino Palermo e Stanislas Andrea Jacques De Bourgues. Questi ultimi due rispondono anche del reato di turbata libertà degli incanti. L’indagine è nata da un ricorso alla giustizia amministrativa di una società concorrente di Endered, la Repas Lunch Coupon srl e avviata da una sentenza del Consiglio di Stato che citava “irregolarità” nella gara del lotto 7, con la Guardia di Finanza che ha successivamente allargato l’inchiesta agli atti segmenti dell’appalto.
Stando ai capi d’imputazione formulati dal pm Carlo Villani, in particolare, Palermo e De Bourgues “facevano sottoscrivere agli esercizi commerciali convenzionati accordi paralleli rispetto a quelli previsti dalla gara, volti ad alterare il rapporto di equivalenza fra ribasso e commissione dichiarato in sede di offerta, violando così il divieto di ‘retrocessione'” e falsando “la decisione di Consip”. La gara d’appalto, infatti, prevedeva che “lo sconto applicato al cliente pubblica amministrazione – spiega la Finanza nel decreto di sequestro preventivo – deve essere uguale alla commissione applicata agli esercizi commerciali convenzionati” ed è “previsto il divieto di retrocedere ossia di restituire anche parte della commissione applicata all’esercizio convenzionato”. Tra i centri commerciali convenzionati vi sono alcuni marchi molto noti (totalmente estranei all’inchiesta) come Conad e Ipertriscount.
Nel dettaglio, spiegano gli inquirenti, “è stato accertato che Endered (…) aveva stipulato accordi paralleli che attribuivano all’esercizio convenzionato un compenso calcolato in percentuale rispetto il valore facciale dei Buoni pasto utilizzati”. Tale compenso “oscillava tra uno 0,50% ed un massimo del 5%” ed era “versato a fronte di attività promozionale” che però, secondo la Gdf, “non è quasi mai stata svolta”. Proprio per questo motivo i finanzieri hanno provveduto a sequestrare “non l’intero prezzo dell’appalto conseguito” bensì “il guadagno al netto dei costi sostenuti per l’effettuazione della prestazione”, appunto 20 milioni e 263 mila euro totali. Alla società Endered, che risponde di mancata vigilanza, sono stati sequestrati circa 5,9 milioni di euro.
Nel corso della mattinata, la Edenred Italia, attraverso un comunicato stampa, ha fatto sapere che “l’azienda esprime la più ampia fiducia nella magistratura” ed è “confidente di poter chiarire nel più breve tempo possibile la vicenda, dimostrando l’assenza di qualunque profilo di responsabilità di rilevanza penale”.