Televisione

La lettera di Luciana Littizzetto a Maurizio Costanzo: “Si va avanti, ma ci manchi. Il tempo non cambia nulla del dolore”. Maria De Filippi si commuove

La comica ha scelto lo strumento diventato parte integrante del suo repertorio, l’iconica “lettera”, che aveva come destinatario Costanzo ma anche Maria De Filippi

di Francesco Canino

È un grazie diverso, pieno di ironia ma anche di affettuosa malinconico e al tempo stesso di leggerezza, di sottotesti profondi quello che Luciana Littizzetto ha voluto riservare a Maurizio Costanzo nello speciale andato in onda ieri sera su Canale 5. La comica ha scelto lo strumento diventato parte integrante del suo repertorio, l’iconica “lettera”, che aveva come destinatario Costanzo ma anche Maria De Filippi. E proprio la conduttrice ha ceduto alla commozione per le parole inaspettate dell’amica, così come aveva già fatto aprendo il sipario su Dedicato a Maurizio Costanzo (c’è tutto nella sua frase: “Non ho rilasciato interviste perché ho sempre avuto paura – e ce l’ho anche adesso un pochettino – che con le parole si banalizzi sia l’amore che il dolore”).

LA LETTERA DI LUCIANA LITTIZZETTO A MAURIZIO COSTANZO –Ciao Maurizio, o Maury come ti chiamano qui, o Costanzo come ti chiamano gli italiani. Te ne sei andato da un anno e da allora la tv non è più la stessa: qui è un po’ come il Louvre senza la Gioconda o Atene senza il Partenone o Sanremo senza Vessicchio”. Si è aperta così la lettera a Maurizio Costanzo di Luciana Littizzetto, accolta dall’amico Fabio Fazio, che ha condotto la serata. “Certo, si va avanti, ma ti accorgi che manca qualcosa perché sei stato la televisione, più della parabola, del telecomando o del tubo catodico. Sei stato l’invenzione, quello che prima non c’era, in tv c’è un avanti C e un dopo C, dove C sta per Costanzo. E sei stato il talk show, l’alto e il basso che si mescolano, le vite della gente che diventano storia. Se la Rai con il maestro Manzi ci ha insegnato a leggere, tu ci hai insegnato cosa leggere, cosa ascoltare o vedere”.

LA TELEFONATA E LA PRIMA VOLTA AL COSTANZO SHOW – Poi Lucianina, affiancata dall’amica De Filippi, ha ricordato i suoi esordi al Costanzo Show: “Tu che hai aperto il sipario a un sacco di giovani comici dall’animo in tempesta che su questo palco sono riusciti a trovare la rotta: ti accorgevi, ci scrutavi e sgamavi quella scintilla che avevamo dentro, anche se era così piccola che nemmeno noi la vedevamo. Hai dato una chance anche a me, una piccola comica torinese agli inizi. Poi è arrivata la chiamata ‘le andrebbe di venire?’. Nemmeno il tempo di riagganciare che ero già in stazione”. E ancora, il ricordo dell’attesa davanti al suo camerino, una sorta di bar di Star Wars: “Quei minuti in attesa passati davanti alla porta del tuo camerino insieme agli altri ospiti della puntata, tra politici, magistrati, scrittori, ballerine, giornalisti, scappati di casa, sembrava il bar di Guerre Stellari. Poi tu ci chiamavi ed entravamo uno ad uno come dal medico della mutua. Mentre fumavi una delle nove sigarette che avevi in mano ci ascoltavi e dopo pochi minuti ci congedavi ‘ci vediamo dopo’ dicevi. E noi a chiederci ‘ma avrà capito?’. Ma tu capivi tutto benissimo. Adesso te lo posso confessare: tu non hai idea dell’ansia che avevo. Quando ero qui sopra, se con la coda dell’occhio vedevo che le cose non andavano come speravi il mio sangue diventava granita, ma bastava che ti avvicinassi con il tuo sgabello un po’ più vicino a me, appoggiandoti alla cartellina come fosse un davanzale per sentire che ti stavi fidando e anche io riprendevo fiato”

IL GRAZIE ALLA DE FILIPPI (CHE SI COMMUOVE) – Nel finale, si apre sull’eredità umana e artistica che Costanzo ha lasciato alla tv: “Volevo dirti grazie anche come spettatrice, per tutte le volte che mi sono svegliata sul divano e ho trovato il tuo faccione ad ammansire il pubblico ‘boni, state boni’, mentre Sgarbi mandava qualcuno a quel paese. Grazie per avermi fatto scoprire un nuovo artista o ritrovarne uno del passato. Grazie per aver parlato di mafia in modo facile, limpido, che capissero tutti, purtroppo però l’hanno capito anche loro troppo bene. E grazie per aver parlato in uno show di intrattenimento di omofobia, omosessuali, transgender, di aids, per aver abbassato il provincialismo bigotto della nostra nazione. E voglio dire grazie a Maria per avermi fatto salire qui su questo palco a ricordare il tuo Maurizio: il tempo non cambia nulla del dolore, ma ricordare insieme è una specie di carezza che lo rende un po’ più lieve. Siete una bella coppia. PS: Maurizio, almeno da lassù, cambiando prospettiva, hai capito cosa c’è dietro l’angolo?”.

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