Cinema

Nel Cassetto Segreto di Costanza Quatriglio – La Storia, la vita, la cultura di padre in figlia

di Anna Maria Pasetti

“Le cose accadono perché spinte dalla necessità che agisce sulla nostra volontà”. Così recita una voce narrante femminile, mentre descrive carica di emozioni quanto scorre sullo schermo. Nulla è lasciato al caso, dunque, per necessità e volontà, a partire dal fatto che quella voce appartenga a chi ha scritto e girato un film dal titolo bellissimo, Il cassetto segreto, Costanza Quatriglio. All’interno di quel cassetto c’è il portato intimo e vitale di suo padre Giuseppe, figura pubblica di intellettuale, giornalista scrittore, visceralmente permeato dalla propria terra, la Sicilia, ma anche profondamente cosmopolita, cittadino, testimone e reporter del mondo in divenire attraverso oltre mezzo secolo scorso. Nulla di più complesso che raccontare la vita e l’attività di un padre amatissimo attraverso il proprio lavoro di sceneggiatrice e regista, perché questa narrazione affettuosa, meticolosa e distillata in oltre due ore di film, è diventata un gesto culturale, artistico e politico. Come lo è del resto il miglior cinema.

In concorso al Forum della 74ma Berlinale, Il cassetto segreto ha rappresentato per la cineasta palermitana “la possibilità straordinaria di realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti. Così la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un racconto articolato che si dipana dalle sue mura per abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di storia”.

Si tratta insomma di un mirabile esempio di cinema documentale e testimoniale che mescola pubblico e privato, passato e presente, ma soprattutto che mette in scena l’utilizzo sapiente della crossmedialità attraverso materiali d’archivio stratificati e inter-dialoganti che comprendono oltre 60.000 negativi fotografici scattati da Giuseppe Quatriglio dal 1947 in poi, decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore. Costanza Quatriglio ha deciso di donare tale incredibile tesoro alla Regione Siciliana creando così il Fondo Giuseppe Quatriglio conservato nella Biblioteca di Palermo, materiale che, per la sua rilevanza storica, è stato dichiarato di “Interesse culturale” dalla Soprintendenza archivistica della Sicilia – Archivio di Stato di Palermo.

Del resto sarebbe stato bizzarro il contrario: Giuseppe Quatriglio da penna storica de Il Giornale di Sicilia (ma anche di altre testate), girò il mondo scrutandone tendenze, cambiamenti, pregi e difetti. Imparò dall’osservazione (“pensare per immagini è qualcosa che ci accomuna” sottolinea la regista), dall’ascolto, fu grande amico di Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, registrò la voce di Carlo Levi, intervistò una miriade di personaggi tra cui Enrico Fermi, fotografò Sartre, mezza Hollywood quando visse negli USA grazie a una borsa di studio, raccontò il terremoto del Belice, il Muro di Berlino, i fermenti sociali parigini e americani tra i ’50 e i ’70, i treni delle spie verso Mosca, le prigioni dell’Inquisizione spagnola di cui contribuì a scoprire i preziosi graffiti interni insieme a Sciascia.

Il viaggio alla scoperta de Il cassetto segreto parte da alcuni girati di Costanza realizzati tra il 2010 e 2011 (suo padre sarebbe scomparso nel 2015) in cui i due parlano di un “cassetto segreto” di Giuseppe che la figlia aveva scoperto, e di cui lo stava interrogando indagandone i contenuti nei minimi particolari. Diviso in 5 capitoli curiosamente allineati a ritroso – si parte infatti da un Epilogo – il film concentra nella prima parte il lungo flashback audio-visivo sulla vita e l’intensa attività del padre intersecato alla precatalogazione e la schedatura dell’archivio da parte di archivisti e bibliotecari e della stessa Costanza, per dedicare la seconda parte alla definitiva “inscatolazione” dei materiali con la presenza della figlia-regista sempre più intensa e personale, mentre di fatto si separa dalla presenza “fisica” dei lasciti paterni, una sorta di seconda elaborazione del lutto.

Se dunque la prima parte è rutilante, intensa, ricchissima di immaginario accompagnato da musica e naturalmente dalla voce di Costanza, nel suo scorrere, Il cassetto segreto manifesta un voluto rallentamento di ritmo, con un intensificarsi doveroso del silenzio, della fissità nelle immagini, dello spazio (meta)fisico necessario alla riflessione. Il documentario rappresenta anche l’ultimo lavoro firmato dalla montatrice Letizia Caudullo scomparsa alcuni giorni fa cui è stato tributato un commosso ringraziamento e ricordo durante la première mondiale del film a Berlino. Il film uscirà il 18 aprile per Cinecittà Luce.

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