Al Besta il farmacista targato Fratelli d’Italia, al Policlinico di Milano il papà dell’assessore di Forza Italia, all’Istituto dei tumori pezzi di giunta e consiglio regionale in odore di incompatibilità. In Lombardia si fa così: con un bilancio di 22 miliardi di euro, la sanità è questione politica, se non di famiglia. E ad amministrare gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), le “nostre eccellenze”, per dirla con Formigoni, ci vanno i fedelissimi. Nella logica spartitoria, a farla da padrone è adesso il partito della premier Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, che va all’incasso e non si accontenta delle nomine in mano alla Regione, ma scomoda anche il ministero della Salute che della missione scientifica degli Irccs sarebbe il garante. Così il posto nel cda del Policlinico di Milano tocca a un farmacista ed erborista di Como, Roberto Tassone. Nel curriculum la sua “esperienza trentennale come direttore e titolare di Farmacia con notevole esperienza nella gestione delle risorse umane”. Ma soprattutto l’esperienza da capolista di Meloni alle ultime amministrative lariane, poi non entrato in comune. Come dirgli di no, avrà pensato il ministro Orazio Schillaci, già rettore all’Università Tor Vergata, preside di Medicina e Chirurgia e nel Comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità.
Quanto alle nomine in mano alla Lombardia, ce n’è per tutti i gusti: non eletti, parenti di ed ex della Regione stessa, passati direttamente dal controllore al controllato con buona pace di un principio cardine della normativa anticorruzione, quello che vorrebbe evitare travasi dalle cariche politiche a quelle amministrative. Ma chi controlla? Alla faccia della terzietà, nel neoeletto Comitato Nomine di Regione Lombardia, che per legge vigila su tutte le nomine della giunta e del governatore, ci sono ex segretari di partito, candidati non eletti e persone che hanno ricoperto incarichi in Fratelli d’Italia o nella Lega, le forze politiche che si sono spartite anche le presidenze nei cda dei quattro Irccs con i consigli da rinnovare. Così arriva anche la nomina dell’ex assessore regionale Stefano Bolognini. Salviniano, segretario particolare del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e adesso anche consigliere d’amministrazione dell’Istituto dei Tumori di Milano. Secondo la normativa, l’incarico non sarebbe conferibile “a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della regione che conferisce l’incarico”. Diversa la valutazione della Regione, evidentemente, e infatti il governatore Attilio Fontana ha nominato il suo ex assessore.
A proposito di regole, anche l’Istituto Neurologico Carlo Besta porta a casa un ex della Regione, quello di +Europa Michele Usuelli. Ex neonatologo, nella corsa alle regionali dell’anno scorso è stato il primo dei non eletti nella lista Patto Civico-Majorino presidente. Consigliere uscente, certo, ma a scansare la regola c’è che la nomina al Besta non è tra quelle in mano a Fontana. A volerlo lì è il comune di Milano guidato da Beppe Sala, titolare di un posto nel cda, e tanto basta a salvare la forma. E infatti il Pd non si tira indietro e insieme al M5s denuncia la lottizzazione della destra. Tutto secondo la migliore tradizione, s’intende. Anche di famiglia. Nel cda del Policlinico di Milano si accomoda Roberto Comazzi, papà di Gianluca che di mestiere fa l’assessore all’Urbanistica in Lombardia con Forza Italia. Così ruolo politico e amministrativo possono incontrarsi comodamente a casa. Papà Comazzi, lungo curriculum nella sanità, è uno dei tanti pensionati ed ex dipendenti degli stessi Irccs che, pur non percependo compensi, occupano poltrone nei templi dell’eccellenza lombarda.
Ha qualcosa di familiare anche la nomina all’Istituto dei Tumori di Sonia Madonna, già al Besta e compagna di un altro ex consigliere regionale, Fabio Altitonante, oggi sindaco a Montorio al Vomano, forzista poi riconvertito alla causa di Fratelli d’Italia. C’è poi il neonatologo vicino alla famiglia dei La Russa, Fabio Mosca, che si accontenta di un posto di consigliere, lasciando la guida del cda del Policlinico al salviniano Marco Giachetti. Con loro anche l’ex assessore comunale Bruno Simini, sempre di FdI. Mentre al San Matteo di Pavia, dove la riconferma di Alessandro Venturi alla presidenza del cda è targata Fontana, tra i consiglieri trova posto l’ex candidata sindaca della Lega al comune di Brescia, Paola Vilardi. Dev’essere questo il rinnovamento tanto sbandierato dall’assessore al Welfare, Guido Bertolaso. E infatti, nel cda dello stesso Istituto dei Tumori ci piazza il potente ex dg della sanità lombarda ai tempi del Celeste Formigoni, Carlo Lucchina, consulente dello stesso Bertolaso e tra i nomi più in vista della nuova ondata ciellina in salsa meloniana.