Indagine contro ignoti per verificare la correttezza delle procedure relative alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina da parte del Governo Meloni e, in particolare, del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. È il fascicolo modello 45, quindi senza indagati né ipotesi di reato, aperto dalla Procura di Roma dopo l’esposto presentato dall’onorevole Angelo Bonelli, dalla segretaria del Pd Elly Schlein e dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni in relazione al progetto tanto caro alla Lega. L’esposto di nove pagine è arrivato all’attenzione dei pm di piazzale Clodio lo scorso 1 febbraio e riguarda l’attività di progettazione e realizzazione dell’infrastruttura. Secondo Repubblica, il procuratore capitolino Francesco Lo Voi ha assegnato l’indagine alla pm Alessia Natale, specializzata in reati contro la pubblica amministrazione.
La reazione della Lega e di Salvini – La notizia dell’apertura del fascicolo è arrivata nel giorno in cui Matteo Salvini, in un’intervista a ‘Mattino Cinque‘, ha accusato le opposizioni di mettere sempre e comunque il bastone tra le ruote. “Solo in Italia si riesce a fare una battaglia politica contro il ponte, sull’autostrada, una galleria, la Tav” ha detto il vicepremier, che poi ha parlato dell’importanza dell’infrastruttura in questione. “Il Ponte sullo Stretto serve ad unire milioni di siciliani, serve ad inquinare di meno e viaggiare più in fretta – ha assicurato – Mi hanno denunciato per questo. Il Pd ha fatto una denuncia alla Procura della Repubblica perché vogliamo fare il ponte – ha accusato – Solo in Italia la sinistra riesce a dire no alle opere pubbliche”. A seguire, fonti vicine alla segreteria della Lega hanno fatto veicolare dalle agenzie di stampa una reazione molto dura contro le opposizioni: “Il Pd e la sinistra sono contro le opere pubbliche, il lavoro e lo sviluppo del Paese. Si dimostrano nemici dell’Italia. Le loro minacce non ci fermeranno. Continuiamo a lavorare per sbloccare e completare tutte le opere ferme da troppo tempo”.
Il contenuto dell’esposto – Ma cosa dice l’esposto presentato agli inizi di febbraio da Bonelli, Fratoianni ed Elly Schlein? Nel documento che riguarda “l’attività di progettazione e realizzazione” del ponte sullo stretto i parlamentari chiedono ai pm di chiarire perché Società Stretto di Messina S.p.A. (SdM SpA) “ha ritenuto di non rendere pubblici documenti fondamentali per l’entità del progetto e le procedure”. In particolare nell’atto finito all’attenzione dei pm si afferma che la società SdM SpA “ha opposto più volte diniego alle richieste di fornire” ai denuncianti “sia la relazione di aggiornamento al progetto, che l’atto negoziale, nonostante un componente del comitato scientifico avesse pubblicamente affermato di aver reso pubblica la suddetta relazione“. Per i parlamentari il rifiuto “della SdM SpA, che con il Decreto viene costituita quale società in house, di consegnare documenti espressamente previsti dal decreto impedisce di esercitare un diritto ed un’azione di controllo e verifica. La SdM SpA si è rifiutata di consegnare l’atto negoziale che consentirebbe di verificare in quanto tempo la società Webuild ha raggiornato un progetto complesso, vecchio di 12 anni”.
La strana tempistica del decreto – E ancora. Nella denuncia si ricorda, inoltre, che il 16 gennaio scorso “il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rispondeva ad un question time presentato in commissione ambiente, comunicando che “la società Stretto di Messina ed consorzio Eurolink hanno sottoscritto il 29 settembre 2023 un atto negoziale prodromico in base al quale il Contraente Generale ha predisposto, tra l’altro, la relazione di integrazione al progetto definitivo originario comprensiva del particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alle ulteriori prescrizioni da sviluppare nel progetto”. I parlamentari aggiungono che “il decreto è stato convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 maggio del 2023 ma la Società SdM SpA firma l’atto negoziale il 29 settembre, mentre l’annuncio della consegna della relazione sul progetto da parte del Consorzio Eurolink avveniva il 30 settembre 2023. In pratica tra la sottoscrizione dell’atto negoziale e la consegna della relazione di aggiornamento del progetto” trascorreranno “solo poche ore. Come è possibile, viene da chiedersi, che l’aggiornamento di un progetto di un’opera così imponente mai costruita al mondo sia stato realizzato in poche ore? La consegna della relazione avvenuta il 30 settembre 2023 veniva confermata anche da una nota stampa del gruppo Webuild“, si afferma nella denuncia.
“Temiamo sperpero senza precedenti” – Infine, “l’incontro, documentato da Report e mai smentito dagli interessati, tra Salvini, Lunardi e Salini, capo della cordata Eurolink, che getta ombre su possibili irregolarità nel processo decisionale e nell’assegnazione degli incarichi: dopo 12 anni – hanno sottolineato Pd e Avs – il progetto viene ripreso e riassegnato allo stesso consorzio senza una nuova gara. Persino una relazione dell’Anac sottolinea come, con il decreto Ponte, si sia fatto un favore ai privati”. Per Bonelli, inoltre, “è assurdo che cifre così ingenti di denaro pubblico siano destinate a un progetto che suscita dubbi non solo in Italia ma anche tra esperti internazionali, giapponesi in primis, che hanno espresso perplessità sulla fattibilità di ponti a campata unica di 3.300 metri a causa dei rischi associati alla flessione e alla torsione. Questo – ha concluso – non fa che aumentare i nostri timori di uno sperpero senza precedenti di risorse”. Ora toccherà ai magistrati capire se questi timori siano fondati o meno.
Giustizia & Impunità
Ponte sullo Stretto, la Procura di Roma apre un’indagine dopo esposto di Pd, Verdi e Sinistra: nel mirino le procedure di Salvini
Indagine contro ignoti per verificare la correttezza delle procedure relative alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina da parte del Governo Meloni e, in particolare, del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. È il fascicolo modello 45, quindi senza indagati né ipotesi di reato, aperto dalla Procura di Roma dopo l’esposto presentato dall’onorevole Angelo Bonelli, dalla segretaria del Pd Elly Schlein e dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni in relazione al progetto tanto caro alla Lega. L’esposto di nove pagine è arrivato all’attenzione dei pm di piazzale Clodio lo scorso 1 febbraio e riguarda l’attività di progettazione e realizzazione dell’infrastruttura. Secondo Repubblica, il procuratore capitolino Francesco Lo Voi ha assegnato l’indagine alla pm Alessia Natale, specializzata in reati contro la pubblica amministrazione.
La reazione della Lega e di Salvini – La notizia dell’apertura del fascicolo è arrivata nel giorno in cui Matteo Salvini, in un’intervista a ‘Mattino Cinque‘, ha accusato le opposizioni di mettere sempre e comunque il bastone tra le ruote. “Solo in Italia si riesce a fare una battaglia politica contro il ponte, sull’autostrada, una galleria, la Tav” ha detto il vicepremier, che poi ha parlato dell’importanza dell’infrastruttura in questione. “Il Ponte sullo Stretto serve ad unire milioni di siciliani, serve ad inquinare di meno e viaggiare più in fretta – ha assicurato – Mi hanno denunciato per questo. Il Pd ha fatto una denuncia alla Procura della Repubblica perché vogliamo fare il ponte – ha accusato – Solo in Italia la sinistra riesce a dire no alle opere pubbliche”. A seguire, fonti vicine alla segreteria della Lega hanno fatto veicolare dalle agenzie di stampa una reazione molto dura contro le opposizioni: “Il Pd e la sinistra sono contro le opere pubbliche, il lavoro e lo sviluppo del Paese. Si dimostrano nemici dell’Italia. Le loro minacce non ci fermeranno. Continuiamo a lavorare per sbloccare e completare tutte le opere ferme da troppo tempo”.
Il contenuto dell’esposto – Ma cosa dice l’esposto presentato agli inizi di febbraio da Bonelli, Fratoianni ed Elly Schlein? Nel documento che riguarda “l’attività di progettazione e realizzazione” del ponte sullo stretto i parlamentari chiedono ai pm di chiarire perché Società Stretto di Messina S.p.A. (SdM SpA) “ha ritenuto di non rendere pubblici documenti fondamentali per l’entità del progetto e le procedure”. In particolare nell’atto finito all’attenzione dei pm si afferma che la società SdM SpA “ha opposto più volte diniego alle richieste di fornire” ai denuncianti “sia la relazione di aggiornamento al progetto, che l’atto negoziale, nonostante un componente del comitato scientifico avesse pubblicamente affermato di aver reso pubblica la suddetta relazione“. Per i parlamentari il rifiuto “della SdM SpA, che con il Decreto viene costituita quale società in house, di consegnare documenti espressamente previsti dal decreto impedisce di esercitare un diritto ed un’azione di controllo e verifica. La SdM SpA si è rifiutata di consegnare l’atto negoziale che consentirebbe di verificare in quanto tempo la società Webuild ha raggiornato un progetto complesso, vecchio di 12 anni”.
La strana tempistica del decreto – E ancora. Nella denuncia si ricorda, inoltre, che il 16 gennaio scorso “il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rispondeva ad un question time presentato in commissione ambiente, comunicando che “la società Stretto di Messina ed consorzio Eurolink hanno sottoscritto il 29 settembre 2023 un atto negoziale prodromico in base al quale il Contraente Generale ha predisposto, tra l’altro, la relazione di integrazione al progetto definitivo originario comprensiva del particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alle ulteriori prescrizioni da sviluppare nel progetto”. I parlamentari aggiungono che “il decreto è stato convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 maggio del 2023 ma la Società SdM SpA firma l’atto negoziale il 29 settembre, mentre l’annuncio della consegna della relazione sul progetto da parte del Consorzio Eurolink avveniva il 30 settembre 2023. In pratica tra la sottoscrizione dell’atto negoziale e la consegna della relazione di aggiornamento del progetto” trascorreranno “solo poche ore. Come è possibile, viene da chiedersi, che l’aggiornamento di un progetto di un’opera così imponente mai costruita al mondo sia stato realizzato in poche ore? La consegna della relazione avvenuta il 30 settembre 2023 veniva confermata anche da una nota stampa del gruppo Webuild“, si afferma nella denuncia.
“Temiamo sperpero senza precedenti” – Infine, “l’incontro, documentato da Report e mai smentito dagli interessati, tra Salvini, Lunardi e Salini, capo della cordata Eurolink, che getta ombre su possibili irregolarità nel processo decisionale e nell’assegnazione degli incarichi: dopo 12 anni – hanno sottolineato Pd e Avs – il progetto viene ripreso e riassegnato allo stesso consorzio senza una nuova gara. Persino una relazione dell’Anac sottolinea come, con il decreto Ponte, si sia fatto un favore ai privati”. Per Bonelli, inoltre, “è assurdo che cifre così ingenti di denaro pubblico siano destinate a un progetto che suscita dubbi non solo in Italia ma anche tra esperti internazionali, giapponesi in primis, che hanno espresso perplessità sulla fattibilità di ponti a campata unica di 3.300 metri a causa dei rischi associati alla flessione e alla torsione. Questo – ha concluso – non fa che aumentare i nostri timori di uno sperpero senza precedenti di risorse”. Ora toccherà ai magistrati capire se questi timori siano fondati o meno.
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Il Papa “ha riposato bene”. “Dimissioni? Sono speculazioni”. Le condizioni mediche: “Non è fuori pericolo, il vero rischio è la sepsi”
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Nessun tumore al cervello e nessuna infezione da polmonite batterica, come erroneamente riportato dalla Direzione sanitaria del Mar Rosso. Mattia è morto per un’emorragia causata da un aneurisma cerebrale e si esclude con certezza la presenza di altre patologie concomitanti. Questo quanto emerge dopo l'esame effettuato dall'Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine". Così l'avvocato Maria Virginia Maccari, che assiste i familiari di Mattia Cossettini, morto a 9 anni mentre si trovava in vacanza a Marsa Alam.
"Mattia era felicissimo della vacanza e fino a quella tragica escursione in barca non aveva manifestato alcun sintomo, nemmeno un raffreddore. Tanti sorrisi fino all’ultimo momento, allegro come tutti lo conoscevano, ma durante l’escursione in barca non c’è stata nessuna possibilità di chiamare o di ricevere i soccorsi. Secondo i genitori vi è stata sicuramente una sottovalutazione del quadro clinico iniziale; c’è poi stato un errore di refertazione da parte dei medici dell’ospedale generale governativo di Marsa Alam, che hanno interpretato la Tc senza intervenire poi su Mattia per l’assenza di attrezzature, tenuto solamente in osservazione mentre i sanitari stimavamo le più svariate patologie, dal diabete alla broncopolmonite, citando addirittura il Covid come causa di un’ossigenazione bassa quando invece Mattia non aveva neanche la tosse", spiega.
"Rimasto invece su una lettiga di ospedale, con il cuscino della camera del resort, mentre i genitori tentavano invano un trasferimento presso un altro ospedale. La famiglia sta ancora approfondendo gli aspetti relativi all’incidenza di una corretta e tempestiva diagnosi, ma quello che emerge è la necessità di sensibilizzare il Governo egiziano per favorire protocolli nella gestione delle emergenze sanitarie nella zona del mar Rosso. Il primo ospedale attrezzato è situato a circa tre ore di auto e - sottolinea - non sono disponibili mezzi di trasporto rapidi per raggiungerlo. Probabilmente sarebbe sufficiente un piccolo contributo economico da parte delle numerosissime strutture alberghiere per garantire un servizio sanitario adeguato, oppure realizzare un eliporto per trasferire i pazienti gravi, raggiungendo un luogo idoneo. Si stima la presenza di circa quindici milioni di italiani in Egitto ogni anno, di cui un terzo circa nella zona del Mar Rosso".
"Nonostante tutte le immersioni subacquee effettuate in zona, anche una 'semplice' embolia polmonare diventerebbe critica a causa dell’assenza nelle vicinanze di una camera iperbarica. In alcune situazioni potrebbe fare la differenza anche la refertazione a distanza, facilmente possibile con l’utilizzo della telemedicina e nel caso di Mattia si sarebbe molto probabilmente evitata l'errata interpretazione delle immagini della Tc, fatto che ha di certo avuto un peso psicologico importante sui genitori. Non è chiaro se il tempo perso, dai primi sintomi interpretati in modo superficiale dai medici, all’incapacità di intervenire in modo attivo presso l’ospedale di Marsa Alam, potessero cambiare l’esito della vicenda. È però evidente come, qualsiasi necessità sanitaria improvvisa, che possa essere clinicamente complessa ma che nel nostro contesto sociale risulti gestibile, le possibilità di sopravvivenza in una zona così turistica e famosa siano sorprendentemente scarse. I genitori di Mattia, Marco e Alessandra, si augurano che la morte di loro figlio possa servire ad avviare questo adeguamento sanitario in Egitto per il bene dí tutti gli altri turisti italiani, non consapevoli della situazione fatiscente che potrebbero scoprire appena varcate le mura dei lussuosi resort", conclude.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano.
In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine.
Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche.
Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri.
Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano.
In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine.
Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche.
Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri.
Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.
Milano, 21 feb. (Adnkronos) - Con una produzione dal valore di 277 milioni di euro nel 2023, la Lombardia è la quarta regione italiana più rilevante nel comparto florovivaistico. E' quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base del primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal centro studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti, in occasione della giornata conclusiva di Myplant&Garden, una delle più importanti manifestazioni internazionali per i professionisti delle filiere del verde in corso a Rho Fiera Milano.
In Lombardia, precisa la Coldiretti regionale su dati Registro delle Imprese, sono oltre 2.500 le aziende florovivaistiche, a cui vanno aggiunte quelle che si dedicano alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per una filiera del verde lombarda che in totale può contare su più di 7.900 imprese. Sulla base del rapporto Divulga/Ixè, nel 2024 il florovivaismo Made in Italy ha raggiunto il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, ma sulle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina. Proprio a causa del conflitto, le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine.
Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Non va poi trascurato, avverte Coldiretti, l’impatto dei cambiamenti climatici: secondo il rapporto Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche italiane denuncia difficoltà economiche.
Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri.
Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale, oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle politiche di sviluppo rurale.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - Gli ostaggi israeliani Eliya Cohen, Omer Shem Tov e Omer Wenkert sono stati trasferiti alla Croce Rossa Internazionale dopo essere saliti sul palco a Nuseirat, nel centro di Gaza, prima del rilascio da parte di Hamas.
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - "In Italia sono sempre più giovani medici attratti dalla ginecologia oncologica: questa specializzazione conta bravi chirurghi intorno ai 45 anni, in Italia sono circa 50, tra cui molte donne. E loro saranno tra i protagonisti domani del simposio 'Innovation in Gyn Onc', appuntamento voluto dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia all’interno di Esgo", European Gynaecological Oncology Congress, in corso fino a domenica a Roma (Hotel dei Congressi all’Eur). Così all’Adnkronos Salute Vito Trojano, presidente di Sigo alla vigilia del meeting all’interno del Congresso Esgo 2025, un'esperienza formativa con oltre 50 sessioni scientifiche che in questa tre giorni di lavori presentano gli ultimi sviluppi medici e scientifici nella ricerca, nel trattamento e nella cura dei tumori ginecologici, tenuti da esperti di fama mondiale.
"Sarà una giornata molto importante perché non solo è un connubio fra la Società europea di ginecologia oncologica e la Sigo – spiega Trojano – ma perché dedicata alle nuove generazioni. Obiettivo: poter fare in modo che la Ginecologia oncologica sia sempre più attrattiva e di interesse per i giovani che aspirano a fare i medici".
Tra i temi al centro del simposio, nuove proposte per la vaccinazione e lo screening del cancro cervicale, prevenzione del cancro ovarico oltre la chirurgia, medicina di precisione in oncologia ginecologica, novità dalla biopsia liquida, algoritmi terapeutici nel carcinoma ovarico di prima linea, efficacia e sopravvivenza a lungo termine con gli inibitori di Parp. E ancora: la salute digitale in oncologia ginecologica, telechirurgia, telesonografia, teleconsulenza e Hipec (chemioterapia ipertermica intraperitoneale) in oncologia ginecologica. "Ampio spazio sarà dato ovviamente alle nuove terapie mediche, alle tecniche chirurgiche e all’Intelligenza artificiale con cui i futuri chirurghi si addestrano e si formano", conclude Trojano.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - A Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, verranno rilasciati tre ostaggi (Omer Shem Tov, Eliya Cohen e Omer Wenkert) rapiti il 7 ottobre, anziché quattro come si pensava in precedenza. Il quarto ostaggio, Hisham al-Sayed, rapito nel 2015, verrà liberato in un altro luogo e senza una cerimonia pubblica. I veicoli della Croce Rossa sono presenti a Nuseirat, ma sembra che ci potrebbe essere ritardo nella consegna.