Nel documentario "Roma, santa e dannata" di Roberto D’Agostino e Marco Giusti, l’ex deputata di Rifondazione Comunista e futura conduttrice dell’Isola dei Famosi ha ricordato i tempi del Muccassassina, noto locale trasgressivo della Capitale
“I politici si mettevano a 90, mi pregavano ‘Non dire che m’hai visto’”. Vladimir Luxuria torna a parlare dei tempi del Muccassassina, il locale trasgressivo di Roma che furoreggiava tra gli anni ottanta e novanta. Nel documentario Roma, santa e dannata di Roberto D’Agostino e Marco Giusti, l’ex deputata di Rifondazione Comunista e futura conduttrice dell’Isola dei Famosi ha ricordato come il locale fosse affollato di politici: “Quanti ho conosciuto che di giorno stanno lì a dire ‘i valori della famiglia, noi difendiamo i valori della famiglia’ e la sera te li trovi calati nel parco a novanta”. Nel ricordare che nonostante il Vaticano, per lei Roma è una città molto pagana, Luxuria ha evocato le gesta egli organizzatori del locale: “Ogni notte interrompevamo la musica per fare spettacoli e all’epoca non si parlava di drag queen, ma eravamo dei precursori alla metà degli anni Ottanta. Era una sala unica con un palco molto alto e noi lo chiamavamo ‘musica frocia’. La Carrà, gli Abba, tutto quello che ci faceva sbattere e ancheggiare come dei capitoni. A fine serata si accendevano le luci e si metteva il Sirtaki.
Tutti ci tenevamo mano per mano, come la danza della vita di Matisse. C’era il gay, la lesbica, la trans part-time, la trans full-time, l’eterosessuale, l’eteroflessibile”. Luxuria ricorda che la paura di molti partecipanti era la possibile presenza dei fotografi, anche se poi quando il locale anni dopo divenne trendy gli stessi speravano che i fotografi apparissero per essere immortalati. Anche D’Agostino rievoca nel documentario un altro locale trasgressivo dell’epoca, il Degrado. “In quella sala c’era di tutto – chiosa Luxuria – Ricordo uno spettacolo di una pornostar che prendeva le candele una per una per infilarle nell’orifizio anale. Poi le faceva uscire con una colonnina di fumo. Oppure, le orge nella sala con colonna sonora “Quando nasce un amore” di Anna Oxa e tutti a trombare. Il Degrado era un locale brutale, senza arredo ma con tanti stanzini. Era frequentato da molti trans, ma anche da tanti travestiti part time. Quante volte sono andata a Londra e New York per capire la trasgressione, poi ho scoperto che siamo molto più trasgressivi noi”.