FNM (gruppo Ferrovie Nord Milano) ha reso noto di aver acquistato l’80% di Viridis Energia, produttore indipendente di energia elettrica, da Lagi Energia 2006 Srl e HNF Spa. Una operazione da 80 milioni, rispetto ai 59,2 annunciati. Quello di FNM è un vero e proprio ritorno agli anni 60, quando lo Stato sviluppava attività di ogni tipo in economia (dai panettoni all’acciaio). Ora è la Regione Lombardia, tramite la sua controllata FNM, a costituire una mini-IRI lombarda. Intendendo così che il federalismo serve a ripetere gli errori dello Stato e a gestire “politicamente” grandi aziende ai fini consociativi locali, piuttosto di quelli industriali.

La missione principale di FNM non è più quindi lo sviluppo del sistema ferroviario ma la gestione delle autostrade, come la Serravalle, che a sua volta ha in pancia la fallimentare e superata Pedemontana, e dell’energia. Il controllo di Serravalle fu acquisito tre anni fa per 86 milioni di euro dal gruppo Gavio. Un paradosso, se si pensa che la Regione Lombardia non ha i soldi per riasfaltare e mettere in sicurezza due terzi delle strade lombarde e che potrebbe produrre energia rinnovabile utilizzando i tetti delle 124 stazioni poste sui 331 km di rete delle FNM.

Se la controllata Trenord naufraga fra le proteste dei pendolari, per i clamorosi ritardi, soppressioni e per la più bassa percentuale di puntualità d’Italia: l’82%, quando la media nazionale è del 90%. Ora FNM allarga il perimetro delle attività per aumentare la sua influenza politica con i soldi dei contribuenti lombardi. Le competenze tecniche, passando anche alle autostrade e all’energia, sicuramente mancano.

L’operazione viene definita un grande business integrato ferro-strada-energia con fini di sostenibilità ambientale. Da un punto di vista industriale, l’acquisizione da parte di un consumatore energivoro, come FNM, di un produttore di energia rinnovabile per controllare al meglio la filiera di costo, senza le competenze necessarie, sembra un azzardo. Avrebbe avuto più senso concentrarsi sul proprio core business, il trasporto delle persone su ferro, e stipulare contratti del tipo PPA (contratti privati di lunga durata di fornitura di energia elettrica rinnovabile ad un prezzo fisso), ottenendo in tal modo un effetto più conveniente.

FNM, per comprare 1 litro di latte, ha deciso di acquistare la mucca. La scelta sembra sia abbastanza bizzarra per un operatore del trasporto ferroviario. Difficile sapere se il prezzo di acquisto sia congruo o meno, ma 80 milioni per comprare 90 GWh di produzione è un prezzo maggiore ai prezzi bassi del mercato attuale dell’energia. Sarebbe stato opportuno un accordo tra le reti ferroviarie di FNM (Regione) e RFI del gruppo Fs per coprire con il 100% dell’energia il proprio fabbisogno energetico rinnovabile. Si tenga conto che la Deutsche Bhan è già al 65%. Oppure nel bilancio di sostenibilità di FNM sarebbe stato darsi un target preciso, come quello delle ferrovie tedesche, senza nuovi esborsi di danaro pubblico.

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