Il lavoro congiunto delle forze di polizia internazionali, tra Europa e Stati Uniti, ha permesso di porre fine alle attività di LockBit. Si tratta di una delle più grandi gang di cybercriminali che servendosi del ransomware, una tipologia di virus informatico che blocca i computer, ha preso di mira oltre 2mila vittime in tutto il mondo, anche in Italia, incassando più di 120 milioni di dollari in riscatti.

Come riporta l’agenzia di stampa britannica Reuters, la rete è stata fermata grazie all’Operazione Cronos, congiunta della autorità degli Stati Uniti e Gran Bretagna insieme all’Europol. Originaria dell’Europa orientale, da quando è nata nel 2019, LockBit si era strutturata come una vera e propria società criminale piramidale. La banda guadagnava rubando dati sensibili e minacciando di divulgarli se le vittime non avessero pagato un riscatto in criptovaluta. I suoi membri sono gruppi criminali che LockBit recluta per sferrare attacchi utilizzando i suoi strumenti di estorsione digitale. Il ransomware è un software dannoso che crittografa i dati, ossia li rende inaccessibili fino all’immissione di una chiave anche dopo aver ricevuto un pagamento.

La National Crime Agency, l’agenzia di polizia britannica che ha guidato l’operazione, ha comunicato che sono stati fatti chiudere 28 server legati a LockBit in vari paesi e che sono stati congelati 200 conti di criptovalute riconducibili al gruppo. Le pagine internet da cui si accede ai suoi servizi sono state bloccate. LockBit ha detto di avere server di scorta che non sono stati coinvolti nell’operazione, ma la veridicità dell’affermazione non è ancora stata verificata. Per il momento comunque si sa solo che le operazioni del gruppo sono state interrotte
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