Un incontro brevissimo, appena 35 minuti. Che fa emergere due aspetti, contrapposti: da un lato c’è una strada tracciata, dall’altro resta la cautela dei due club. Giovedì mattina alle ore 9 il sindaco Giuseppe Sala ha accolto a Palazzo Marino l’amministratore delegato corporate dell’Inter, Alessandro Antonello, e il presidente del Milan, Paolo Scaroni. Sul tavolo il progetto per la ristrutturazione di San Siro, ad oggi l’unica opzione per provare a trattenere i due club allo stadio Meazza. Per ora, Sala ha ottenuto un primo passaggio formale: il via libera allo studio di fattibilità, che sarà presentato in tre mesi da Webuild. Solo a fine maggio, documenti alla mano, si deciderà se l’ipotesi di ristrutturare potrà prendere definitivamente vita. Inter e Milan vorranno risposte certe soprattutto su un punto, ad oggi cruciale: la possibilità di poter continuare a giocare al Meazza mentre i lavori sono in corso.

Il piano di ristrutturazione – Il 31 gennaio scorso, sempre a Palazzo Marino, era stato presentato il progetto di ristrutturazione avanzato dall’architetto Giulio Fenyves dello studio Arco Associati. Il piano da circa 300 milioni di euro, secondo una stima iniziale, prevede la riqualificazione dell’area, la realizzazione di un quarto anello nella parte superiore dell’attuale primo anello e un avanzamento dei lavori per cantieri consecutivi, per consentire l’accesso degli spettatori sulla maggioranza delle tribune esistenti, durante ogni fase. L’idea – che era stata accolta con freddezza dai due club – ha preso forza dopo che il 16 febbraio scorso la società WebBuild ha manifestato pubblicamente la propria disponibilità a realizzare i lavori. Così Sala ha deciso di convocare Inter e Milan per provare a intraprendere un percorso condiviso.

La prima apertura dei club – L’incontro odierno, per quanto interlocutorio, ha già fissato dei paletti. “Webuild S.p.A. collaborerà pro bono, secondo la disponibilità in tal senso già manifestata, con la redazione di uno studio di fattibilità che dovrà essere consegnato in tre mesi; le squadre produrranno linee guida per una possibile ristrutturazione che porti alla disponibilità di uno stadio più moderno ed efficiente”, si legge in una nota congiunta seguita all’incontro. “A valle di questo, l’Amministrazione comunale e i team verificheranno la possibilità e le modalità per procedere”, prosegue il comunicato. Il segnale di un’apertura da parte delle due società a poter nuovamente considerare l’ipotesi San Siro, anche in coabitazione.

Il nodo della capienza – Un altro passaggio fondamentale del comunicato evidenzia quanto ribadito però da Inter e Milan: “La necessità di una tutela dell’eventuale perdita di disponibilità di capienza dello stadio durante i lavori. Gli interventi dovranno essere quindi compatibili con il calendario delle partite, delle manifestazioni sportive e degli eventi di intrattenimento, al fine di evitare danni economici“. Disputare troppi match a capienza eccessivamente ridotta sarebbe una perdita economicamente insostenibile per le due squadre di Milano, che per questo motivo avevano inizialmente scartato l’ipotesi di una ristrutturazione sul modello del Bernabeu a Madrid o del Camp Nou a Barcellona.

Condizioni e alternative – Inter e Milan hanno inoltre ribadito altre due condizioni imprescindibili: la costruzione di altri edifici attorno allo stadio e la proprietà del nuovo impianto. Si legge nel comunicato: “Nel progetto andranno considerati sviluppi urbanistici nell’area di San Siro, in particolare per la sua riqualificazione. Questione vincolante, nelle forme da definire, è che lo stadio dovrà diventare di proprietà delle squadre“. “Il Sindaco – conclude la nota – ha preso atto che le squadre continueranno nella esplorazione delle possibilità alternative in essere, con l’auspicio però che il percorso intrapreso su San Siro porti rapidamente a una conclusione soddisfacente per tutti gli attori in campo”. Quindi, per il momento Inter e Milan hanno aperto a una ristrutturazione ma restano caute, continuando a lavorare sulle alternative. Il Milan ha già acquistato per 40 milioni di euro il terreno a San Donato Milanese, mentre i nerazzurri hanno una clausola di prelazione sull’area di Rozzano-Assago da esercitare entro fino aprile.

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