Undici ragazzi, anche minorenni, e due agenti feriti. La condanna esonda dal gioco politico e diventa trasversale. Si dicono indignati i rettori delle tre università di Pisa ed è critico anche il sindaco Michele Conti, eletto con il centrodestra. Cariche anche a Firenze e Catania
Gli scudi che spingono, le manganellate che partono a casaccio sugli studenti pacifici, senza aste né caschi, senza nulla. Dura tutto meno di due minuti, mentre perfino dagli edifici accanto qualcuno si affaccia per urlare di fermarsi. Una carica disordinata contro gli studenti pro-Palestina a protezione della piazza dei Cavalieri dove c’è la sede centrale dell’ateneo di Pisa, che sarebbe tra l’altro la loro casa, diventa presto un caso politico destinato a entrare il Parlamento. Perché ancora una volta negli ultimi tempi – solo venerdì è accaduto anche a Firenze e Catania – un corteo finisce con un blocco, questa volta per giunta in una via stretta, e i tonfa che partono contro i manifestanti, in buona parte minorenni.
Feriti e polemiche sul questore (che era al G8 di Genova)
Si contano alla fine diversi feriti (in 11 sono rimasti feriti, tra cui due minori e uno con una sospetta frattura) e uno sciame di polemiche che travolge il questore e piomba sul tavolo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, chiamato in causa della opposizione per la gestione dell’ordine pubblico. Ed è difficile contenere l’onda d’urto, perché la condanna esonda dal gioco politico e diventa trasversale. Si dicono indignati i rettori delle tre università di Pisa ed è critico anche il sindaco Michele Conti, un leghista. Tant’è che al questore Sebastiano Salvo – vicequestore a Genova in occasione del G8 del 2001 – non resta che provare a rattoppare (“il corteo non era autorizzato”) e allo stesso tempo assicurare che si rifletterà sulla gestione della giornata. Una “riflessione” e una “verifica sugli aspetti organizzativi ed operativi” coinvolgerà anche il Dipartimento della pubblica sicurezza.
Pd e M5s chiamano in causa Piantedosi
La grancassa è però già partita ed è inarrestabile. Per il leader del M5s Giuseppe Conte si tratta di “immagini preoccupanti”. La segretaria del Pd Elly Schlein intravede un “clima di repressione”. Il Pd si è schierato in blocco chiedendo un intervento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “Le cariche di Pisa contro gli studenti sono inaccettabili. Una violenza spropositata contro chi stava manifestando. Ennesimo episodio di manganellate contro chi scende in piazza. Così la destra pensa di gestire l’ordine pubblico? Esigiamo risposte immediate”. Il deputato dem Arturo Scotto ha annunciato un’interrogazione al ministro dell’Interno: “Siamo davanti a una pratica repressiva che è ormai sistematica”, ha detto. I dem si muovono anche al Senato, dove Ylenia Zambito.ha anticipato che chiederà chiarimenti al capo del Viminale perché “non si può reprimere una manifestazione pacifica con questi metodi violenti”.
La questura: “Non era autorizzato”
Anche il vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, ha chiesto un intervento del Viminale: “Chi ha ordinato queste cariche? A che scopo? Piantedosi pensa di dire qualcosa?”, si chiede il deputato parlando di “violenze ingiustificate”. Antonio Caso, capogruppo M5s in commissione Cultura, sottolinea come tutto sia “avvenuto in una via stretta e pericolosa, al solo scopo di impedire al corteo pro Palestina di accedere” alla piazza. “È arrivato il momento di dire basta”, aggiunge. La questura ha risposto sostenendo che il corteo “non era autorizzato” e il questore ha spiegato che la carica è stata determinata “da un momento di tensione scaturito da un contatto fisico tra alcuni manifestanti e i poliziotti”, due dei quali sono rimasti contusi. Secondo quanto si apprende dalla questura, sarà comunque fatta una riflessione per capire se tutto è stato fatto per il meglio.
Il sindaco leghista: “Questore e prefetto chiariscano”
Si dice “profondamente amareggiato” anche il sindaco di centrodestra Michele Conti spiegando di aver “telefonato a questore e prefetto per chiedere conto di quanto avvenuto” perché “mai in alcun modo si può usare la violenza per reprimere una manifestazione di ragazzi e ragazze delle scuole superiori”. L’Università di Pisa ha invece espresso “profonda preoccupazione e sconcerto” per gli scontri e chiesto “chiarimenti sull’accaduto e sull’operato delle forze dell’ordine”, auspicando che “tutte le autorità competenti intervengano per garantire la corretta e pacifica dialettica democratica, tutelando la sicurezza della popolazione e della comunità studentesca”, dice il rettore Riccardo Zucchi.
La Normale e il Sant’Anna “turbati”
Critici anche Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale Superiore, e Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, che si dicono “profondamente turbati” ed esprimono “solidarietà e vicinanza” agli studenti. “Come cittadini, genitori, rettori di università, riteniamo che l’uso della violenza sia inammissibile di fronte alla pacifica manifestazione delle idee”, aggiungono chiedendo “chiarezza” su dinamica e motivazioni che “hanno spinto le forze dell’ordine ad agire con tale durezza”. L’Anpi ha condannato la “gratuita violenza” che “nega di fatto il diritto al dissenso”.
I professori “allibiti”
Sulla vicenda è intervenuto anche un gruppo di docenti del liceo artistico Russoli che si trova proprio di fronte al luogo in cui sono avvenute le cariche: “Siamo sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola dove studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo, perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in piazza Cavalieri”, scrivono 11 insegnanti in una lettera aperta. “Proprio di fronte all’ingresso del nostro liceo, hanno fatto partire dapprima una carica e poi altre due contro quei giovani con le mani alzate – scrivono ancora – Senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza. Come educatori siamo allibiti”. È “evidente – scrive infine l’Associazione partigiani – che ci sono indicazioni nazionali al fine di reprimere qualsiasi manifestazione non gradita. Non vogliamo il governo del manganello”.