È la settimana del clamoroso ritorno sulle scene dei CCCP. Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella e Fatur si riuniranno a Berlino, sul palco dell’Astra Kulturhaus, sabato 24, domenica 25 e lunedì 26 febbraio 2024. Provo a tratteggiarne la storia nei consueti 9 punti di questo blog, nato nel 2011 sulle pagine de IlFattoQuotidiano.it.
Cominciamo.
1. Optional
I CCCP – Fedeli alla Linea hanno visto la luce a Berlino Est nel 1982, sotto la guida di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni e Umberto Negri, con la preziosa collaborazione di Annarella Giudici e Danilo Fatur. Etichettarli semplicemente come un gruppo punk sarebbe riduttivo; essi rappresentano qualcosa di molto più complesso e al contempo meno definibile. La loro musica si distingue per una fusione di generi che va oltre i confini del punk, abbracciando elementi di rock, folk e altri stili musicali. Elementi riconducibili al teatro dell’assurdo, non sono un optional; la vera essenza della formazione reggiana, risiede proprio nella capacità di coniugare sfumature di vario genere, trasformando quelle pulsioni in testi provocatori e carichi di significato.
2. Scorribande
Sì ma… che cos’è il Teatro dell’Assurdo? Si fa presto a evocare parole ad effetto, ma poi occorre collocarle. È un movimento teatrale sviluppatosi principalmente negli anni 50 e 60. Si contraddistingue per la rappresentazione di situazioni e dialoghi apparentemente privi di senso e logica. Tra i suoi principali esponenti sono annoverabili personaggi come Samuel Beckett, Eugène Ionesco e Jean Genet, autori di opere caratterizzate da dialoghi enigmatici, situazioni bizzarre e personaggi in preda alla confusione e all’alienazione. Impossibile a questo punto non pensare alle scorribande plateali di Danilo Fatur e a quelle della benemerita soubrette Annarella negli epici concerti della band.
3. La vodka
Sì, perché, pare parzialmente superfluo rievocare, qui, le tante cose che già sappiamo di Ferretti e Zamboni; piuttosto proviamo a concentrarci sul profilo degli altri due CCCP, Fatur e Annarella. Una premessa: se non conoscete “la sezione estetica” del gruppo, non è possibile capire nulla dei Cccp. E chi meglio di Massimo Zamboni potrebbe ad esempio, raccontare la figura di Danilo Fatur? Seguitemi nel prossimo punto [Io, Fatur, la vodka bona più non c’è, Ed. Fuori Linea. Prefazione di Massimo Zamboni].
4. Fatur
Massimo scrive: “Io, Fatur ero già un Punk quando stavo con mia mamma in una vecchia casa senza luce ed acqua e mio nonno mi faceva fumare qualche tiro delle sigarette di trinciato forte fatte con le cartine Luce. Io, Fatur ero già un Punk quando in prima elementare diedi un pugno in pancia ad una suora. Fui bocciato! Anche perché ero sempre malato. Mi ammalavo di lunedì e guarivo il sabato giusto in tempo per andare la domenica al cinema Eden. Io, Fatur ero già un Punk quando correvo dietro agli altri bimbi dell’Istituto che mi prendevano in giro perché ero strabico e portavo gli occhiali. Io, Fatur ero già un Punk quando andavo in piazza al bar Dorando di Carpi, vestito come James Dean in Gioventù Bruciata o Marlon Brando ne Il selvaggio. Io, Fatur ero già un Punk quando andavo a ballare il rock al Dream di Correggio o al Ritz di Novellara o al Corallo di Scandiano o al Charlie Max di Modena vestito come Lou Reed nella copertina di Rock and roll animal”.
5. Annarella
Parliamo di una ragazza straordinariamente bella in grado di trasformarsi costantemente: un momento è una crocerossina, il successivo indossa il tutù di una danzatrice classica, per poi trasformarsi in una signora elegante con cappellino. È sempre lei, eppure mai uguale a se stessa. Si veste e si traveste continuamente: balla con grazia, canta con passione, si dimena freneticamente e poi si ferma immobile. Si mostra senza rivelare mai del tutto chi è veramente. Appare come una semplice ragazza di campagna, una mondina emiliana, e poi si trasforma in una diva, dallo spirito un po’ dark. Lei vuole essere sia una diva che una ragazza comune, e riesce a incarnare entrambi gli aspetti con una straordinaria versatilità […]. Vi invito a recuperare la prefazione di Marco Belpoliti al volume Annarella Benemerita Soubrette CCCP Fedeli alla Linea (Quodlibet, 2014). Marco, ne descrive il tratto magistralmente.
6. Ferretti/Zamboni
Va fatta una specifica doverosa. Il loro ricongiungimento ufficiale non è avvenuto a Reggio Emilia per “Il Gran Gala Punkettone” bensì l’anno prima. Dopo un estenuante quanto meraviglioso corteggiamento, il miracolo si è compiuto a Parma, più precisamente all’interno della XVI edizione de “Il Rumore del Lutto Festival”, di cui, insieme a Maria Angela Gelati, ne curo la direzione artistica. Ebbene, furono mesi di trattativa (più che altro furono momenti di vita indimenticabili) scaturiti in un memorabile incontro presso il Cinema Astra.
Fu il bravissimo Michele Rossi (scrittore e biografo ufficiale della band) ad intervistarli. Un cinema Astra rigorosamente sold out sancì l’indiscutibile trionfo. Qualche puntiglioso della malora affermerà: “Ancor prima a Roma presentarono il Libretto Rozzo dei CCCP e CSI (GOG Edizioni) intervistati da Davide Brullo”. Vero! Ma quella fu semplicemente una presentazione incentrata su di un libro, a Parma si parlò dettagliatamente della loro storia e proprio su quel palco “la cellula dormiente” diede i primi segni di risveglio.
7. Cccp, Fedeli alla Linea
In pillole. Ma che cosa hanno rappresentato nella scena musicale italiana? Certamente una svolta, sfidando convenzioni musicali e sociali del loro tempo. Hanno dato voce a una generazione disillusa e critica nei confronti dell’establishment nazionale. Tematiche come la disoccupazione, la repressione politica e l’alienazione sociale, offrono uno sguardo sincero e spietato sulla realtà italiana dell’epoca; parliamo di testi illuminati, disperatamente attinenti al nostro asfittico presente.
8. La mostra
“Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla linea 1984-2024” a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, è stata prorogata fino al 10 marzo. L’avete vista? Offre un percorso cronologico e antologico per esplorare i dischi pubblicati dal gruppo. Trattasi di un circuito multidisciplinare, arricchito da musica, letteratura, immagini, video, performance e installazioni, è frutto di svariati mesi di lavoro della band e dell’entourage messo a disposizione dal Comune e non solo. In questo lasso di tempo sono stati recuperati: testi, ricordi, immagini ed esperienze, ovvero, ciò che rende unico tale progetto. Se non l’avete ancora vista, correte!
9. Berlino
Non resta che attendere con trepidazione le tre date berlinesi (e il successivo tour estivo) dei CCCP. Tuttavia, la notizia che ad aprire gli spettacoli nella Ex-DDR sarà un monologo di Andrea Scanzi suscita in me qualche perplessità. Da fan riottoso e punkettaro, mi chiedo cosa c’entri un monologo prima di un loro concerto. Non ho nulla contro Scanzi, e specifico che non è questa una rosicata, auguro comunque ad Andrea di godersi questa meravigliosa avventura.
Ci si vede a Berlino, Lunedì.
9 canzoni 9… dei Cccp