A Madonna di Campiglio, località turistica in provincia di Trento, tra le Dolomiti di Brenta e le Alpi dell’Adamello e della Presanella, lo sci è una priorità. Indiscutibilmente. Nel comprensorio sciististico di Skirama Dolomiti ci sono 20 impianti di risalita e 44 piste, per una lunghezza complessiva di 62 chilometri, dei quali 58 aperti. Ma a quanto pare non basta. Anche in considerazione degli innegabili cambiamenti climatici. Così le Funivie Madonna di Campiglio spa che gestisce piste e impianti nel Trentino occidentale, con un utile nel 2022 di oltre 21 milioni di euro, ha deciso di intervenire su una pista: la “Poza Vecia”, che si distende nel Comune di Tre Ville e nei terreni della frazione di Monclassico e della Comunità delle Regole di Spinale e Manez. Per questo, ecco il progetto di “Sistemazione e allargamento con completamento impianto di innevamento programmato”, inoltrato alla fine di gennaio all’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA) della Provincia Autonoma di Trento per la verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale.
Il progetto, come spiega l’Avviso pubblico del Settore qualità ambientale dell’APPA, riguarda “l’allargamento e la modifica della livelletta della pista da discesa denominata “Poza Vecia” tra le quote 1755 e 1660 metri, per uno sviluppo complessivo di 1200 metri circa”. Con un movimento di terreno, tra sterri e riporti, pari ad oltre 38mila metri cubi. Contestualmente è prevista, come spiega il documento, “la posa dell’impianto di innevamento programmato attualmente assente su tale tratto di pista”. Interventi, quelli che si vorrebbero realizzare, che interesserebbero “direttamente le aree naturali protette Parco Naturale Adamello Brenta e Zona Speciale di Conservazione Dolomiti di Brenta”. Insomma la più vasta area protetta del Trentino, nella quale “la natura ci conquista immediatamente con paesaggi incontaminati e di una bellezza unica”, si legge nel portale del Parco. Oltre ad un sito di importanza comunitaria nel quale sono presenti habitat naturali e popolazioni faunistiche di rilevante interesse.
Un ambito geografico nel suo complesso nel quale verrà sacrificato un bosco costituito da faggi, lecci, pini e abeti, di 2,7 ettari. Un abbattimento esteso su una superficie pari, quasi, a 4 campi di calcio. Senza dubbio un sacrificio. Che però, secondo il progetto di Funivie Madonna di Campiglio permetterà un duplice risultato. Da un lato aumenterà la pendenza nel tratto interessato dai lavori, favorendo la discesa degli sciatori. Dall’altro completerà l’impianto di innevamento artificiale, in modo che anche il “nuovo” tratto di 1200 metri ne sia fornito. Miglioramenti necessari per la Società. Ma non per la consigliera provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra, Lucia Coppola, che in un’interrogazione al Presidente Maurizio Fugatti chiede di fermare i lavori di allargamento della pista e la realizzazione dell’impianto di innevamento.
“Non ci sono sufficienti piste e impianti di innevamento artificiale in quel magnifico territorio?”, domanda retoricamente Coppola. Aggiungendo che “intervenire sul territorio montano con continui sbancamenti e deforestazioni mette a repentaglio la conservazione della biodiversità e aumenta il rischio di catastrofi naturali”. Spiegando che “insistere sulla strada dell’ampliamento o della progettazione di nuovi impianti sciistici è diventato oramai insostenibile per i danni ambientali irreparabili che ne conseguono”, esorta Coppola, citando “erosione del suolo, disboscamento, depauperamento delle risorse idriche, danni alla fauna e alla flora alpina”. Il progetto è dunque in attesa delle valutazioni da parte della Provincia. Avranno la meglio le ragioni del turismo “ad ogni costo”, oppure quelle della sostenibilità ambientale? “Il bosco, Cattedrale del Creato … Forse da qui sono nati per la prima volta nell’uomo l’idea, il pensiero, la riflessione”, come sosteneva Mario Rigoni Stern. Lo ricorda Madonna di Campiglio azienda per il turismo spa sul suo portale.