Giorgia Meloni è a Kiev per il primo G7 sotto la presidenza italiana. La premier ha scelto la capitale ucraina, in occasione del secondo anniversario della guerra, per una passerella cominciata già all’alba: poco dopo le ore 6 è arrivata a destinazione in treno in compagnia della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, del primo ministro belga Alexander De Croo e del primo ministro canadese Justin Trudeau. Alle ore 16 Meloni ha presieduto una riunione in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo G7 nel corso della quale è intervenuto anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, con tanto di firma dell’accordo di sicurezza Italia-Ucraina, l’intesa decisa dai Paesi del G7 al vertice Nato di Vilnius: un’intesa decennale che, stando alle bozze, per ora è solamente un segnale politico e non prevede alcun sostegno economico concreto.

Per il “suo” primo G7 Meloni ha scelto Kiev e la passerella con Zelensky. Ma ha dovuto incassare l’assenza del presidente francese Emmanuel Macron che non ha partecipato alla videoconferenza del summit. Macron non si è collegato ed è stato sostituito dal ministro degli Esteri Stéphane Séjourné. Secondo la versione ufficiale, Macron non può partecipare perché è impegnato “per tutto il giorno” al Salone dell’Agricoltura nel tentativo di placare la crisi dei trattori. Il presidente francese però allo stesso tempo ha organizzato per lunedì a Parigi un incontro a sostegno dell’Ucraina con i leader di altri Paesi, due anni dopo l’inizio dell’offensiva russa. Pare una sorta di contro-G7 dell’Eliseo a cui infatti Meloni dovrebbe non partecipare: al suo posto, scrive Repubblica, andrà il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Meloni non sembra aver preso bene la mossa del capo dell’Eliseo: da quanto trapela, ha inviato i saluti al presidente francese assente è impegnato con una “difficile giornata”.

L’intervento a Hostomel – Parlando dall’aeroporto internazionale Antonov di Hostomel, la premier Meloni ha ribadito la sua linea: “Questa terra è un pezzo della nostra casa e noi faremo la nostra parte per difenderla“. Meloni è intervenuta alla cerimonia in onore dei soldati ucraini protagonisti della battaglia di Hostomel, con Zelensky e gli altri leader internazionali: “Questo posto è simbolo di fallimento di Mosca e dell’orgoglio dell’Ucraina, ci ricorda che c’è qualcosa di più forte di missili e guerra: è l’amore per la terra e la libertà”. Poi ha aggiunto: “L’Italia c’è, e questo penso che si veda a maggior ragione adesso come presidente del G7. Continuiamo a garantire il nostro sostegno all’Ucraina, oggi firmeremo anche le nostre garanzie di sicurezza perché riteniamo che in Ucraina si combatta anche per la nostra libertà e il nostro interesse nazionale”. Secondo Meloni, “quello che è accaduto negli ultimi due anni, con focolai di crisi che si continuano a moltiplicare, è figlio di quella invasione”. “Quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di ritrovarsi in un mondo in cui chi è militarmente più forte invade il suo vicino. Non so se ci conviene un mondo del genere”, ha sostenuto la premier.

Il G7 in video con Zelensky – Meloni nel suo ragionamento continua a dichiarare che l’aiuto militare a Kiev è la strada per arrivare a una soluzione pacifica del conflitto: “Se le cose fossero andate come nel sentimento di chi invadeva, questa guerra sarebbe durata tre giorni invece noi oggi ci ritroviamo in una situazione di equilibrio del conflitto che è la precondizione di qualsiasi ipotesi diplomatica”, ha affermato parlando ai giornalisti presenti all’aeroporto. “Il gioco è sempre lo stesso – ha aggiunto Meloni- non si può scambiare una invasione con la pace. Quello che si può fare è costruire un equilibrio che consenta a un certo punto di cercare un’altra soluzione”.

Su X, intanto, il presidente ucraino ha annunciato che “l’Ucraina è decisamente più forte oggi rispetto a due anni fa. Oggi abbiamo firmato un altro accordo di sicurezza che rafforza la posizione del nostro popolo, in particolare dei nostri soldati. Si tratta di una decisione forte e tempestiva che rafforzerà significativamente la nostra resilienza. Il primo ministro Trudeau e io abbiamo firmato un accordo di cooperazione in materia di sicurezza tra Ucraina e Canada, che stanzia oltre 3 miliardi di dollari canadesi in assistenza macrofinanziaria e per la difesa nel 2024″. Poi durante il suo intervento è tornato a chiedere armi, in particolar modo munizionamenti e i tanto desiderati caccia F16: “Sapete molto bene di cosa abbiamo bisogno per proteggere i nostri cieli e rafforzare le nostre truppe a terra, così come tutto il supporto di cui abbiamo bisogno per continuare ad avere successo in mare, e vi rendete conto che ne abbiamo bisogno in tempo. Contiamo su di voi”.

Anche l’Unione europea annuncia i primi stanziamenti già da marzo: “Ci sarà la prima tranche dei pagamenti, da 4,5 miliardi” del fondo da 50 miliardi approvato dall’Ue per l’assistenza all’Ucraina, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in conferenza stampa spiegando che Bruxelles si avvia “alla proroga di un anno” delle corsie di solidarietà per favorire l’export ucraino.

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