Moda e Stile

Milano Fashion Week giorno 5: il nuovo nero “purosangue” di Ferrari, Ermanno Scervino fa sfilare il doppio animo delle donne

Il racconto delle sfilate di Ferrari ed Ermanno Scervino nel quinto giorno della Milano Fashion Week

di Ilaria Mauri e Massimiliano Sortino

Il quinto giorno della settimana della moda di Milano inizia con Ferrari. Il marchio sinonimo di lusso e artigianalità made in Italy, guidato dal talento visionario di Rocco Iannone, per la collezione Autunno/Inverno 24-25 punta su tre elementi: corpo, energia e luce. La tensione tra l’anima tecnologica e innovativa di Ferrari e la couture si fondono in questa collezione dove il corpo è al centro. Iannone che ormai è alla sua sesta prova creativa per Ferrari riprende là dove tutto era stato interrotto la stagione scorsa. Se la sfilata Primavera/Estate 24 che è stata presentata a settembre scorso si concludeva con un abito rosso fiammante, per questa sfilata è proprio il colore iconico del marchio ad aprire lo show. Gli abiti per Iannone non sono semplici capi da indossare, ma forze vestimentarie , energie che entrano ed escono nelle nostre vite, tendono i nostri corpi e li fanno brillare o sparire nella notte.

“Dopo molte stagioni mi sento finalmente di aver trovato una formula e l’ho elevata” dice Iannone a pochi minuti dall’inizio dello show, “La tensione tra ricerca tecnologica e artigianalità da sempre nel dna di Ferrari per questa collezione viene portata al massimo livello. La collezione parte dal corpo attraverso l’energia che emana”. In passerella il rosso fiammante lascia il posto al nero, al grigio e al blu per poi riaccendersi di bagliori di luce nei completi in filo d’oro per poi tornare al nero, nella nuova versione “purosangue”, altro colore simbolo della casa del cavallino rampante. Le forme sono strutturate come nei completi sartoriali, nelle gonne a corolla che enfatizzano la vita o nei mini abiti brevi come t-shirt per diventare fluide e eteree nei vestiti in seta. La sperimentazione di Ferrari non ha limiti: il denim viene spalmato e riflette la luce, le giacche con fili di oro puro abbagliano e gli accessori scelgono la lucentezza e la praticità del nylon industriale. Il lusso non è mai stato così affascinante, sperimentale e senza tempo.

All’ombra dei grattacieli di Porta Nuova sfila poi Ermanno Scervino. La sua collezione Autunno/Inverno 2024-25 è un’ode al corpo femminile, esplorato nella sua forza e sensualità. Di più. È un’indagine sulla dualità di delicatezza e determinazione che caratterizza l’animo delle donne, tradotta nella dicotomia tra rigorosi completi sartoriali grigio fumo e ed impalpabili abiti sottoveste neri o nude illuminati da cascate di paillettes. Scervino celebra la donna moderna e complessa. Una donna che sa essere forte e delicata allo stesso tempo, che si appropria della sua femminilità con consapevolezza e senza timore. E lo fa a partire dall’emolumento della femminilità per eccellenza, la giacca “avvitata” del New Look di Dior, che nelle sue sapienti mani mantiene la silhouette ma acquista una morbidezza che la rende il capo perfetto per tutti i giorni. Il suo inconfondibile stile romantico si fa qui più ragionato, la sua moda diventa per la sua donna uno strumento di autodeterminazione, un mezzo per esprimere la propria individualità, sia essa romantica o rigorosa.

I tessuti tradizionali maschili, come gessati e grisaglie in lana, costruiscono giacche a clessidra che scolpiscono il corpo, cappotti spigati con spalle scese che lo accarezzano e scaldano il corpo. Torna poi protagonista la corsetteria, elemento chiave del Dna di Scervino: reggiseni gioiello fanno il look sotto giacche nere, corsetti in double di lana si abbinano a gonne longuette con lavorazioni ad intarsio o traspaiono sotto i vestiti da sera in organza impalpabile. Gli abiti e le gonne tempestati di maxi paillettes creano giochi di luce ipnotici. La pelle effetto cocco diventa un’armatura metaforica, utilizzata per caban a spalla larga, peacoat foderati in shearling e abiti bustier. Lo studio di proporzioni è accentuato da grossi doposci di pelliccia ecologica ricamati a mano (quelli della collezione di quest’inverno sono andati letteralmente a ruba nei negozi di montagna, ndr) e stivali aderenti come calze con tacchi altissimi. Il momento più bello è stato in gran finale: dopo l’ultima passerella, le modelle sono uscite tutte insieme e, applaudendo assieme al pubblico, finalmente si sono lasciate andare ad un sorriso carico di entusiasmo, con gli occhi lucidi per la tensione accumulata fino a quel momento.

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