L’anno scorso era stata sospesa dal lavoro venti giorni per aver fatto realizzare un piccolo rosario ai bambini a averli invitati a recitare delle preghiere, ora, Marisa Francescangeli, 58 anni, maestra della scuola primaria di San Vero Milis, resterà a casa per tre mesi con l’accusa di aver schiaffeggiato una bambina di dieci anni. La docente ha ricevuto in queste ore il provvedimento, che prevede anche una riduzione dello stipendio, firmato dall’organo competente dell’Ufficio scolastico regionale per i procedimenti disciplinari. Una sanzione che l’Usr conferma a Il Fatto Quotidiano seppur senza entrare nei dettagli per garantire la riservatezza dell’interessata. Quello che si sa per certo è che dopo i fatti che risalgono allo scorso mese di settembre, il dirigente della scuola aveva segnalato il caso sollevato dai genitori, al direttore dell’Usr Franesco Feliziani che ha messo in atto quanto di sua competenza: sono stati inviati gli ispettori all’istituto di San Vero Milis; è stata eseguita una relazione ed è stato assunto un provvedimento. Ufficialmente – a detta della stampa locale – la maestra avrebbe compiuto “Comportamenti non conformi alle responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione docente”.

A raccontare il caso ci ha pensato, invece, la stessa insegnante rivolgendosi al quotidiano L’Unione Sarda che ha riportato la versione della Francescangeli: “La bambina era in classe e ad un certo punto è scappata. Per fermarla mi sono messa a correre e appena ha sentito la mia voce si è seduta a terra. Non parlava più, mi fissava con gli occhi spalancati e per farla riprendere le ho dato due piccoli schiaffetti. Come del resto ho raccontato alla mamma poco dopo, senza nascondere nulla. Il dirigente sull’episodio ha informato l’Ufficio scolastico provinciale e il sette dicembre ho ricevuto la notifica con la quale mi comunicavano che era stato avviato nei miei confronti un procedimento disciplinare. Nella scuola nel frattempo sono arrivati anche gli ispettori del ministero. Tutto questo alla fine si è tradotto con una sospensione. Questo è accanimento, io non ho fatto del male a nessuno”.

Parole che, probabilmente, non coincidono con quanto raccolto dagli ispettori. Feliziani non si scompone e al nostro giornale spiega: “Non sono legittimato a specificare nulla. Invito la maestra a rivolgersi al Giudice del lavoro che è l’organo competente per l’eventuale ricorso”. Tuttavia, il direttore non nasconde un certo imbarazzo: “A forza di dire che l’amministrazione adotta comportamenti persecutori quando non è vero, la stessa si deve tutelare. Valuteremo il da farsi”. Una vicenda, quella che coinvolge la maestra sarda, che riporta la memoria allo scorso anno quando Francescangeli era diventata nota alle cronache per la sospensione avuta dopo aver fatto recitare ai bambini un’Ave Maria e un Padre Nostro insieme alla realizzazione del rosario. Ai tempi era intervenuto anche il ministro e dopo la metà di aprile l’insegnante era tornata in classe, tra le polemiche, dopo aver presentato ricorso contro la sospensione.

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