Quei manganelli usati contro i ragazzi che partecipavano ai cortei pro-Palestina a Pisa “esprimono un fallimento“. È la presa di posizione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che all’indomani delle violenze della polizia sugli studenti che manifestavano – 11 giovani sono rimasti feriti – ha deciso di telefonare al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per sottolineare che “l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza“. Un messaggio chiaro, dopo le proteste da parte di opposizioni e mondo universitario, che già venerdì sera sono scesi in piazza per esprimere solidarietà ai ragazzi e protestare contro l’atteggiamento della polizia. In serata il capo della Polizia Vittorio Pisani – intervistato al Tg1 – ha detto che “purtroppo durante i servizi di ordine pubblico a Firenze e a Pisa i nostri operatori hanno posto in essere delle iniziative che dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza. Quando le manifestazioni non sono preavvisate o non vengono condivise con la questura, possono verificarsi dei momenti di criticità, però questi momenti di criticità non possono essere una giustificazione“. Poi ha garantito che “Le decisioni che vengono adottate in sede locale sui servizi di ordine pubblico non sono determinate da scelte politiche”.
A riferire della telefonata tra il Colle e il Viminale era stata una nota dell’ufficio stampa del Quirinale: “Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”, si legge. Poi il monito: “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. L’intervento del presidente Mattarella è arrivato nel giorno in cui a Milano si è tenuto un altro corteo per protestare contro il genocidio in corso a Gaza. I manifestanti hanno denunciato la “repressione del dissenso” da parte del governo Meloni.
Intanto le opposizioni chiedono proprio al ministro Piantedosi di andare in Parlamento per riferire sulle violenze a Pisa. “Abbiamo chiesto al Ministro dell’Interno Piantedosi di riferire urgentemente in Parlamento, sulla preannunciata ‘riflessione e verifica sugli aspetti organizzativi e operativi'”, scrive il leader del M5s Giuseppe Conte in un post su Facebook. Stessa richiesta avanzata dalla segretaria del Pd, Elly Schlein: “Bisogna che Piantedosi venga finalmente a chiarire in Parlamento, davanti al Paese, e prendersi le sue responsabilità“.
Conte attacca in prima persona anche la premier Giorgia Meloni, che non è intervenuta su quanto accaduto: “Ancora una volta sei rimasta silente senza proferire parola, ignorando le violente manganellate che ieri hanno provato a silenziare i giovani scesi pacificamente per le strade di Pisa e Firenze”, scrive su Fb il leader del M5s. “Non si tratta di un caso isolato: sono episodi che si stanno ripetendo da Torino a Milano, da Vicenza a Catania. E tu, Giorgia Meloni, continui a tacere, a nascondere la testa sotto la sabbia”. Ad avviso di Conte, “la questione però coinvolge più ampiamente le responsabilità dell’intero Governo sulla gestione delle manifestazioni di protesta e si ricollega anche all’inasprimento delle norme che il Governo sta perseguendo per reprimere il dissenso“.
Anche Schlein, parlando a margine dell’evento di Più Europa in corso a Roma, denuncia: “Non possiamo più assistere a scene inaccettabili come quelle che abbiamo visto ieri, di manganellate sui minori, di minori trattenuti e immobilizzati a terra. Non è accettabile”. La segretaria del Pd sottolinea a sua volta: “Non è un episodio isolato. Abbiamo visto scene come queste a Firenze, a Napoli, a Bologna. C’è un clima di repressione di cui abbiamo già chiesto la settimana scorsa conto al ministro Piantedosi. E’ necessario che venga a chiarire e a prendersi le sue responsabilità davanti al Parlamento ed esprimo tutta la solidarietà del Pd agli studenti che sono stati feriti e alle loro famiglie”.
Oltre agli attacchi delle opposizioni, ci sono la preoccupazioni di sindacati e organizzazioni studentesche. Sulle “cariche violente di cui sono state oggetto le studentesse e gli studenti a Pisa ed anche in altre città vogliamo esprimere fin d’ora la nostra disapprovazione e preoccupazione democratica“, ha scritto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nella lettera inviata al ministro Piantedosi, chiedendo un incontro “in tempi rapidi con le organizzazioni sindacali confederali”. Camilla Piredda dell’Unione degli universitari esprime i timori dei suoi coetanei: “Siamo preoccupati che le manifestazioni degli studenti per la libertà della Palestina vengano represse dalla polizia”. E aggiunge: “Come studenti universitari, questa primavera continueremo a scendere nelle piazze ad esprimere il nostro dissenso, la nostra opposizione a un Governo insensibile alle nostre esigenze”. Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, si unisce alla richiesta di chi, a cominciare dai docenti del liceo artistico Russoli, chiede che qualcuno risponda “della inaudita e ingiustificabile violenza cui sono stati sottoposti i ragazzi”. “Costruiamo insieme comunità di pace“, è invece l’appello lanciato dal direttivo nazionale dell’Andis, Associazione nazionale dirigenti scolastici, il quale “interpreta lo sconcerto dei dirigenti scolastici e di tutto il mondo della scuola” per recenti casi di cariche della Polizia nei confronti “di giovani studenti che pacificamente manifestano”.